Ritratti: L'indomita Olivia De Havilland

giovedì, luglio 11, 2024

A causa della mia profonda venerazione per Vivien Leigh e il suo personaggio Rossella O'Hara, ho sempre considerato Melania Hamilton come "il nemico" (scherzo, ovviamente). Tuttavia, quando ho iniziato a esplorare la vita e la carriera di Olivia De Havilland, l'attrice che ha interpretato Melania, sono rimasta affascinata al punto da voler condividere questa scoperta con voi. Se anche voi, come me, avete un'avversione per quella "pupattola" di Melania, citando Rossella, vi invito a conoscere l'incredibile storia di Olivia De Havilland.
Immaginate una donna che, oltre a regalarci interpretazioni magistrali per oltre cinque decenni, ha combattuto battaglie legali che hanno cambiato l'industria cinematografica, dando persino il nome a una legge, la famosa "De Havilland Law". E il suo animo ostinato non si è placato nemmeno in tarda età, quando a 101 anni ha fatto causa alla serie TV Feud (di cui vi ho parlato qui). 

Olivia De Havilland, scomparsa nel luglio 2020 a 104 anni, è stata un'attrice straordinaria la cui vita è un racconto avvincente fatto di successi, sfide personali e conquiste storiche.
Ora mettetevi comodi e gustatevi il racconto della vita intensa dell'indomita Olivia De Havilland.

Dal Giappone con furore

Incominciamo con una notizia shock. Lo avreste mai detto che Olivia de Havilland è nata a Tokyo, in Giappone? I suoi genitori, entrambi inglesi, si erano conosciuti lì. Sua madre, Lillian Augusta Ruse, era un'attrice di teatro che aveva frequentato la Royal Academy of Dramatic Arts. Durante un viaggio in Oriente, nel 1913, Lillian incontra Walter De Havilland, un avvocato inglese e professore di legge alla Waseda University di Tokyo. Scatta subito la scintilla tra i due, così Lillian decide di rimanere lì. L'anno seguente si sposano e, dopo due anni, il 1 luglio del 1916, nasce Olivia. Il 22 ottobre del 1917 nasce la loro secondogenita Joan de Beauvoir.

Con l'intento di offrire un futuro migliore alle bambine, Lillian suggerisce al marito di trasferirsi in Inghilterra. Durante il viaggio, però, Olivia si ammala e la famiglia è costretta a fermarsi a San Francisco. Decidono infine di stabilirsi a Saratoga, nella contea di Santa Clara, in California, attratti dal clima più favorevole. Tuttavia, nel 1919, Walter capisce di amare più la governante della propria moglie, e Lillian, dal canto suo, incontra George Milan Fontaine, un severo proprietario di un grande magazzino, che da lì a poco diventa il suo nuovo marito.

Fontaine educa le bambine con una disciplina quasi militare, tanto che Olivia lo soprannomina “Il Duca di Ferro”. Fin da piccole, Olivia e Joan sviluppano un rapporto tempestoso, fatto di dispetti e ripicche. Litigano per l'affetto materno, per gli abiti, i ragazzi, praticamente per qualsiasi cosa. Joan, con una salute precaria, deve costantemente confrontarsi con la perfezione di Olivia, una bambina in salute che attira tutte le attenzioni dei genitori (della loro faida, che durerà per tutta la vita, ve ne ho parlato qui).
Mentre Olivia trascorre le sue giornate dividendosi tra la scuola, il gruppo di teatro e il corteggiamento dei giovanotti, Joan passa il tempo chiusa nella sua camera, parlando con i vicini delle sue terapie. Nel 1934, Joan viene scelta dalla compagnia teatrale della sua città per interpretare la protagonista in Alice nel Paese delle Meraviglie, ma, ironia della sorte, si ammala ed è proprio la sorella diciassettenne Olivia a sostituirla. Il patrigno, che non approva la carriera nel mondo dello spettacolo, le dà un ultimatum: se non rinuncia, non potrà più tornare a casa. Olivia, determinata a non venire meno all'impegno preso con la scuola, abbandona il tetto familiare e si trasferisce con amici di famiglia.

