Gran Bretagna e Irlanda a Hollywood: i 3 pub preferiti dalle Star
venerdì, giugno 23, 2023
Dopo avervi svelato i segreti degli alberghi (qui), dei night-club (qui) e dei ristoranti (qui) che hanno fatto da sfondo alle epoche dorate di Hollywood, mi avventuro oggi nei meandri dei 3 Pub che a Los Angeles hanno portato un po’ di Gran Bretagna e Irlanda accogliendo le Star nel loro abbraccio accogliente e nostalgico. Qui, tra le pareti avvolte dal profumo del legno antico e il sussurro di una birra che scorre, le icone del grande schermo hanno cercato rifugio quando desideravano immergersi nell'atmosfera avvolgente della vecchia Inghilterra (ma anche Scozia e Irlanda). Questi Pub sono stati testimoni silenziosi di sussurri per nuovi ruoli, brindisi segreti e fughe romantiche, mentre le Star si abbandonavano alla magia di questi angoli del vecchio continente nel cuore di Hollywood.
1) Cock ‘n Bull
9170 Sunset Boulevard
PERIODO ATTIVITÀ: 1937-1987
STORIA DELL'EDIFICIO: Nel 1937, Jack Morgan, figlio di Percy, un inglese emigrato negli Stati Uniti alla fine del 1800, decide di intraprendere una nuova sfida. Dopo aver lavorato come scrittore e sceneggiatore, si lancia nell'apertura di un locale, che aspira a riportare l'atmosfera dell'Inghilterra, la terra d'origine di suo padre. Dall’esterno il locale presenta un’insegna in carattere gotico da tipico pub inglese, insieme al disegno di un gallo e un toro che danno il nome al locale (rimando all’espressione idiomatica Cock ‘n Bull Story per indicare racconti incredibili).
Attraversando una porta di colore
rosso, si entra in un ingresso intimo e accogliente; sulla destra si trova il
bancone del bar, mentre sulla sinistra c'è una sala da pranzo calda e
invitante, arredata con tende, tavoli e sedie che evocano lo stile della
campagna inglese. La sala è dominata da un imponente camino rivestito in rame
che si estende fino al soffitto, contribuendo a creare l'atmosfera di un autentico
cottage inglese. Ogni dettaglio del locale riporta
alla terra d'origine di Morgan: le pareti rivestite in scuro legno di quercia,
le lanterne in ottone lucido, stampe antiche, giornali d’epoca e un ritratto
della Regina Vittoria.
Nel 1941 Jack Morgan decide di produrre in proprio una ginger beer che tuttavia non riesce a vendere perché il pubblico americano predilige la ginger ale, che si differenzia in quanto non fermentata. Questo lascia Morgan con un gran numero di bottiglie invendute da smaltire.
Nello stesso momento, John Martin, che ha acquisito la Smirnoff Vodka, si trova di fronte a un problema simile in quanto la sua bevanda è poco apprezzata negli Stati Uniti. Martin e Morgan decidono quindi di unire le forze: combinano la vodka e la ginger beer, aggiungendo del lime.
Nasce così un nuovo cocktail, ma manca ancora qualcosa per renderlo davvero unico. È qui che entra in gioco Ozeline Schmidt, amica di Morgan. Ozeline ha ereditato una società che produce oggetti di rame. Le tazze di rame, grazie alla loro eccellente capacità di condurre il freddo, si rivelano perfette per raffreddare il cocktail, conferendogli un’immagine immediatamente riconoscibile. Il drink viene battezzato Moscow Mule, "Il Mulo di Mosca", dato che la sua freschezza e il tocco piccante "scalciano in gola come un mulo". Nel giro di pochissimo tempo il cocktail diventa super richiesto, portando il Cock ‘n Bull, nella lista dei 5 bar più famosi del Paese stilata dalla rivista Life Magazine nel 1946.
