Sydney Guilaroff: il parrucchiere confidente delle Dive

venerdì, novembre 15, 2024

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Sydney Guilaroff non è stato solo un parrucchiere: è stato un innovatore, un confidente e il creatore di alcuni dei look più iconici di Hollywood. In un’epoca in cui l’immagine era tutto, Sydney è andato oltre l’aspetto esteriore, diventando un punto di riferimento affettuoso e protettivo per molte delle sue clienti. Elizabeth Taylor, devastata dalla perdita improvvisa del marito Mike Todd, gli ha chiesto di rimanere a dormire sul divano accanto al suo letto, trovando in lui un conforto insostituibile. Marilyn Monroe, sentendosi minacciata e tradita, lo ha chiamato in preda alla disperazione l’ultima notte della sua vita, mentre Lana Turner ha trovato in lui una spalla su cui contare dopo il tragico incidente Stompanato.
È stato l’artefice della celebre frangetta di Claudette Colbert e del rosso fiammeggiante di Lucille Ball, e ha trasformato il look di Judy Garland con le trecce di Il Mago di Oz. Ha osato con un audace caschetto per Louise Brooks, donando uno stile inconfondibile a ogni star che si è seduta sulla sua poltrona.
Ho scoperto la sua affascinante figura mentre scrivevo l’articolo su Intrigo internazionale, per il quale ha creato l'iconica acconciatura di Eva Marie Saint, e ho deciso che la sua storia meritava assolutamente di essere tramandata.
Vi racconterò come questo ragazzo, arrivato nella Grande Mela a soli tredici anni, ha iniziato dal gradino più basso, facendo i lavori più umili, dormendo sulle panchine dei parchi e contraendo la tubercolosi, ma con la sua educazione e il talento è riuscito a colpire le persone giuste al momento giusto. Ha trovato il successo prima a New York, da Saks, e poi a Hollywood, dove è rimasto capo styling della MGM per decenni, dal 1934 agli anni ’70.
Ma Guilaroff non fu solo un innovatore dell’immagine: fu anche il primo uomo single negli Stati Uniti ad adottare un bambino, rompendo le convenzioni sociali dell’epoca con il coraggio che caratterizzò tutta la sua vita.
Siete pronti a scoprire la sua storia pazzesca?

Sydney Guilaroff nasce il 2 novembre del 1907 a Londra da una famiglia di origini russe, ma è ancora bambino quando i suoi genitori Eugene e Anna si trasferiscono in Canada. Spinti da necessità economiche e in cerca di una vita migliore, si stabiliscono prima a Winnipeg, nel Manitoba, e successivamente a Montreal. In un contesto familiare modesto ma dignitoso, il giovane Sydney dimostra fin da subito una curiosità e una sensibilità fuori dal comune. Tra i ricordi della sua infanzia, uno in particolare segnerà la sua immaginazione: un giorno, giocando per strada, trova una moneta da un quarto di dollaro. Quel piccolo tesoro lo porta per la prima volta al cinema, facendogli scoprire un mondo affascinante che sembra lontano anni luce dalla sua vita quotidiana. Da quel momento, Sydney rimane incantato dal grande schermo, perdendosi nelle storie e nelle immagini che scorrono davanti ai suoi occhi. È in quelle sale buie che si accende in lui la passione per il cinema, un interesse che lo accompagnerà sempre e che diventerà la sua bussola, portandolo a sognare un futuro oltre i confini della sua città e della sua condizione sociale.

New York: Se posso farcela qui posso farcela dappertutto

A soli quattordici anni, Sydney decide di inseguire la fortuna nella “città dei sogni,” New York, partendo con pochissimi soldi in tasca. L’arrivo alla Grand Central Station – con il brusio della folla e l’imponenza del soffitto stellato – segna l’inizio di un viaggio difficile, fatto di sacrifici e ambizioni. Senza poter permettersi un alloggio stabile, le panchine di Central Park diventano il suo rifugio notturno. Per mangiare, si affida agli Automat, i celebri ristoranti self-service dove, per pochi centesimi, può prendere piatti caldi e bevande premendo un semplice tasto. Questi luoghi rappresentano un simbolo di accessibilità in una New York frenetica, come ho raccontato in un altro articolo che trovate qui.
Per mantenersi, Sydney ha trova un impiego come magazziniere nei grandi magazzini Gimbel’s. È un lavoro faticoso, ma Sydney si distingue subito per il suo zelo e la sua onestà. Mentre altri si appropriano di piccoli oggetti, lui mantiene ogni dettaglio del magazzino in perfetto ordine, guadagnandosi i complimenti per la sua integrità, anche da parte del direttore. Questa dedizione gli permette di farsi notare, e i colleghi iniziano a rispettarlo nonostante la giovane età. In questo periodo, riceve anche una lettera di ammissione alla prestigiosa scuola di Beaux-Arts, il sogno di ogni artista in erba. Ma Sydney sa che la vita pratica non gli permette di coltivare quell’ambizione: lavorare è essenziale per sopravvivere.