I primi passi nel teatro

L’estate del 1934, dopo il diploma, a Olivia De Havilland viene offerta una borsa di studio per diventare insegnante d’inglese, ma la sua passione per la recitazione è troppo forte. Decide quindi di prendere parte alla messa in scena di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, una produzione della Saratoga Community, dove interpreta Puck. Ad assistere allo spettacolo c’è il regista austriaco Max Reinhardt, arrivato in California per realizzare la stessa opera per la Premiere dell’Hollywood Bowl. Rimasto colpito dalla sua performance, Reinhardt le offre il ruolo della sostituta per la parte di Hermia, interpretata da Gloria Stuart. Una settimana prima dello spettacolo, la Stuart abbandona la compagnia, facendo debuttare come protagonista la diciottenne Olivia. Quando Reinhardt riceve mandato dalla Warner Bros per realizzarne un film, vuole che Olivia mantenga la sua parte, facendole firmare un contratto di cinque anni con lo Studio, per 200 dollari alla settimana.

Debutto a Hollywood

Nel 1935, la Warner Bros decide di produrre Capitan Blood, un film in costume basato sull'omonimo romanzo di Rafael Sabatini del 1922. Il protagonista è interpretato da un attore esordiente della scuderia della Warner, Errol Flynn, affiancato da Olivia De Havilland. Il film, diretto da Michael Curtiz, si rivela un grande successo, soprattutto grazie alla chimica tra i due protagonisti, che appariranno nuovamente insieme in altri sette film.

Durante le riprese del dramma storico Avorio nero del 1936, Olivia riesce a rinegoziare il proprio contratto, ottenendone uno di sette anni. L'anno successivo compare in due commedie di Archie Mayo, Call it a Day e Avventura a mezzanotte, e nei due drammi storici L’ultima beffa di Don Giovanni e Occidente in fiamme. Inoltre, prende parte al film del genere “cappa e spada” La leggenda di Robin Hood, dove Errol Flynn interpreta Robin Hood e Olivia veste i panni di Lady Marian. Anche questo film si rivela un grande successo.

Nel 1938, Olivia inizia una relazione con l’imprenditore miliardario Howard Hughes. Tuttavia, nel 1939, alla vigilia del matrimonio della sorella di lei, Joan Fontaine, con l’attore Brian Aherne, Hughes dichiara il suo amore a Joan, scatenando un netto rifiuto da parte di lei. Joan riferisce subito l'accaduto a Olivia, che lascia Hughes, prendendosela anche con la sorella.

Via col vento

Il 1939 è considerato l’anno d’oro di Hollywood, con la produzione di capolavori come Il mago di Oz, Ombre rosse, Mr. Smith va a Washington, Donne, Cime tempestose e Ninotchka. Tuttavia, è soprattutto l’anno di Via col vento, il film che segna la svolta nella carriera di Olivia. Viene scelta per interpretare Melania Hamilton, l’antagonista della protagonista Rossella O’Hara. Sebbene la sua interpretazione sia di alto livello, non riesce a vincere l’Oscar per la Migliore attrice non protagonista, che va invece a Hattie McDaniel per il ruolo di Mamy. 

Dietro suggerimento di Irene Mayer Selznick, l’attore James Stewart accompagna Olivia alla premiere newyorkese di Via col vento nel dicembre del 1939. Da quel momento, inizia una relazione amorosa tra i due. L’anno seguente, Stewart le propone di sposarlo, ma Olivia non si sente pronta e declina la proposta.

Finite le riprese di Via col vento, Olivia recita nuovamente con Errol Flynn nel film in costume Il conte di Essex del 1939, diretto da Curtiz, dove interpreta Lady Penelope Gray, la dama di compagnia della Regina Elisabetta, interpretata a sua volta da Bette Davis.

