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Se c’è una coppia che incarna l’eleganza, il fascino e la magia del cinema classico, è quella formata da Cary Grant e Ingrid Bergman. Insieme, hanno scritto una delle pagine più memorabili del grande schermo con Notorious, un thriller romantico teso e sensuale, dove ogni sguardo celava un sottinteso e ogni bacio sfidava le regole del Codice Hays (di questo film ve ne ho parlato qui). Dodici anni dopo, si ritrovano in Indiscreto, e questa volta il gioco è completamente diverso. Nessuna spia, nessuna missione segreta, nessun pericolo imminente. Solo la seduzione della parola, l’intelligenza della sceneggiatura e una partita a due fatta di ironia, desiderio e irresistibile complicità .
Ma liquidare Indiscreto come una commedia frivola sarebbe un errore. Il film è sofisticato, modernissimo e audace nel suo modo di raccontare l’amore e le relazioni. È una storia che smonta le convenzioni del matrimonio, che gioca con il tema della libertà e dell’indipendenza sentimentale senza mai perdere grazia e leggerezza. È un film che vive del dialogo brillante di Norman Krasna, della regia elegante di Stanley Donen, della bellezza senza tempo dei costumi di Christian Dior, ma soprattutto di due interpreti che trasformano ogni scena in un duello di charme e intelligenza.
E poi c’è quello che il film non racconta apertamente, ma che si percepisce in ogni fotogramma: Indiscreto non è solo una storia d’amore sullo schermo, è la testimonianza di un legame vero, di un’amicizia profonda tra due star che si sono sempre sostenute, anche nei momenti più difficili. Quando Ingrid Bergman venne travolta dallo scandalo per la sua relazione con Roberto Rossellini e Hollywood le voltò le spalle, Cary Grant fu uno dei pochissimi a rimanerle vicino. Fu lui, nel 1956, a ritirare il suo Oscar per Anastasia. Ed è sempre lui, quando gli propongono Indiscreto, a mettere le cose in chiaro: o Ingrid, o niente.
Forse è anche per questo che il film ha qualcosa di magico. Non è solo una commedia romantica perfetta, è il riflesso di una connessione autentica, di un’epoca che sapeva raccontare il sentimento con intelligenza e raffinatezza. Ma cosa ha reso possibile tutto questo? Quali scelte, intuizioni e coincidenze hanno portato alla realizzazione di Indiscreto? E perché, ancora oggi, il film ci sembra più attuale che mai?
Scopriamolo insieme.
Il titolo originale è Indiscreet ed è un film del 1958 diretto da Stanley Donen con protagonisti Cary Grant e Ingrid Bergman.
La trama in breve: Anna Kalman è una famosa attrice di teatro che una sera conosce il diplomatico della Nato Philip Adams. Tra i due c'è una forte attrazione e iniziano a frequentarsi nonostante lui riveli di essere già sposato. In realtà però non lo è e sta semplicemente fingendo per non farsi coinvolgere troppo dalla relazione.
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Alcune scene del film |
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Immagini promozionali |
Alla fine degli anni ’50 Hollywood non è più quella di un tempo. La televisione ha cambiato le abitudini del pubblico, il sistema degli studios ha perso il suo potere assoluto e le prime produzioni indipendenti iniziano a farsi strada. Anche la commedia romantica sta cambiando: lontani i tempi delle screwball comedy degli anni ’30 e ’40, fatte di battibecchi frenetici e ritmi forsennati, il genere si fa più raffinato, più adulto. I film giocano con le dinamiche di coppia in modo diverso, esplorano con ironia temi come il matrimonio, l’indipendenza e il compromesso.
Nel frattempo, l’Europa si impone sempre più come un’alternativa affascinante al cinema americano. Il fascino di Parigi e Roma attira star e registi, le produzioni britanniche si fanno più ambiziose e il pubblico inizia ad apprezzare storie che si liberano dai vecchi schemi hollywoodiani. Ed è proprio in questo equilibrio instabile che nasce una commedia che è una scommessa: sofisticata ma ironica, romantica ma disincantata, classica nell’eleganza ma sorprendentemente moderna nel modo di raccontare l’amore.