Un incidente sul lavoro, però, cambia drasticamente la sua vita. Un giorno, mentre sta sistemando delle merci in magazzino, una pesante cassa gli cade addosso, causandogli una ferita profonda sul braccio. Senza alcuna indennità o tutela, e non potendo più lavorare in quello stato, viene licenziato immediatamente, ritrovandosi così di nuovo in strada.

Imparare il mestiere

Costretto a reinventarsi dopo l’infortunio che lo ha lasciato senza lavoro, Sydney trova un annuncio per un posto al McAlpin Hotel, un elegante salone situato a Herald Square, proprio dove, pochi anni dopo, sorgerà l’Empire State Building. Inizia come addetto ai cappotti e all’accoglienza delle clienti, ma il suo comportamento discreto e la sua attenzione ai dettagli colpiscono il proprietario, che, dopo qualche mese, decide di insegnargli il mestiere di parrucchiere.

Inizia così per Sydney un intenso periodo di apprendistato. Apprende l’uso dei ferri caldi per creare onde e ricci morbidi, e scopre piccoli segreti per la cura dei capelli, come risciacqui a base di aceto per donare brillantezza naturale. Impara anche le basi delle tinture, sperimentando con henné e miscele leggere che esaltino i riflessi senza apparire artificiali. Con grande pazienza, il proprietario gli insegna a maneggiare le forbici con precisione, bilanciando lunghezze e volumi in modo da ottenere tagli armoniosi che valorizzino i lineamenti delle clienti.

Un giorno, Sydney riceve una cliente dai capelli scuri, di media lunghezza e dal viso enigmatico. Sydney la ascolta con attenzione e propone un “bob,” un caschetto ben definito, corto e geometrico, che incornici il viso in modo netto e audace. Questo taglio, innovativo e diverso dai canoni, mette in risalto i suoi occhi espressivi e la sua personalità indipendente. Solo alla fine scopre che quella giovane è Louise Brooks, futura icona del cinema muto, destinata a trasformare quel look in un simbolo di audacia e modernità.



Nel frattempo, la clientela del salone inizia a richiedere sempre di più i servizi di Sydney, attratta dal suo approccio fresco e sofisticato. Tuttavia, proprio mentre sembra sul punto di costruire una solida carriera, Sydney viene colpito da un grave problema di salute. Durante una commissione, inizia a tossire sangue: la diagnosi è tubercolosi. Senza i mezzi per curarsi a New York, è costretto a tornare a Montreal, dove trova rifugio in un sanatorio. Dopo mesi di riposo e cure, si ristabilisce, e i genitori, notando la sua determinazione, decidono di aiutarlo a tornare a New York per inseguire il suo sogno.


Dal Connecticut alla Quinta Strada

Rientrato a New York e desideroso di ricominciare, Sydney trova un impiego come parrucchiere in Connecticut, lontano dallo smog e dalla frenesia di Manhattan inadatte alla sua salute appena recuperata. Anche in questo piccolo salone si fa presto notare per il suo talento e la sua capacità di comprendere i desideri delle clienti. Tra queste, una donna elegante di nome Mrs. Highland rimane particolarmente colpita dal suo lavoro. Durante un appuntamento, gli dice: “Dovresti lavorare nel salone di bellezza più rinomato di New York: Antoine’s, da Saks Fifth Avenue.”