Una statuetta contesa

Nel 1940, Olivia rifiuta una serie di ruoli proposti dalla Warner Bros. Per punirla, lo studio la mette in sospensione. Al termine di questo periodo, Olivia torna a lavorare con Errol Flynn per la settima volta nel western I pascoli d’odio. Dopo le riprese, è costretta a sottoporsi a un’appendicectomia d’urgenza, che la obbliga a una lunga convalescenza durante la quale continua a rifiutare le parti che le propone lo studio, il che le costa una nuova sospensione.
Il 1941 porta una ventata di novità nella carriera di Olivia con la commedia sentimentale Bionda Fragola, insieme a James Cagney e Rita Hayworth, ma soprattutto con il film drammatico La porta d’oro, con Charles Boyer, che le vale la nomination all’Oscar come Migliore attrice protagonista agli Oscar del 1942. Nella stessa categoria concorre quell’anno anche la sorella Joan, che ha assunto il cognome d’arte Fontaine, per la sua interpretazione ne Il sospetto di Hitchcock accanto a Cary Grant. È la prima volta in assoluto che due sorelle competono nella stessa categoria. Joan, che ha sempre avvertito un complesso di inferiorità nei confronti della sorella Olivia, decide di non presentarsi alla serata. Olivia, temendo che questo comportamento alimenti ulteriormente le voci sulla rivalità tra loro, si reca da Joan, la aiuta a vestirsi e pettinarsi, e insieme arrivano alla cerimonia. Sono candidate anche attrici del calibro di Bette Davis e Barbara Stanwyck, ma è Joan a essere proclamata vincitrice. Dopo aver ritirato la statuetta, pare che Joan venga avvicinata da Olivia, che vorrebbe stringerle la mano, ma la Fontaine le volta le spalle.


Sempre nel 1941, Olivia recita nuovamente con Errol Flynn nel film di Raoul Walsh La storia del Generale Custer, mentre l’anno seguente John Huston la sceglie insieme a Bette Davis come protagonista della trasposizione del romanzo vincitore di un Premio Pulitzer In questa nostra vita. La lavorazione del film è molto travagliata, soprattutto a causa della Davis, che provoca discussioni e ritardi. Tuttavia, sul set inizia una relazione amorosa tra Olivia e il regista, che durerà quasi tre anni.

De Havilland VS Warner

Nel 1943, scade il contratto di sette anni che lega Olivia alla Warner Bros. L’attrice desidera andarsene, sentendosi intrappolata nel cliché della damigella da salvare, un ruolo che ha interpretato in numerosi film con Errol Flynn. Si sente più realizzata quando viene ceduta in prestito ad altri studi, come quello di Selznick per Via col vento e la Paramount per La porta d’oro. Tuttavia, la Warner Bros contesta il fatto che abbia lavorato in modo discontinuo e pretende di tenerla nella propria scuderia ancora per sei mesi. Olivia non ci sta e decide di portare la Warner in tribunale. Vince la causa, creando un importante precedente, passato alla storia come la "De Havilland Law", che limita il potere delle case di produzione e garantisce maggiore libertà agli attori. Il prezzo da pagare per Olivia è alto: la Warner, con la sua influenza sugli altri studi, la tiene lontana dagli schermi per due anni. Durante questo periodo, Olivia si dedica al volontariato, facendo visita alle truppe dell’esercito e andando negli ospedali dei veterani, avvicinandosi ancora di più al pubblico.

Gli anni d’oro

Nel 1945, Olivia riesce a ottenere un contratto con la Paramount. Mitchell Leisen la sceglie come protagonista del film drammatico A ciascuno il suo destino, dove interpreta una donna che, innamoratasi di un aviatore durante la Prima Guerra Mondiale, rimane incinta e, dopo la tragica scomparsa dell’uomo, deve affrontare una difficile scelta. Olivia non ha mai studiato recitazione in senso stretto, tuttavia, per prepararsi a questo ruolo, legge l’autobiografia di Stanislavskij e applica uno dei suoi metodi: per aiutarsi a caratterizzare le quattro fasi della vita del suo personaggio lungo la storia, usa quattro profumi diversi e abbassa il tono di voce man mano che il personaggio diventa più maturo. Il 13 marzo 1947, allo Shrine Civic Auditorium di Los Angeles, si tiene la 19esima edizione degli Oscar e Olivia vince la statuetta come Migliore attrice. Dopo aver ricevuto il premio, viene avvicinata dalla sorella Joan, che vuole congratularsi con lei, ma Olivia le volta gelidamente le spalle, una vendetta consumata fredda per lo stesso comportamento ricevuto cinque anni prima. Ad immortalare questo momento è il fotografo Hymie Fink della rivista Photoplay. Grazie a questo film, Olivia vince anche il Golden Globe e il New York Film Critics Circle Awards.

Sempre nel 1946, Olivia prende parte ad altri due film. In Appassionatamente, la vita romanzata delle sorelle Bronte, interpreta il ruolo di Charlotte, mentre nel noir Lo specchio scuro offre una straordinaria prova di recitazione interpretando due gemelle dal carattere opposto. È anche in questo periodo che Olivia convola a nozze con lo scrittore Marcus Goodrich.