Norman Krasna è uno di quegli autori che, senza fare troppo rumore, ha saputo lasciato un segno indelebile nella commedia americana. Scoprendo i suoi lavori, mi sono resa conto di quanto abbia amato i suoi film senza nemmeno collegarli tutti al suo nome: Situazione imbarazzante con Ginger Rogers, La prima è stata Eva con Deanna Durbin, Il diavolo si converte con Jean Arthur. Storie brillanti, dialoghi affilati, personaggi costruiti con intelligenza e ironia. E poi, il suo più grande trionfo: Sua Altezza è innamorata (1943), che non solo gli valse l’Oscar alla sceneggiatura originale, ma che diresse anche con grande eleganza.
Nel 1953 decide di portare questa formula a teatro con Kind Sir, una commedia romantica che, sulla carta, ha tutte le carte in regola per diventare un successo. Ma il teatro e il cinema sono due mondi molto diversi. Ambientata a New York, la commedia si svolge in interni raffinati, tra appartamenti lussuosi e alberghi di classe. Sul grande schermo, queste ambientazioni sarebbero state parte del fascino della storia, ma sul palcoscenico di Broadway tutto si riduce a qualche fondale dipinto e a un paio di arredi di scena. Quello che nel film diventerà uno dei suoi punti di forza – la ricercatezza estetica – a teatro si trasforma in una limitazione evidente.
Anche la scelta del cast non convince del tutto. Krasna aveva immaginato i protagonisti come una coppia di grande carisma teatrale, come Alfred Lunt e Lynn Fontanne, ma alla fine i ruoli vanno a Charles Boyer e Mary Martin (straordinaria attrice di teatro, madre di Larry Hagman, il perfido J.R. di Dallas), con Joshua Logan alla regia. Le aspettative sono altissime e lo spettacolo viene finanziato direttamente da Krasna, Logan e dai due attori principali, che investono complessivamente 75.000 dollari.
Ma dietro le quinte qualcosa non funziona: Logan, debilitato da problemi di salute, fatica a dare il giusto ritmo alla messa in scena, e la commedia, elegante ma sottile, non riesce a trovare il favore del pubblico. Gli spettatori si aspettano qualcosa di più passionale e coinvolgente, e invece si ritrovano davanti a una storia che gioca su sfumature e piccoli inganni sentimentali, troppo delicate per lasciare il segno.
Dopo appena 166 repliche, Kind Sir chiude nella primavera del 1954. Nessuno studio di Hollywood sembra interessato a comprarne i diritti, e la commedia sembra destinata a essere dimenticata.
Anni dopo, però, Krasna propone ai suoi ex soci di acquistare i diritti per sé per 10.000 dollari. Logan, Boyer e Martin, che ormai considerano il progetto un fallimento, accettano l’offerta senza esitazioni: recuperare almeno una piccola parte dell’investimento iniziale è meglio di niente.
Ma Krasna ha altri piani. È convinto che la sua storia meriti una seconda occasione, e questa volta vuole portarla sul grande schermo.
In un primo momento, il progetto sembra destinato a rimanere fermo. Hollywood continua a ignorare Kind Sir, considerandolo un titolo senza potenziale, e anche l’idea che Krasna stesso lo diriga viene presto accantonata.
La vera svolta arriva quando la sceneggiatura finisce nelle mani di Stanley Donen. A quel punto, Donen è già una delle figure più interessanti del cinema americano. Ha firmato capolavori del musical come Cantando sotto la pioggia (1952) e Sette spose per sette fratelli (1954), rivoluzionando il genere con una regia dinamica e un uso innovativo dello spazio scenico. Ma non vuole rimanere confinato nel musical: ha già esplorato la commedia sofisticata con Cenerentola a Parigi (1957) e continuerà su questa strada con film come Sciarada (1963) e Due per la strada (1967), affermandosi come uno dei maestri del genere.
Donen è interessato alla storia di Kind Sir, ma non accetta subito. Per lui il film può funzionare solo con il cast perfetto, e il protagonista ideale è Cary Grant.