Mrs. Highland, amica di Monsieur De Clairville, direttore dell’intero terzo piano di Saks, si offre di organizzare un colloquio per Sydney. Quando arriva il giorno dell’incontro, Sydney si presenta indossando giacca, guanti e ghette coordinate, secondo la moda dell’epoca. Viene accolto dalla responsabile del salone, Miss Crowley, che decide di metterlo alla prova: lo invita ad acconciare una delle manicuriste per valutare le sue abilità. Sydney, non sapendo esattamente cosa si aspettino i clienti del salone Antoine’s, osserva attentamente il viso della giovane e le crea un’acconciatura che valorizza i suoi lineamenti, concentrandosi sulla semplicità e sull’eleganza.

Miss Crowley rimane entusiasta del risultato così Sydney viene assunto con uno stipendio di 50 dollari a settimana, una cifra considerevole per l’epoca. Nel nuovo ambiente si trova circondato da sessanta parrucchieri europei, ciascuno noto con un nome formale come “Mr.” seguito dal nome di battesimo. Gli viene suggerito di adottare anche lui un nome straniero, ma Sydney decide di mantenere il proprio, distinguendosi con orgoglio.

Poco tempo dopo, però, il fondatore del salone, Antoine, inizia a mostrargli attenzioni non richieste, facendo sentire Sydney a disagio. Deciso a mantenere la sua integrità e la sua professionalità, Sydney chiede a Mr. Gimbel, proprietario del grande magazzino Saks, di modificare le condizioni del suo contratto. I suoi desideri vengono tutti assecondati: ottiene di lavorare senza indossare un camice, come preferiva; la sua postazione viene spostata alla prima posizione all’ingresso del salone, visibile a tutte le clienti; e, rinunciando alle mance, riceve un aumento di stipendio, sottolineando così la sua determinazione a essere valutato per il proprio talento piuttosto che per le generose offerte delle clienti.

L’incontro che cambia tutto

Concentrato sulla sua clientela d’élite a New York, Sydney Guilaroff non ha mai considerato di avvicinarsi al mondo del cinema. Il destino, tuttavia, sembra avere altri piani per lui. È il 1928 quando la Paramount Pictures contatta il famoso salone Antoine’s di Saks Fifth Avenue, chiedendo che il maestro stesso, Antoine, vada sul set di L’allegro tenente per curare il look di Claudette Colbert, l’attrice destinata a diventare una delle grandi star di Hollywood. Nonostante il talento di Antoine, il risultato non convince Claudette, che si trova insoddisfatta del suo stile.


In cerca di una soluzione rapida, Claudette chiama il salone. Babs, la receptionist, le suggerisce di “provare un nostro parrucchiere americano molto talentuoso; Mr. Sydney.” e Claudette accetta. Quando si trova al suo cospetto Sydney studia attentamente i lineamenti e l’espressione della star, percependo una combinazione di forza e delicatezza che desidera mettere in risalto. Decide di osare con un taglio innovativo: una frangia abbinata a un caschetto morbido, che incornicia perfettamente il suo viso e dona un’aria sofisticata e moderna. Claudette rimane entusiasta del risultato. Quell’acconciatura diventa il suo marchio di fabbrica per il resto della carriera, confermando l’abilità di Sydney nel saper cogliere la vera essenza delle sue clienti.

Il look attira subito l’attenzione dei giornalisti di gossip di Hollywood: Louella Parsons e Walter Winchell celebrano pubblicamente Guilaroff, definendolo “l’uomo dalle forbici d’oro.” Da quel momento, il suo nome inizia a circolare a Hollywood, e Sydney si rende conto che, nonostante non lo avesse cercato, il mondo del cinema è pronto ad aprirgli le porte.


 Il consiglio di mamma Fairbanks a sua nuora Joan (Crawford)

Beth Sulley Fairbanks, madre di Douglas Fairbanks Jr., è una delle clienti più assidue di Guilaroff a New York e ammira profondamente il suo talento. Decide così di suggerirlo alla nuora, Joan Crawford, una stella nascente di Hollywood già molto amata dal pubblico. In vista della première del suo nuovo film, L’amante, al Capitol Theatre di New York, Beth le invia un telegramma: “So che avrai bisogno di un parrucchiere mentre sei a Manhattan, e conosco l’uomo perfetto per te: Sydney Guilaroff, il miglior stilista di New York.” Joan, sempre alla ricerca di un look unico, accetta subito l’invito e prenota un appuntamento.