Il Cock ‘n Bull offriva un menù da tipica taverna inglese, i piatti più popolari erano lo Yorkshire Pudding e il Rarebit Gallese, un crostino di pane ricoperto da una salsa filante a base formaggio cheddar, uova, salsa worchester e birra.
CLIENTI FAMOSI: molte Star diventano clienti abituali di questo pub, addirittura con la tazza di rame personale per il Moscow Mule. Dean Martin vi si recava a piedi dal suo ristorante, il Dino’s Lodge, che si trovava al 8524 di Sunset Boulevard, e durante il periodo natalizio staccava assegni da 200 dollari a ciascuno dei dipendenti del locale. Shelly Winter racconta nel suo libro di essere andata al Cock 'n Bull il giorno della caduta della Germania e della morte di Hitler e di aver scoperto nei locali dello staff una foto del dittatore tedesco utilizzata come bersaglio per il tiro delle freccette.
Tra gli avventori celebri del locale, l'attrice Greer Garson rilascia un'intervista a Hedda Hopper per il Los Angeles Times nel 1947 in cui afferma che il Moscow Mule è il suo cocktail preferito, anche se preferisce modificarlo un po': preferisce gustarlo in un bicchiere di vetro e lo arricchisce con del bitter Angostura.
Il regista Richard Bare, nella sua autobiografia ha raccontato un divertente aneddoto avvenuto nel locale con protagonista l’attrice Kim Novak. Affascinato dalla sua bellezza il regista si presenta a lei chiedendole se fosse interessata a entrare nel mondo del cinema. A quel punto, la Novak rispose con un pacato "Non più. Il mio nome è Kim Novak", lasciando Bare interdetto dall’imbarazzo mentre il barista e gli altri presenti ridevano della sua gaffe: aveva cercato di "scoprire" Kim Novak, un'attrice già affermata che aveva già recitato in due film per la Columbia.
Dopo mezzo secolo di attività, il pub chiude nel 1987. Nel 1972 era stato pubblicato il libro ufficiale con le ricette del locale The Cock 'n Bull's Cookery'n Libation Remembrancer.
2) Tam O’Shanter Inn
2980 Los Feliz Blvd
PERIODO ATTIVITÀ: 1922 - ancora aperto
STORIA DELL'EDIFICIO: La storia del Tam O'Shanter inizia nel 1922, quando Lawrence Frank e Walter Van de Kamp, cognati e partner commerciali, decidono di avviare un ristorante. Prima di questa avventura, Frank e Van de Kamp erano già ben stabiliti nel mondo degli affari, avendo fondato la catena di panetterie Van de Kamps Holland-Dutch e la catena di ristoranti Lawry’s.
Nel creare il loro pub, omaggio alla tradizione scozzese, i proprietari cercano qualcosa di unico e distintivo e per questo si rivolgono a Harry Oliver, architetto e scenografo di Hollywood, famoso per il suo stile "Storybook" o "Favoloso", caratterizzato da strutture stravaganti e fantasiose che sembrano uscite direttamente da un libro di fiabe. Ogni trave di legno usata nella costruzione viene prima abbrustolita sul fuoco e poi raschiata con spazzole di ferro, per rendergli un effetto vissuto che resisterà col passare del tempo.
Inizialmente battezzato come "Montgomery's Country Inn", nel 1925 viene rinominato "Tam O'Shanter Inn", rimando a doppio filo alla tradizione della Scozia in quanto è lo stesso del tipico berretto scozzese di lana morbido e piatto, che spesso al centro ha un pon-pon, che a sua volta deriva dal protagonista di un poema del 1790 di Robert Burns, che si chiamava appunto Tam O’Shanter e che lo indossava.