Eppure, dietro quella perfezione impeccabile, la sua vita privata è tutt’altro che serena. Il suo matrimonio con Betsy Drake, la terza moglie, è ormai alla fine. Intellettuale e indipendente, Betsy è stata forse l’unica donna a non lasciarsi incantare dal mito di Cary Grant, cercando di spingerlo verso una vita più stabile e lontana dai riflettori. Ma Grant non è mai stato pronto a separarsi dal suo personaggio pubblico, e il loro rapporto si è progressivamente deteriorato.
La crisi esplode quando, durante le riprese di Orgoglio e passione (1957), si innamora perdutamente di Sophia Loren, arrivando persino a chiederle di sposarlo più volte. Ma Loren è legata a Carlo Ponti, e il loro rapporto si consuma in un’altalena di emozioni e indecisioni. Quando il film finisce, Grant spera ancora che lei possa scegliere lui, e accetta di recitare al suo fianco in un’altra commedia romantica: Un marito per Cinzia.
Il film, girato a Los Angeles, dovrebbe essere l’occasione per riallacciare il rapporto con Sophia. Ma proprio durante un weekend libero dalle riprese, Loren vola in Messico e sposa Carlo Ponti per procura. La notizia, diffusa dalla giornalista Louella Parsons, è un colpo devastante per Grant. Quando torna sul set, deve girare la scena del matrimonio con Sophia Loren, un momento che ora ha un sapore amarissimo.
Grant non perde tempo e si butta subito in un nuovo progetto: Baciala per me, una commedia romantica a sfondo militare, diretta da Stanley Donen. Il film non sarà uno dei suoi successi più memorabili—e, considerando il suo stato d’animo in quel periodo, non sorprende.
Ma è proprio durante le riprese che Donen propone a Grant il suo nuovo progetto: l’adattamento cinematografico di Kind Sir. L’attore è interessato, ma ciò che lo convince davvero è un altro aspetto: le riprese si svolgeranno in Inghilterra, lontano da Beverly Hills, dove Sophia Loren e Carlo Ponti si sono ormai stabiliti. Accettare significa prendere le distanze, fisicamente e mentalmente, da una situazione che ancora lo tormenta.
A quel punto, Donen ha un’intuizione: dato che il film sarà girato lì, perché non spostare anche l’ambientazione a Londra? Il cambiamento darà alla storia un tocco più sofisticato e renderà il progetto ancora più adatto a Grant. Così, in due settimane, lui e Krasna riscrivono il trattamento e lo sottopongono all’attore.
Grant lo legge immediatamente e la sua risposta arriva senza esitazioni. Donen dirà di lui:
“Non era come quegli attori di cui senti spesso parlare. Se gli mandavo un trattamento o una sceneggiatura, la leggeva lo stesso giorno e mi dava una risposta entro quella sera o al massimo il mattino dopo. Non aveva uno staff, non aveva nulla, solo se stesso. E in generale, se guardi la sua carriera, fece sempre buone scelte riguardo ai film in cui voleva recitare.”
Grant accetta, ma pone un’unica condizione: se deve interpretarlo, vuole Ingrid Bergman come co-protagonista. Stanley Donen capisce subito che ottenere Bergman non sarà facile. Hollywood l’ha messa al bando da quasi un decennio, e tutti pensano che la sua carriera americana sia finita per sempre.
Solo pochi anni prima, Ingrid Bergman era stata una delle attrici più amate al mondo. La sua interpretazione in Notorious (1946), proprio accanto a Grant, l’aveva consacrata come un’icona del cinema romantico e del thriller, capace di fondere vulnerabilità e intensità con una naturalezza ineguagliabile. Ma nel 1949 tutto cambia. La sua relazione extraconiugale con il regista Roberto Rossellini non è solo uno scandalo: è un terremoto culturale (vi ho raccontato tutto qui)
L’America, ancora profondamente puritana, non le perdona di aver lasciato il marito, il dottor Peter Lindstrom, e la loro figlia Pia per Rossellini, con cui aspetta un figlio. L’opinione pubblica si scaglia contro di lei con una ferocia che oggi sembra incredibile: viene denunciata sul pavimento del Senato degli Stati Uniti, etichettata come un “cattivo esempio” e bandita dagli studios.