Joan arriva al salone con il marito, Douglas Fairbanks Jr., in un ingresso orchestrato dalla MGM per mettere a tacere le voci su una sua relazione con Clark Gable. L’impatto di Joan è immediato: quando pronuncia il suo nome, tutti si voltano. Sydney la accoglie con discrezione e la guida in una zona riservata, pronto a creare per lei un’acconciatura impeccabile. Guilaroff studia i lineamenti e lo stile della star, e alla fine crea un’acconciatura audace e sofisticata: i capelli sono divisi lateralmente, con un’onda che incornicia il viso e si raccoglie in onde morbide e fluide. Joan, entusiasta del risultato, chiede a Sydney di realizzare qualcosa di simile per il suo prossimo film, Letty Lynton, e domanda se può tornare il giorno seguente con un fotografo, in modo che l’acconciatura venga immortalata e replicata sul set. Prima di andarsene, lo invita a unirsi a lei e a Douglas alla proiezione del suo film. Quella sera, Sydney prende posto accanto alla coppia nel loro palco privato, vivendo un momento di trionfo e anticipando il ruolo centrale che avrà nella trasformazione delle star di Hollywood.

Dalla realtà alla finzione: Il caso Odlum

Mentre Sydney si afferma come uno dei parrucchieri più apprezzati di New York, un evento straordinario coinvolge una delle sue clienti e cambia radicalmente il corso della sua carriera. Una delle sue abituali frequentatrici del salone è la signora Hortense Odlum, una donna affascinante e benestante, sposata con uno degli uomini più ricchi della città, il magnate Floyd Odlum. La loro vita sembra perfetta, fino a quando un’oscura vicenda di tradimento si svolge proprio sotto gli occhi di Sydney.

Jackie Cochran, una ragazza ambiziosa che lavora come manicure e shampoo girl al salone Antoine, decide di conquistare Floyd Odlum. Malgrado Jackie non sembri avere molte possibilità, la sua tenacia la porta a imbarcarsi su una crociera, sapendo che l’uomo ha pianificato un viaggio per rilassarsi. Contro ogni aspettativa, la giovane riesce a sedurlo, e quando la coppia torna a New York, Floyd annuncia il suo divorzio e si prepara a sposare Jackie. Questo intreccio di manipolazioni e inganni finisce rapidamente al centro dell’attenzione pubblica.

In seguito al divorzio, la signora Odlum non si lascia abbattere e decide di fare una mossa sorprendente. Offre a Sydney un incremento di stipendio significativo per convincerlo a lasciare il salone di Antoine e a prendere in mano il nuovo salone di bellezza presso Bonwit Teller, un esclusivo grande magazzino newyorkese. Sydney accetta la proposta e, insieme a lui, molte delle sue affezionate clienti lo seguono nella nuova sede.
Come dite? Questa storia così ricca di intrighi e colpi di scena vi ricorda qualcosa?
Ebbene è proprio questa vicenda a ispirare la drammaturga Clare Boothe Luce, che trasforma l’intera storia in una pièce teatrale di grande successo, The Women (Donne). Successivamente, quando la storia viene adattata al cinema, il salone nel film prende il nome di “Sydney’s”, un omaggio al vero protagonista di quegli anni, ormai celebre per il suo stile unico e le sue doti artistiche.

La città degli angeli

Louis B. Mayer, capo indiscusso della MGM, è contrariato nel sapere che una delle star più influenti del suo studio, Joan Crawford prima di iniziare le riprese di ogni film vola a New York per farsi creare un acconciatura da Sydney al quale di volta in volta racconta il suo personaggio, così decide di risolvere la questione alla radice.

Nel 1934, Mayer offre a Sydney un posto come capo parrucchiere alla MGM, proponendogli di lavorare direttamente sul set con le star più importanti dello studio e di creare personalmente i look per i grandi film. La proposta è irrinunciabile: non solo lavorerà per la casa di produzione più importante, ma avrà anche la libertà di sperimentare con acconciature destinate a diventare iconiche. Ed è così che Sydney si trasferisce a Hollywood.

Alla MGM incontra Jack Dawn, capo del reparto trucco e styling, che subito impone una regola: Sydney deve unirsi al sindacato dei parrucchieri e truccatori, altrimenti non lavorerà. Ma Irving Thalberg, genio creativo e vero artefice del successo della MGM, lo consiglia in privato di evitare l’iscrizione: il sindacato impone regole troppo restrittive, che rischierebbero di soffocare la sua creatività. Inizia così una situazione paradossale: Sydney continua a ricevere uno stipendio regolare senza fare nulla. Dawn, irritato, spera che l’inattività lo porti a cedere o a lasciare la MGM.