Nel 1948, Olivia recita la parte di una donna con problemi mentali nel film drammatico La fossa dei serpenti, diretto da Anatole Litvak e tratto dall’omonimo romanzo. La sua interpretazione intensa le fa vincere un New York Film Critics Circle Award. Ma è con L'ereditiera del 1949 che Olivia raggiunge uno dei vertici della sua carriera (film di cui vi ho parlato qui). Diretto da William Wyler e basato sul romanzo di Henry James Washington Square, il film vede Olivia nel ruolo di Catherine Sloper, una giovane donna timida e insicura che subisce una trasformazione radicale. La sua performance le vale il secondo Oscar come Migliore attrice protagonista.

Durante le riprese di L'ereditiera, Olivia lavora accanto a Montgomery Clift, un attore emergente noto per il suo metodo di recitazione introspettivo. Nonostante alcune tensioni iniziali dovute alle loro diverse tecniche recitative, Olivia riesce a offrire una performance straordinaria. La sua dedizione e il suo impegno nel ruolo contribuiscono a fare di L'ereditiera un successo critico e commerciale.
Il 27 settembre del 1949, nasce il primo figlio di Olivia, Benjamin Goodrich. Dopo la nascita del figlio, Olivia decide di prendersi una breve pausa dal cinema per dedicarsi completamente al bimbo. 

Tuttavia, la sua passione per la recitazione non si spegne e Olivia torna presto sul palcoscenico.
Nel 1950, si trasferisce a New York, dove partecipa alla produzione teatrale di Romeo e Giulietta di Shakespeare al Broadhurst Theatre e poi a Candida di George Bernard Shaw al National Theatre, ricevendo buone recensioni per entrambe le performance.

Parigi, o cara

Nel 1953, il governo francese invita Olivia a Cannes per il Festival del Cinema. È qui che conosce il giornalista del “Paris Match” Pierre Galante. Olivia, divorziata da Marcus Goodrich nel 1952, cede al corteggiamento di nove mesi del reporter francese, che sposa il 12 aprile del 1955. 


La De Havilland ritorna sul grande schermo grazie al melodramma in costume La Principessa di Mendoza e al film sentimentale Nessuno resta solo, accanto a Robert Mitchum, del 1955. Nel 1956, recita nella commedia sentimentale La figlia dell’ambasciatore, accanto ad Adolphe Menjou e Myrna Loy. Il 18 luglio del 1956, nasce la secondogenita di Olivia, Gisèle Galante.

Dopo essere stata diretta nuovamente da Michael Curtiz nel western L’orgoglioso ribelle del 1958, Olivia è protagonista di Luci nella piazza, dramma sentimentale del 1962 tratto dall’omonimo romanzo, girato tra Firenze e Roma accanto a Rossano Brazzi. Lo stesso anno, Olivia divorzia dal marito Pierre, con il quale però rimane in ottimi rapporti fino alla morte di lui nel 1998.

La svolta thriller

Il 1964 segna l’anno degli ultimi due film da protagonista per Olivia, entrambi thriller psicologici. Il primo è Un giorno di terrore di Walter Grauman, dove interpreta una ricca vedova che rimane intrappolata nell’ascensore della sua villa. Dopo il grande successo del thriller psicologico di Robert Aldrich Che fine ha fatto Baby Jane? con Bette Davis e Joan Crawford del 1962, Olivia viene chiamata a sostituire Joan Crawford, ritiratasi per motivi di salute, nel secondo film del regista, Piano… piano, dolce Carlotta. In questo film, Carlotta Hollis, interpretata da Bette Davis, è la figlia del proprietario di una piantagione in Louisiana, rimasta sotto shock in seguito all’assassinio dell’amante, di cui viene accusata. Anni dopo, la cugina Miriam, interpretata da Olivia, mette in atto un piano per far impazzire Carlotta e ereditare la sua fortuna.