Hollywood la cancella. Per quasi dieci anni Bergman lavora solo in Europa, girando film con Rossellini e recitando a teatro. Il suo ritorno nel cinema americano arriva solo nel 1956, quando vince l’Oscar per Anastasia—senza però essere presente alla cerimonia. È troppo presto per tornare sotto i riflettori, così affida a un amico speciale il compito di ritirare la statuetta al suo posto: Cary Grant.
Ma ora, nel 1957, quando Donen riceve l’ordine di Grant, Bergman è ancora vista come un’incognita per Hollywood. L’industria non sa ancora se concederle un pieno reinserimento, e il suo futuro è tutt’altro che sicuro. Per Donen, la sfida è doppia: convincere Ingrid e dimostrare agli studios che vale ancora la pena scommettere su di lei.
Donen è scettico: “È impossibile,” risponde a Grant. “È in Italia con Rossellini e non fa più film americani.” Ma l’attore non transige: se il film si fa, sarà con Ingrid Bergman.
Così, mentre è ancora sul set di Baciala per me, Donen prende una decisione impulsiva: chiama Bergman direttamente a Roma.
“Non ricordo come rintracciai il suo numero di telefono, ma la chiamai e dissi: ‘Mi piacerebbe fare un film con te e vorrei venire a parlartene. Potrei venire questo fine settimana?’”
Bergman accetta senza esitazioni: “Sì, certo.”
Quella sera stessa, Stanley Donen lascia di nascosto il set della Fox e si imbarca in un viaggio lampo: da Los Angeles vola a New York e poi prosegue per Roma, atterrando a mezzogiorno del sabato. Ad attenderlo in aeroporto, con la sua consueta eleganza disinvolta, c’è proprio Ingrid Bergman. Senza esitazioni, lo accoglie e lo accompagna direttamente nel suo appartamento, una dimora caotica e piena di vita, con bambini che corrono per le stanze e domestiche indaffarate.
Donen è pronto a sfoderare le sue argomentazioni per convincerla ad accettare il film, ma non ne ha bisogno. Bergman lo sorprende con una decisione già presa: farà il film, senza bisogno di trattative. La sua scelta è basata sulla fiducia: ha letto un articolo su Donen su Cahiers du Cinéma, in cui il regista viene elogiato come uno dei più promettenti del momento, e si è confrontata con amici fidati, come Art Cohn, che le hanno parlato benissimo di lui. Ma soprattutto, c’è un motivo che rende la proposta irresistibile: Cary Grant la vuole al suo fianco. Per Ingrid è più che sufficiente. Solo a quel punto, con un sorriso, chiede a Donen di raccontarle di cosa parla il film.
Con il suo sì, Indiscreto diventa ufficialmente il film del grande ritorno di Ingrid Bergman nel cinema internazionale. Dopo anni di esilio, è pronta a ritrovare il pubblico americano, e questa volta lo farà accanto a un amico di vecchia data.
Quando Bergman arriva a Londra per iniziare le riprese, capisce subito che la sua immagine è ancora ingombrante. All’aeroporto di Heathrow viene assalita dai giornalisti, pronti a chiederle se sta per rovinare la sua carriera un’altra volta, questa volta separandosi da Rossellini.
Viene portata nel salone dei passeggeri in transito per una conferenza stampa, ma prima che le domande possano metterla in difficoltà , Cary Grant interviene con la sua inconfondibile ironia.
«Ingrid, aspetta di conoscere i miei problemi!»
La tensione si scioglie immediatamente. Tutti scoppiano a ridere.
Grant continua a scherzare, rivolgendosi direttamente ai giornalisti:
«Andiamo, ragazzi, non è una domanda da fare a una signora! Fatela a me, vedrete cosa vi rispondo. Ah, è così, la mia vita non vi interessa? Ma se è molto più movimentata di quella di Ingrid!»
La storia si regge essenzialmente sui due protagonisti e quattro attori secondari. Per la parte della sorella viene scelta Phyllis Calvert, una di quelle attrici che incarnano alla perfezione la grazia e la raffinatezza tipiche del cinema britannico degli anni ’40 e ’50. Fin da bambina studia danza, ma ben presto si appassiona alla recitazione e si forma nei teatri londinesi, dove affina il suo stile elegante e misurato. Il passaggio al cinema avviene in modo naturale, e in breve tempo diventa una delle più celebri dive britanniche del suo tempo.