A sbloccare la situazione è ancora una volta Joan Crawford: quando inizia a lavorare al suo nuovo film, La donna è mobile, pretende che sia Sydney a realizzare le sue acconciature. Thalberg, per evitare il conflitto, permette a Sydney di lavorare in segreto. Ogni mattina, prima dell’arrivo degli altri, entra di nascosto nel camerino di Joan e crea le sue celebri acconciature.

Greta

Sydney è sempre più richiesto dalle star della MGM, e il destino lo porta anche a incrociare Greta Garbo, la “divina” del cinema muto e sonoro. È Joan Crawford a consigliarle i suoi servizi. Quando riceve una telefonata da Garbo stessa che lo invita a discutere le acconciature per il suo prossimo film, La signora delle camelie, Sydney inizialmente pensa a uno scherzo, rispondendo al suo “Sono Greta Garbo” con “Si, e io sono John Guilbert” ma presto si rende conto che sia davvero lei. Per il personaggio di Camille, una cortigiana parigina in declino, Sydney crea acconciature che accompagnano l’andamento della trama in perfetta sintonia con gli abiti di Adrian: all’inizio, i capelli sono sofisticati, ornati e voluminosi, mentre nel corso della storia, e con l’avvicinarsi della morte della protagonista, si fanno più semplici, morbidi e decadenti, rispecchiando il tragico destino della protagonista.
A differenza di molti parrucchieri dell'epoca, non si affida a spray e gelatine fissanti per creare acconciature rigide, e questo approccio lascia all’attrice una sensazione più naturale e leggera.

Nonostante il contratto gli garantisca un accredito nei titoli di coda, Dawn minaccia di scatenare una rivolta sindacale se Sydney ottiene questo privilegio. Pur di evitare uno sciopero generale, la MGM decide di accontentare Dawn, ma Sydney non si ferma: continua a essere l’acconciatore di riferimento, in modo ufficioso, di alcune delle più grandi star.

Diventare padre

Si potrebbe pensare che Sydney Guilaroff abbia tutto ciò che un uomo possa desiderare, ma dentro di lui resta un vuoto che nulla riesce a colmare: il desiderio di paternità. Pur circondato da amici e immerso nel glamour di Hollywood, sente la mancanza della gioia di crescere un figlio, di sperimentare le emozioni della genitorialità. Tuttavia, Sydney non crede nel matrimonio, un’istituzione che ha visto fallire troppo spesso attorno a sé, e sceglie quindi di diventare padre senza i vincoli della vita coniugale. Con un coraggio che anticipa i tempi, nel 1938 decide di adottare un bambino, sfidando le convenzioni che rendevano l’adozione da parte di un uomo single quasi impossibile.
Dopo una lunga ricerca tramite un’agenzia legittima, Sydney incontra un bellissimo neonato: si chiamava Jon, e appena il bambino gli stringe un dito, lui sente di aver trovato suo figlio. Tuttavia, portare a compimento l’adozione si rivela una sfida. Dopo aver cambiato vari avvocati scoraggiati dalle difficoltà legali, si affida a Lloyd Wright, che accetta di rappresentarlo gratuitamente. Durante l’udienza, i tre rappresentanti dello Stato espongono con fermezza la loro posizione, dichiarando che “non è ammissibile che un uomo solo adotti un bambino” e insistendo su un’idea di “anormalità” nella casa di Sydney, poiché priva di una figura materna. Eppure, uno dei delegati ammette che, nonostante la loro opposizione per principio, Guilaroff sembra un padre eccellente; un altro aggiunge che appare addirittura “più morale della maggior parte delle coppie sposate che desiderano adottare.”
L’avvocato di Sydney interviene con passione: “Vostro Onore, non voglio apparire presuntuoso, ma se io e mia moglie dovessimo venire a mancare, sceglierei senza esitazioni il mio cliente come genitore per i miei stessi figli.” Di fronte a queste parole e alla convinzione di Sydney nel voler crescere quel bambino, il giudice gli concede finalmente l’adozione, rendendolo il primo uomo single negli Stati Uniti a ottenere la custodia legale di un figlio. La notizia suscita un grande scalpore, un articolo sul London Times intitolato  “L’uomo ha davvero adottato un bambino!” dice che una cosa del genere poteva accadere solo in America. Tre anni dopo, Sydney adotta un secondo bambino, Eugene, completando così la famiglia che aveva sempre desiderato. Sarà lui stesso a consigliare a Joan Crawford la stessa assistente sociale che lo aveva aiutato, permettendole di adottare la piccola Christina.