Negli ultimi anni della sua carriera, Olivia prende parte a diverse produzioni televisive. Nel 1977, recita nel film catastrofico Airport '77 di Jerry Jameson, insieme a James Stewart, Jack Lemmon e Joseph Cotten. Nel 1978, appare in Swarm – Lo sciame che uccide, un film fantascientifico horror con Michael Caine e Richard Chamberlain. Con l'inizio degli anni '80, Olivia continua a lavorare in televisione. Partecipa a Radici – Le nuove generazioni nel 1979, con Marlon Brando e Henry Fonda, e nel giallo È troppo facile, tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie. Nel 1982, recita nel film biografico Il romanzo di Carlo e Diana, sui reali d'Inghilterra, dove interpreta la Regina Madre. È anche protagonista delle miniserie storiche Anastasia: l'ultima dei Romanov, dove veste i panni dell'Imperatrice Maria, ruolo che le vale il Golden Globe come Migliore attrice non protagonista, e Nord e Sud, entrambe del 1986.
L'ultima apparizione di Olivia De Havilland sul grande schermo avviene nel film Una corona per Wallis del 1988, una pellicola che tratta dell'abdicazione di Re Edoardo VIII, dove interpreta Bessie, la zia e confidente di Wallis Simpson. Dopo una carriera durata 53 anni e un totale di 49 film, Olivia decide di ritirarsi ufficialmente dal mondo dello spettacolo. 

L’ultimo atto

Nel corso degli anni successivi al suo ritiro, Olivia appare in diverse occasioni pubbliche, confermando il suo status di icona del cinema. Nel 2003, partecipa alla Cerimonia degli Oscar per presentare i 58 Premi Oscar del passato, un evento che celebra la lunga e illustre storia dell'Academy. 

 


L'anno seguente, nel 2004, appare nel documentario Il ricordo di Melania, realizzato dall'emittente TCM per il 65° anniversario di Via col vento, offrendo una testimonianza preziosa sulla realizzazione di uno dei film più iconici della storia del cinema.
Il 17 novembre 2008, all'età di 92 anni, Olivia si reca a Washington dove riceve dalle mani del presidente degli Stati Uniti George W. Bush la National Medal of Arts, la più alta onorificenza statunitense assegnata per meriti artistici. Questo riconoscimento celebra il suo immenso contributo all'arte cinematografica e alla cultura americana. Due anni dopo, il 9 settembre 2010, il presidente francese Nicolas Sarkozy le conferisce la Legione d'Onore, sottolineando l'impatto globale della sua carriera e il suo legame speciale con la Francia, dove ha vissuto per molti anni.
Olivia continua a ricevere riconoscimenti anche in età avanzata. Il 1 luglio 2016, compie 100 anni, un traguardo celebrato da fan e colleghi in tutto il mondo. Nel giugno del 2017, riceve l'onorificenza di Dama Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico, un ulteriore riconoscimento del suo contributo straordinario alle arti e alla cultura.


Nello stesso anno, Olivia De Havilland, a 101 anni, decide di fare causa alla serie Feud, sostenendo di essere stata ritratta in modo offensivo e diffamatorio. La battaglia legale culmina con la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di bloccare definitivamente il processo, rigettando una mozione per riesaminare le accuse dell'attrice dopo una sentenza di una corte d'appello californiana a favore della libertà creativa degli autori.
Il 26 luglio 2020, Olivia De Havilland muore serenamente nella sua casa a Parigi. Aveva compiuto 104 anni il 1 luglio di quell'anno, lasciando un'eredità indelebile nel mondo del cinema e nella memoria collettiva dei suoi ammiratori.
Il nostro viaggio alla scoperta della vita dell'indomita Olivia De Havilland giunge al termine. Spero di avervi fatto venire voglia di recuperare alcuni suoi film, di apprezzare le sue interpretazioni e di conoscere meglio questa straordinaria figura che ha segnato indelebilmente la storia del cinema.
Olivia non è stata solo un'attrice di talento, ma anche una donna coraggiosa che ha combattuto per i propri diritti e per quelli di tutti gli attori di Hollywood. La sua determinazione ha portato a cambiamenti significativi nell'industria cinematografica, dimostrando che con passione e tenacia si possono ottenere grandi risultati.
Mentre guardate i suoi film, ricordatevi di tutto quello che Olivia ha affrontato dietro le quinte: le rivalità, le battaglie legali, e le sfide personali. La sua eredità non è solo nei personaggi che ha interpretato, ma anche nel coraggio e nella resilienza che ha dimostrato nella sua vita.


 

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1 commenti

  1. Sembrerà strano ma io ho sempre considerato Melania, non una pupattola, bensì una donna molto furba ed intelligente che trattava Rossella come doveva essere trattata se ha voluto tenersi il marito

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