Negli anni ’40 si afferma come protagonista in film che valorizzano il suo portamento aristocratico e il suo talento drammatico. Brilla nel biografico Il nemico di Napoleone (1942), accanto a Robert Donat, e soprattutto nel sontuoso L’uomo in grigio (1943), dove recita al fianco di James Mason. Il successo si ripete l’anno successivo con Il mio amore vivrà (1944), ancora con Mason, un melodramma romantico che la consacra come icona del cinema sentimentale britannico.
Nella seconda metà degli anni ’50 torna a dedicarsi principalmente al teatro e si affaccia con successo alla televisione, ottenendo il ruolo della signora March nella serie Little Women. È proprio in questo periodo che viene scelta per Indiscreto, dove interpreta Margaret Munson, la sorella del personaggio di Ingrid Bergman. La sua presenza regala al film un ulteriore tocco di classe, confermando il suo status di attrice capace di portare sullo schermo eleganza e profondità con la massima naturalezza
Ad interpretare il marito di Margaret, è Cecil Parker: con il suo tono di voce inconfondibile e un'aria di naturale autorevolezza, è uno di quei caratteristi inglesi che sembrano nati per incarnare il perfetto gentiluomo britannico. Compostezza impeccabile, humour sottile e un'espressione sempre a metà tra il severo e il divertito fanno di lui un volto riconoscibile e amato del cinema inglese.
Nato nel 1897, combatte nella Prima Guerra Mondiale prima di trovare la sua vera vocazione nel teatro londinese, dove si afferma rapidamente grazie al suo talento per la commedia brillante. Il passaggio al cinema, negli anni ’30, avviene in modo naturale: la sua presenza scenica e il suo perfetto tempismo comico lo rendono un’ottima scelta per ruoli che richiedono un’eleganza un po’ sorniona. Tra le sue prime interpretazioni di spicco c’è quella del sindaco in Patrizia e il dittatore (1939), dove recita accanto a una giovane e già carismatica Vivien Leigh.
Alfred Hitchcock ne intuisce subito il potenziale e lo vuole per La signora scompare (1938), regalando a Parker il primo assaggio di notorietà internazionale. Ma l’attore non si limita al grande schermo: durante gli anni ’40 continua a calcare con successo i palcoscenici del West End, e nel 1941-42 interpreta Charles Condomine nella produzione londinese di Spirito allegro di Noël Coward, un ruolo che a Broadway va a Clifton Webb e che al cinema sarà di Rex Harrison.
Negli anni ’50 Parker perfeziona il suo marchio di fabbrica: l’elegante uomo britannico, serio e impassibile, ma capace di brillare con una punta di irresistibile ironia. Brilla nelle commedie umoristiche come Lo scandalo del vestito bianco (1951), Sposi in rodaggio (1954) e La signora omicidi (1955), dove il suo aplomb impeccabile si scontra con situazioni assurde e grottesche. Anche Hollywood si accorge del suo talento e lo chiama per Il giullare del re (1956), in cui veste i panni di Re Roderico, accanto al vulcanico Danny Kaye.
In Indiscreto, Parker è la scelta perfetta per il ruolo di Sir Alfred Munson, un diplomatico raffinato, austero solo in apparenza, che si inserisce con il giusto equilibrio tra la sofisticata ironia della coppia Grant-Bergman. Il suo humor misurato e il suo impeccabile portamento britannico rendono il personaggio ancora più credibile, confermando ancora una volta la sua capacità di rubare la scena con la massima naturalezza.
A completare il cast di Indiscreto ci sono Megs Jenkins e David Kossoff, nei panni dei domestici di Anna Kalman, rispettivamente Doris Banks e suo marito Carl.
Megs Jenkins è un’attrice caratterista inglese, specializzata in ruoli di cameriere, governanti e infermiere, grazie al suo volto rassicurante e alla sua naturale compostezza. Nel corso della sua carriera interpreta un'infermiera in La storia di Esther Costello (1957), una governante in La voce della calunnia (1960) e una cameriera in Sarabanda tragica (1958) e Ivanhoe (1952). In Indiscreto, veste i panni della domestica di Ingrid Bergman, una figura discreta e solida che si inserisce con naturalezza nell’atmosfera sofisticata del film.