Lo scontro con Mayer

Louis B. Mayer inizia a ricevere lamentele dai cameramen, i quali trovano che le nuove acconciature di Sydney complichino il lavoro, poiché con i capelli così moderni è più difficile ottenere il classico “alone” intorno alla testa, tipico delle star del cinema muto, usando l'illuminazione da dietro. Mayer convoca quindi Sydney nel suo ufficio e gli chiede di tornare agli stili più statici del passato ma lui difende la modernità dei suoi look; anzi suggerisce agli operatori di adattarsi al cambiamento, utilizzando luci frontali per valorizzare meglio le sue acconciature, come già sperimentato dal celebre fotografo George Hurrell.
La discussione si inasprisce rapidamente, con Mayer che arriva a minacciare di imporre a Sydney un controllo sugli orari di ingresso e uscita dallo studio. Ferito dall’arroganza di Mayer e poco incline ad accettare restrizioni, Sydney decide di dare le dimissioni.
Eddie Mannix, il noto “aggiustatore” della MGM (di cui vi parlerò presto sul blog), tenta una telefonata in extremis per convincerlo ma Sydney è irremovibile.

Saranno i produttori e registi che a gran voce pretenderanno che Mayer lo richiami. Sydney torna alle sue condizioni: senza contratto e con la piena libertà di andarsene in qualsiasi momento.

Amiche per la vita

MARILYN

Sydney Guilaroff viene incaricato di preparare l’acconciatura per una giovane attrice, in procinto di sostenere un provino per il film Giungla d’asfalto. Quando la ragazza arriva al suo salone, è visibilmente nervosa. Sydney opta per un taglio “pageboy”, una pettinatura elegante e sinuosa in cui i capelli seguono e incorniciano i contorni del viso, con punte leggermente ripiegate sotto.
Quella ragazza è Marilyn Monroe, e quell’acconciatura diventerà uno dei tratti distintivi del suo fascino magnetico. Da quel momento, Sydney comincia a pettinarla per tutti i suoi film, accompagnandola sul set e diventando ben presto uno dei suoi amici più cari.


Dal 1956, con il matrimonio di Marilyn con Arthur Miller, Sydney assiste ai primi segni del suo declino emotivo e della dipendenza da farmaci. Col tempo, le sue fragilità si fanno più evidenti, rendendola inaffidabile sui set e difficile da gestire. La situazione esplode nel 1962, durante le riprese di Something's Got to Give, quando Marilyn abbandona il set per volare a New York e cantare Happy Birthday, Mr. President per John F. Kennedy.


Questo gesto controverso segna un punto di non ritorno: pochi giorni dopo, la 20th Century Fox la licenzia. Distrutta, Marilyn chiama Sydney, alternando momenti di pianto a risa nervose. Sydney cerca di confortarla e decide di andarla a trovare, ma al suo arrivo trova il Dr. Ralph Greenson, lo psichiatra di Marilyn, che la tiene lontana, impedendogli di vederla.

La notte del 4 agosto 1962, Marilyn chiama Sydney ancora una volta, rivelando segreti sconvolgenti. Racconta che Robert Kennedy è passato da casa sua, minacciandola e mettendo fine alla loro relazione. “Sono stata con lui e con JFK”, confessa disperata. Sydney, preoccupato per la sua instabilità emotiva, le suggerisce di prendere un sonnifero per riposare. La mattina seguente scopre che Marilyn è stata trovata senza vita, apparentemente a causa di un’overdose di farmaci. Consumato dai sensi di colpa, Sydney partecipa al funerale organizzato da Joe DiMaggio e viene scelto come uno dei portatori di bara, accompagnando Marilyn nel suo ultimo viaggio.