Se l’esterno è un richiamo al mondo delle favole, all'interno, Tam O'Shanter offre un ambiente accogliente e autentico, che ricorda una locanda scozzese. L'interno è adornato con pannelli in legno scuro, evocando un'atmosfera intima e confortevole, e le pareti sono decorate con armi medievali scozzesi, stemmi, kilt e blasoni. Il locale dispone di quattro grandi sale da pranzo, la più lussuosa è la "Bonnie Prince Charlie Room" (il nome deriva da Carlo Edoardo Stuart, noto come Bonnie Prince Charlie, figura storica legata alla rivolta giacobita in Scozia nel XVIII secolo). Vicino alla zona bar è presente un angolo chiamato The snug lounge (la nicchia) con un divanetto dove gli ospiti possono godere di un ambiente più riservato.
Il pub ha subito ulteriori cambi di nome nel corso degli anni, diventando "The Great Scot" nel 1967 (rimando all’esclamazione Great Scott simile a “Mio Dio”, dove lo Scot qui ha perso una t rimandando alla Scozia-Scotland), per poi tornare al suo originale "Tam O'Shanter" nel 1982. Gestito sempre dalla stessa famiglia il locale è ancora attivo e nel 2022 ha festeggiato il centesimo anniversario.
I piatti più famosi del locale, ancora presenti nel menù, sono la Prime Rib, una tenerissima costata di manzo, il tradizionale Haggis scozzese con interiora di pecora sapientemente miscelate con avena, cipolla e spezie, il tutto racchiuso in un budello naturale, il toad in the hole (rospo nel buco) un piatto di salsicce immerse in una pastella e cotte in forno, il tutto accompagnato dalla creamed horseradish, una salsa fatta con radice di rafano grattugiata, panna e aceto.
CLIENTI FAMOSI: Il personaggio famoso più legato a questo locale è indubbiamente Walt Disney. Il fatto che il suo Studio fosse lì vicino, non disponesse di una mensa e che Tam O’Shanter fosse l’unico ristorante della zona ha fatto in modo che Disney e i suoi dipendenti venissero a pranzare nel locale praticamente tutti i giorni della settimana. Molte delle idee che gli animatori hanno poi realizzato nei lungometraggi della Disney sono nate qui, e ad esempio la casetta dei sette nani in Biancaneve è stata ispirata proprio dalla facciata del pub. Walt Disney si sedeva sempre al tavolo 31, nella sala principale vicino al camino, e ancora oggi sono visibili delle incisioni sul tavolo che si ritiene siano state lasciate da animatori Disney, che a volte schizzavano disegni sul legno durante le riunioni con Walt. Inoltre c’è una piccola targhetta che dice “questo era il posto preferito da Walt Disney e la sua squadra di visionari”. Nel ristorante sono presenti anche due disegni, uno realizzato da Walt Disney e uno dai suoi animatori per il 75esimo anniversario.
Mary Pickford e Douglas Fairbanks frequentano il Tam per la sua atmosfera calda e accogliente rispetto alla loro residenza, chiamata Pickfair dall’unione dei loro cognomi, che ospitava feste leggendarie (a cui dedicherò prossimamente un articolo).
Altri due clienti abituali del Tam erano i cowboy di Hollywood appartenenti a due generazioni diverse, la Star del cinema muto western Tom Mix, ricordato per il suo celebre cappello da 10 galloni che teneva spesso anche fuori dal set, e la pistola più veloce del west John Wayne, il quale pare una volta sia addirittura entrato nel pub a cavallo prima di accomodarsi al suo tavolo preferito, il numero 15!Il locale è apparso in diverse serie televisive come Glee e Mad Men.3) Tom Bergin’s
6110 Wilshire Boulevard poi 840 S Fairfax Ave
PERIODO ATTIVITÀ: 1936- ancora aperto
STORIA DELL'EDIFICIO: Nel 1936 il Proibizionismo, che ha vietato la vendita e il consumo degli alcolici dal 1920 al 1933, è ormai un lontano ricordo. Tom Bergin, ex aviatore e praticante avvocato, vuole creare un luogo di ritrovo per rievocare le sue origini irlandesi. La sua famiglia aveva lasciato la contea di Kerry in Irlanda per Boston, dove aveva aperto la Commercial Brewery, specializzata nella produzione di birra e la Old Horseshoe Tavern in Haymarket Square. Ed è così che ottiene la seconda licenza per alcolici di Los Angeles, e battezza il pub come Tom Bergin's Old Horseshoe Tavern & Thoroughbred Club, all'angolo tra Wilshire Boulevard e Fairfax Avenue. Scaduto il contratto di affitto nel 1949, Bergin decide di spostarsi in un locale più grande, sulla Fairfax, dove si trova ancora oggi.