Suo marito Carl, l’autista della protagonista, è interpretato da David Kossoff, attore di origini russe ebraiche. Prima di intraprendere la carriera artistica, lavora come disegnatore tecnico e designer di mobili, per poi dedicarsi al teatro nei primi anni '40. Dopo un periodo nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, esordisce sul palco nel 1942 al Unity Theatre, per poi costruire una solida carriera nel cinema e in televisione.
Kossoff ottiene il primo grande riconoscimento con The Young Lovers (1954), che gli vale un BAFTA come miglior esordiente, e prosegue con spesso di personaggi ufficiali sovietici in Domani splenderà il sole (1955), La sottana di ferro (1956), dove recita accanto a Katharine Hepburn e Bob Hope. Successivamente interpreta il Professor Kokintz in Il ruggito del topo (1959), accanto a Peter Sellers, riprendendo il ruolo anche nel sequel, e veste i panni del padre di Sigmund Freud in Passioni segrete (1962), con Montgomery Clift.
In Indiscreto, Kossoff e Jenkins formano un'affiatata coppia di servitù, aggiungendo un tocco di ironia e calore alla vita della protagonista e contribuendo a rendere ancora più vivido il mondo che la circonda.
Cary Grant e Stanley Donen fondano la Grandon Productions, Ltd., unendo i loro nomi e siglando un accordo con la Warner Bros. per finanziare e distribuire il film.
Resta il problema del titolo: Kind Sir richiama il fallimento teatrale e non convince. Jack Warner propone Irresistibile, ma Grant e Donen preferiscono Indiscreto, nonostante sia già stato usato per un cortometraggio di Leo McCarey nel 1931.
La Motion Picture Association of America approva alternative come Meglio che sposati e Buono come sposati, mentre Grant e Donen suggeriscono Non sono sposati!, ma Warner lo scarta: con Ingrid Bergman nel cast, un titolo legato al matrimonio è troppo rischioso.
Solo il 13 novembre 1957, a cinque giorni dall’inizio delle riprese, il film trova il suo titolo definitivo: Indiscreto.
Le riprese iniziano nel novembre del 1957 agli Elstree Studios, poco fuori Londra, e proseguono fino al febbraio del 1958, interrotte solo da una breve pausa natalizia. Sul set si respira un’aria di grande sintonia: Cary Grant e Ingrid Bergman si ritrovano dopo dodici anni da Notorious e lavorare insieme sembra quasi un ritorno a casa.
Bergman, al suo primo ruolo in una commedia dichiarata, si diverte a sperimentare un registro più leggero e sofisticato, lasciandosi guidare dall’ironia di Grant, che con il suo carisma riesce a rendere naturale ogni scambio di battute. L’intesa tra i due è così spontanea e autentica che Donen lascia spesso spazio all’improvvisazione, consapevole che gran parte del fascino del film risiede proprio nella loro complicità .
Ma il clima rilassato non è privo di piccoli contrasti dietro le quinte. Stanley Donen e il direttore della fotografia Freddie Young si trovano più volte in disaccordo, soprattutto su una particolare inquadratura che avrebbe dovuto mostrare il soffitto di una stanza. Young, senza consultare il regista, decide di eliminarla, convinto che non sia necessaria. Quando Donen lo scopre, ordina immediatamente di rifare l’illuminazione da capo. È l’inizio di una tensione sotterranea che durerà per tutta la produzione.
Durante le riprese, Phyllis Calvert, che interpreta la sorella di Ingrid Bergman nel film, subisce una perdita devastante: suo marito, l’attore Peter Murray-Hill, muore improvvisamente. Nonostante il dolore, Calvert continua a lavorare con grande professionalità , portando a termine il suo ruolo con discrezione ed eleganza.