ELIZABETH 

Nel 1944, sul set di Gran Premio, Sydney si ritrova in una posizione delicata: il regista Clarence Brown gli chiede di tagliare drasticamente i capelli della protagonista per darle un aspetto più mascolino, ma la giovane attrice si oppone, determinata a non perdere la sua folta chioma scura. Per non deluderla, il parrucchiere le promette che non dovrà sacrificare i suoi capelli. Trascorre così notti insonni a creare una parrucca perfetta, studiando ogni dettaglio affinché sembri un taglio vero, e propone alla ragazza e a sua madre di mantenere il segreto con il regista. Commosse dalla dedizione e dal rispetto di quell’uomo, madre e figlia accettano l’accordo. È in quel momento che la giovane attrice, Elizabeth Taylor, capisce di aver trovato qualcuno di cui potersi realmente fidare.


L’amicizia tra i due si rafforza ulteriormente e sul set di Quo Vadis nel 1951, Elizabeth gli confida che il suo matrimonio con Hilton è una farsa. Quando, qualche anno più tardi, nel 1958 il marito di Elizabeth, il produttore Mike Todd, muore tragicamente in un incidente aereo, il mondo dell’attrice si frantuma in un dolore inimmaginabile. Devastata e incapace di affrontare da sola le lunghe notti di lutto, Elizabeth si rivolge all’unica persona di cui sente di potersi fidare completamente: Sydney. Senza esitare, lui si trasferisce temporaneamente a casa sua e per settimane dorme su un divano accanto al suo letto, pronto a consolarla nei momenti più bui. È a lui che si appoggia il giorno del funerale.

LANA

Proprio nel periodo in cui Sydney offre conforto a Elizabeth Taylor dopo la tragica morte di Mike Todd, un incontro fortuito lo trascina in una nuova vicenda drammatica. Uscito per andare a comprare un nuovo rasoio in farmacia, si imbatte in Lana Turner all’uscita del negozio Pioneer Hardware. Lana tiene in mano un coltello da cucina appena acquistato.
Il giorno dopo, le notizie sconvolgono Hollywood: Johnny Stompanato, il compagno di Lana, è stato ucciso con quel coltello, e la responsabilità è attribuita alla figlia tredicenne di Lana, Cheryl Crane. Scioccato, Sydney si precipita a casa di Lana per offrirle supporto in un momento così tragico. Lo accoglie la star stessa, con il celebre avvocato Jerry Giesler al suo fianco (di lui vi ho parlato qui).
Seduti in un angolo del salotto, Lana trova la forza di confidarsi con lui. Gli racconta come, da tempo, la sua vita fosse segnata dalla paura e dalla violenza di Stompanato, un uomo che non esitava a minacciare sia lei che Cheryl. La tensione si era accumulata fino a quella tragica sera, quando, nel tentativo di difendesi, il dramma aveva trovato il suo epilogo più oscuro (vi ho raccontato tutta la vicenda qui).

Il tocco di Syd

Tra le trasformazioni più memorabili realizzate da Sydney Guilaroff, quella di Judy Garland ne Il mago di Oz ha sicuramente lasciato un segno indelebile. Per interpretare la giovane Dorothy, Judy arriva nel suo ufficio con l’idea di presentarsi come una bambina semplice, ma è Guilaroff a dar vita all’iconico look delle trecce con fiocchi blu, scegliendo uno stile naturale che riflette l’innocenza del personaggio. 

Lucille Ball deve invece il suo iconico colore a Guilaroff. Durante le riprese di Ziegfeld Follies, notando come l’attrice fosse “sovrastata” da un abito albicocca, Guilaroff decide di sperimentare con coloranti e henné, creando un rosso brillante e vibrante che diventerà per sempre la firma di Lucy, fino a consacrarla nel celebre I Love Lucy.

Un’altra importante collaborazione è quella con Shirley MacLaine per Sweet Charity. Vestita di rosso per una scena importante, l’abito disegnato da Edith Head non convince il regista Bob Fosse. Guilaroff interviene suggerendo di ravvivare i capelli di Shirley con un tono “rosso dorato,” che esalta il personaggio e dona freschezza all’interpretazione. Questo colore diventerà il tratto distintivo di Shirley per numerosi film successivi.
Non meno straordinarie sono le acconciature audaci e monumentali che Guilaroff realizza per film in costume. In Marie Antoinette, si è immerso nella storia francese, supervisionando la creazione di oltre 2.000 parrucche, sfruttando quasi tutte le risorse di MGM. La complessità dei look richiesti va dai primi stili intricati ed elaborati della corte di Versailles fino a modelli più austeri verso la fine del film, in sintonia con l’oscurarsi delle vicende della regina. Tra le creazioni più spettacolari vi è una parrucca ornata con una voliera e un uccellino meccanico che cinguettava: un vero capolavoro che ha lasciato senza parole il pubblico. Anche in bianco e nero, i dettagli delle acconciature—che includono perle nere di Van Cleef & Arpels dal valore di 7.500 dollari—catturano l’occhio e trasformano ogni scena in pura meraviglia cinematografica.