L'edificio è un classico esempio dello stile Tudor Revival, che prende il nome dalla dinastia Tudor che regnò in Inghilterra dal 1485 al 1603, e rappresenta una fusione di caratteristiche medievali e rinascimentali. Elementi distintivi sono i tetti spioventi molto ripidi, utilizzati sia per far scorrere l'acqua e la neve che per conferire un senso di grandiosità; l'half-timbering, una tecnica architettonica in cui le travi di legno sono parzialmente esposte sulla facciata esterna dell'edificio, mentre gli spazi tra le travi sono riempiti con mattoni o stucco, conferendo un aspetto rustico alla struttura; infine le finestre a piombo, costituite da piccoli pannelli di vetro tenuti insieme da sottili strisce di piombo, che aggiunge un elemento di fascino antico e dettaglio artigianale.All'interno, la sala da pranzo principale è un ampio salone con soffitto a cattedrale in cui spicca un grande camino; le pareti sono rivestite da pannelli di legno scuro, i tavoli ricoperti da eleganti tovaglie bianche.
Altro elemento caratteristico della sala è il particolarissimo soffitto. Ancora oggi è possibile ammirare la leggendaria tradizione del pub di onorare i clienti abituali esponendo un trifoglio verde con il loro nome sul soffitto, avviata nel 1950 dal manager di lunga data Jake Ohlsen. Non passò molto tempo prima che l'intero soffitto del bar fosse coperto dai trifogli e oggi ne sono esposti oltre 7.000. Durante la ristrutturazione sono stati tutti accuratamente rimossi, ripuliti e riposizionati, uno per uno.
CLIENTI FAMOSI: Cary Grant frequentava spesso il locale e oggi, in quello che allora era il suo posto preferito in cui sedersi, appeso al muro c’è il trifoglio incorniciato con il nome dell’attore.
Nel 1983, in occasione della festa di San Patrizio, l'attore Ronald Reagan, che era diventato Presidente degli Stati Uniti, ricevette un onore speciale direttamente nella Sala Ovale della Casa Bianca a Washington. Tom Bergin gli fece consegnare un trifoglio con il suo nome inciso, come tributo alle sue origini, essendo il padre di Reagan irlandese.
Prima di diventare un cliente affezionato, Bing Crosby era un amico personale di Tom Bergin. La loro amicizia era cementata dalla passione comune per le corse dei cavalli. In qualità di uno dei fondatori del celebre ippodromo di San Diego, il "Del Mar Racetrack", Crosby aveva chiesto a Bergin di assumere la gestione del ristorante per un breve periodo prima che si buttasse nell’avventura del proprio locale. Crosby aveva una forte connessione con l'Irlanda grazie alle sue origini familiari irlandesi. Era un appassionato della cultura e della musica irlandese e spesso visitava l'Irlanda, trascorrendo le sue vacanze estive nella contea di Cork.
In questo locale hanno girato alcune scene del film Duplex del 2003 con Drew Barrymore e Ben Stiller.
Amanti della nostalgia, chiudiamo questo viaggio con un saluto a questi inestimabili angoli di storia. In un'era in cui il vecchio glamour di Hollywood sembra svanire, i pub come Cock 'n Bull, Tam O'Shanter, e Tom Bergin's rimangono faro di un tempo che fu. Sono luoghi dove possiamo ancora toccare e respirare quel cinema che ora non c'è più. Brindiamo a questi locali, e a tutti voi che leggendo questo mio blog tenete viva la loro magia.
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