Uno degli elementi più innovativi del film nasce da un’esigenza di censura. In una scena, Grant e Bergman appaiono sdraiati a letto, apparentemente insieme, anche se si trovano in due città diverse, Londra e Parigi. La censura dell’epoca vieta di mostrare uomini e donne non sposati nello stesso letto, ma Donen trova un’idea brillante per aggirare il problema: costruisce due set separati all’interno dello stesso teatro di posa e usa uno split screen perfettamente sincronizzato. Il risultato è un’inquadratura audace e rivoluzionaria, che non solo gioca con la percezione dello spettatore, ma aggiunge un ulteriore tocco di eleganza alla regia (che aprirà la strada a Il letto racconta con Doris Day e Rock Hudson)
Nel frattempo, Grant e Bergman si dedicano alla preparazione dei loro personaggi, affinando nuove abilità per renderli più autentici. Grant prende lezioni di snooker, una variante del biliardo, per apparire perfettamente a suo agio nella scena in cui gioca con disinvoltura.
Inoltre, si esercita a suonare il violino con la mano sinistra, dimostrando ancora una volta la sua attenzione ai dettagli. Bergman, invece, si allena per eseguire l’Highland Fling, la tradizionale danza scozzese, con la sua consueta grazia ed eleganza (anche se a brillare in quella scena sarà Cary).
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Foto scattate sul set |
Ad alzare ulteriormente il livello di questo film ci pensano gli abiti, che non a caso portano la firma di Christian Dior. I costumi di Indiscreto appartengono all’ultima collezione ideata interamente da Dior prima della sua prematura scomparsa nell’ottobre 1957. Pochi giorni dopo la sua morte, il testimone passa al suo giovane assistente Yves Saint Laurent, che diventa direttore creativo della maison e ne porta avanti l’eredità .
Uno degli abiti più memorabili del film è senza dubbio il sontuoso modello dorato “Tuileries”, parte della collezione Autunno/Inverno 1957-1958. Questo abito, in broccato dorato dalla luminosità quasi metallica, presenta un corpetto drappeggiato con spalline sottili e una gonna ampia e strutturata, che incarna perfettamente il DNA del New Look di Dior. Il tessuto prezioso riflette la luce, rendendo l’ingresso di Ingrid Bergman nella scena ancora più scenografico.
L’attrice completa il look con lunghi guanti dorati, una collana di perle e un’acconciatura impeccabile, sottolineando l’immagine sofisticata e raffinata del suo personaggio.
Un’altra creazione memorabile è l’abito da sera nero e marrone con corpino in velluto, ampia gonna in taffetà e dettagli in passamaneria con nappine, abbinato a lunghi guanti neri. Questo look, perfetto per una serata formale, esalta la figura slanciata di Bergman e conferisce al suo personaggio un’allure aristocratica.
Infine c’è il look del teatro, composto da un abito bianco con un delicato motivo di piccole rose nere, abbinato a un cappotto dalla silhouette strutturata, con collo e polsini in pelliccia nera.
Ma vogliamo parlare delle vestaglie?
Ora una chicca: nella scena alla toletta dei profumi, tra i flaconi sono riuscita ad individuare Joy di Patou (ve ne ho parlato qui, era anche il preferito di Vivien Leigh).
Location
Indiscreto si apre con un montaggio suggestivo che cattura l’anima elegante e cosmopolita di Londra. La capitale britannica non è solo uno sfondo, ma un elemento narrativo che conferisce alla storia un’aura sofisticata e senza tempo. Le prime inquadrature notturne mostrano il Big Ben, simbolo della città , affiancato dalla maestosa statua della regina Boudicca sulla sua quadriga, situata lungo il Victoria Embankment, nei pressi del Westminster Bridge. Poco dopo, la scena si sposta su Trafalgar Square, con le sue fontane illuminate e le sagome degli edifici che emergono dall’oscurità , stabilendo subito l’ambientazione londinese.
Il film introduce poi la residenza di Anna Kalman, interpretata da Ingrid Bergman: un appartamento di lusso situato al 13 Belgrave Square, nel cuore di Belgravia, uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Anche se molte scene d'interno sono state ricostruite negli Elstree Studios, la scelta di una vera location per gli esterni aggiunge autenticità alla storia.
Uno dei momenti chiave del film si svolge nella Painted Hall dell’Old Royal Naval College a Greenwich, uno degli ambienti più spettacolari di Londra, famoso per gli affreschi barocchi di Sir James Thornhill. Qui, Philip Adams (Cary Grant) tiene una conferenza, circondato dall’imponente architettura e dall’eleganza della sala. Più avanti nel film, la stessa location farà da sfondo anche alla scena del ballo, dove Grant si esibirà in un’irriverente danza scozzese per impressionare Anna.