In Kismet, Guilaroff crea per Marlene Dietrich un’acconciatura sinuosa e complessa, avvolgendo i capelli in forme geometriche perfette che evocano le suggestioni esotiche del film e accentuano il carisma unico dell’attrice. 

Infine, con Cleopatra, Sydney contribuisce a uno dei look più celebri e iconici di Elizabeth Taylor. Opta per elaborate parrucche intrecciate con gioielli e perline, che riflettono il fasto e l’opulenza dell’antico Egitto. Guilaroff riesce a catturare l’essenza regale di Cleopatra, creando acconciature che non solo valorizzano il personaggio, ma che diventeranno anche una firma per Elizabeth Taylor, immortalando un’estetica intramontabile e audace.

Sul grande schermo

Anche sul grande schermo, Sydney Guilaroff ha lasciato la sua impronta, comparendo in vari film che omaggiano il suo lavoro di hair stylist. In La dolce ala della giovinezza, si occupa dell’acconciatura di Geraldine Page, attrice teatrale dal look poco appariscente. Sydney analizza il suo volto e utilizza tecniche innovative, come fasce elastiche per tirare i capelli intrecciati e un effetto “lifting” che esalta la naturale bellezza di Geraldine. Sceglie una parrucca di un rosso ramato che, oltre a nascondere le ombre sulle guance piene, esalta la carnagione dell’attrice e la trasforma in una vera diva.



In un altro cameo memorabile, Sydney appare in una scena di Ciao Charlie con Debbie Reynolds, ambientata in un salone che richiama l’eleganza dei migliori saloni di New York.


A partire dagli anni ’70, Guilaroff si ritira progressivamente dalla vita di studio, anche se occasionalmente accetta progetti particolari. Nel 1975, in un periodo in cui avrebbe potuto godere di un meritato riposo, viene convinto dal marito di Angela Lansbury, Peter Shaw, a firmare un contratto di dieci anni con MGM, a testimonianza dell’importanza che il suo lavoro riveste ancora per il prestigioso studio. 


A metà degli anni ’90, le sue apparizioni pubbliche si fanno sempre più rare, anche se molti dei suoi amici più intimi, insieme ai suoi figli adottivi, Jon ed Eugene, continuano a sostenerlo e a fargli visita.

Il 28 maggio 1997, Sydney Guilaroff si spegne in una casa di riposo a Beverly Hills all’età di 89 anni. La causa della morte è una polmonite, secondo quanto riportato dal figlio Jon. La notizia della sua scomparsa è accolta con profondo rammarico a Hollywood, dove molte delle celebrità e dei professionisti dell’industria ricordano con affetto il suo contributo unico e inimitabile. Guilaroff lascia un’eredità straordinaria, avendo ridefinito l’arte delle acconciature cinematografiche e influenzato generazioni di hairstylist.

Sydney Guilaroff ci lascia una lezione preziosa: il talento, unito al coraggio di seguire una propria visione, può davvero cambiare le regole del gioco. In un mondo spesso dominato da apparenze e rigidi stereotipi, Sydney ha tracciato una strada personale e controcorrente, non solo con le sue creazioni, ma anche nelle sue scelte di vita. Mi ha profondamente colpito non solo la tenacia con cui ha superato le sfide della giovinezza, ma anche il modo in cui la sua vita si è intrecciata a quella delle dive più importanti nei momenti cruciali della loro esistenza.

Le sue acconciature non hanno solo adornato le icone del cinema; hanno contribuito a costruire e definire la loro identità, lasciando un segno profondo nella storia di Hollywood. Ma forse il lascito più grande di Sydney non è visibile sullo schermo: è la dimostrazione che, anche dietro le quinte, si può essere protagonisti indimenticabili, intrecciando il proprio percorso a quello delle leggende e rendendo la bellezza un dono capace di accompagnare la vita.

 

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