Dopo una serata trascorsa al prestigioso Garrick Club, che nel film rappresenta il fittizio Players Club, Philip e Anna decidono di concedersi una passeggiata notturna, rinunciando ai biglietti per l’opera al Royal Opera House di Covent Garden. La loro camminata romantica attraversa alcuni dei luoghi più suggestivi di Londra: le arcate che conducono dal Strand al cortile di Somerset House, il lungofiume del Victoria Embankment, fino a fermarsi davanti a Cleopatra’s Needle, l’antico obelisco egizio situato sulle rive del Tamigi, dove Anna viene riconosciuta da alcuni ammiratori che le chiedono un autografo.
Per tutta la serata, senza che loro ci facciano caso, la Rolls-Royce Silver Wraith del 1958 di Philip li segue a distanza con discrezione, guidata dal loro autista Carl. L’auto, la prima prodotta con guida a sinistra per il mercato americano, diventerà un piccolo dettaglio iconico del film: alla fine delle riprese, verrà acquistata da Cary Grant, ormai affezionato al suo stile e alla sua eleganza.
Il percorso della coppia si conclude attraversando Hyde Park Corner, passando sotto uno dei cancelli reali di Green Park, fino ad arrivare nei pressi del Wellington Arch, che fa da scenografico sfondo alla loro ultima tappa prima del rientro.
Colonna sonora
La colonna sonora di Indiscreto è firmata da Richard Rodney Bennett, lo stesso compositore che anni dopo realizzerà le musiche per Assassinio sull’Orient Express (1974). Bennett, noto per la sua versatilità , crea un accompagnamento musicale che enfatizza perfettamente l’atmosfera sofisticata e romantica del film, senza mai risultare invasivo.
Le sue composizioni alternano melodie leggere e raffinate, che accompagnano i momenti più giocosi tra Grant e Bergman, a passaggi orchestrali più intensi, che sottolineano le dinamiche emotive dei protagonisti. La musica diventa così un elemento essenziale nel costruire il tono del film, contribuendo a quell’eleganza senza tempo che caratterizza Indiscreto.
Indiscreto viene realizzato con un budget di 1,5 milioni di dollari, una cifra contenuta rispetto alle grandi produzioni hollywoodiane dell’epoca, ma che permette comunque di garantire un alto livello di eleganza e raffinatezza, grazie alla scelta delle location londinesi e ai costumi firmati Christian Dior.
Il film si rivela un ottimo successo al botteghino, incassando circa 8 milioni di dollari a livello mondiale, una cifra che conferma il fascino senza tempo della coppia Grant-Bergman e la capacità di Stanley Donen di equilibrare romanticismo e sofisticatezza.
A livello di riconoscimenti, Indiscreto ottiene tre candidature ai Golden Globe, tra cui Miglior film commedia o musicale, Miglior attrice in un film commedia o musicale per Ingrid Bergman e Miglior attore in un film commedia o musicale per Cary Grant. Inoltre, riceve una nomination ai BAFTA per Bergman come Miglior attrice straniera.
Pur non vincendo premi, il film si impone come uno dei grandi successi del 1958, consolidando l’icona di Cary Grant e Ingrid Bergman nel genere della commedia romantica sofisticata.
Ci sono film che continuano a conquistarmi ogni volta che li riguardo, e Indiscreto è uno di quelli. Sarà per la chimica perfetta tra Cary Grant e Ingrid Bergman, per il fascino di una Londra elegante e senza tempo, o per i costumi di Christian Dior, che trasformano ogni scena in un quadro di raffinatezza. Ma è anche la brillantezza della sceneggiatura, l’intelligenza della regia di Donen, il modo in cui questa commedia gioca con le convenzioni senza mai essere banale.
E poi, scoprire il dietro le quinte rende tutto ancora più interessante. Spero che questo viaggio nella storia del film ve lo faccia apprezzare ancora di più, e magari vi invogli a rivederlo con uno sguardo nuovo. Perché certe pellicole non invecchiano mai, e questa, con il suo mix di glamour e ironia, è una di quelle.
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- venerdì, febbraio 28, 2025
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