Benvenuti a "Girando il mondo con i film", la mia nuova rubrica dedicata a tutti gli appassionati di cinema e i viaggi. In questo spazio, vi porterò in un viaggio affascinante attraverso le città del mondo, esplorate e raccontate attraverso la lente del cinema classico americano. Ogni articolo sarà una finestra su una diversa città, un invito a viaggiare con la fantasia, guidati dalle storie, dalle scenografie e dai personaggi che hanno reso queste località immortali sul grande schermo.

Iniziamo il nostro viaggio dalla città eterna, Roma. Questa metropoli storica non è solo il cuore pulsante dell'Italia, ma anche una musa ispiratrice per innumerevoli registi e sceneggiatori. Attraverso i film di cui vi parlerò scopriremo come Roma sia stata ritratta e celebrata nel cinema americano. Questi film non solo mi permettono di mostrare la bellezza e la cultura di Roma, ma anche di immergerci in epoche passate, rivivendo momenti storici e storie d'amore indimenticabili.
Unitevi a me in questo viaggio cinematografico, dove ogni film è una nuova destinazione e ogni scena una cartolina dal passato. Preparate i popcorn e lasciatevi trasportare dalla magia del cinema, mentre "Girando il mondo con i film" vi porta a scoprire Roma come non l’avete mai vista prima.
 

1) La Primavera Romana della Signora Stone

Titolo Originale: The Roman Spring of Mrs. Stone
Anno: 1961
Regista: José Quintero
Cast: Vivien Leigh, Warren Beatty, Lotte Lenya
Trama: Il film è la storia di una ricca e famosa attrice in pensione, Karen Stone, che si trasferisce a Roma. Qui inizia una relazione con un giovane italiano, ma presto si rende conto che i suoi sentimenti non sono corrisposti come credeva.
 

Ho deciso di partire con questo film perchè inizia con una frase molto rappresentativa della città di Roma.
“Poichè tanta parte di Roma sembrava vivere nel passato, la signora Stone si convinse che Roma era forse il luogo più adatto per condurre un'esistenza che ella già presentiva come postuma. Da più di due secoli l'armoniosa cascata di scalini di marmo che scendono dalla Trinità dei monti a Piazza di Spagna è un luogo preferito di incontri. Un'umanità eterogenea viene ogni giorno a crogiolarsi al sole, a cercare la soddisfazione di qualche desiderio o a sognare. E qui in uno dei vecchi palazzi che fiancheggiano le rampe più alte della famosa scalinata Karen Stone decise di stabilire la sua residenza.”

Location: La scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna è un luogo iconico di Roma, famoso per la sua elegante architettura barocca e come punto d'incontro popolare. La Basilica di Santa Maria in Trastevere, con la sua storia millenaria e splendidi mosaici, rappresenta una delle più antiche chiese di Roma, mentre il Colosseo, simbolo dell'Impero Romano, e Piazza Navona, con le sue fontane barocche e l'atmosfera vivace, sono tra i luoghi più rappresentativi della città.

Questo film risente dell'influenza del film uscito l'anno precedente La dolce vita di Federico Fellini nel quale veniva mostrata la decadenza della vita mondana nella capitale.
 

2) Vacanze Romane

Titolo Originale: Roman Holiday
Anno: 1953
Regista: William Wyler
Cast: Audrey Hepburn, Gregory Peck, Eddie Albert
Trama: Il film racconta la storia di una principessa in visita ufficiale a Roma, che decide di scappare dalle sue responsabilità reali per un giorno. Durante la sua avventura, incontra un giornalista americano che, senza rivelare la sua professione, la accompagna in giro per la città.

Location: L'Arco di Settimio Severo, situato nel Foro Romano, è un magnifico esempio di architettura romana antica. La Via dei Fori Imperiali è una strada maestosa che attraversa il centro storico di Roma. La Fontana di Trevi, un capolavoro del barocco romano, è famosa per la tradizione di gettarvi una moneta. La scena del taglio di capelli della principessa è girata in Via della Stamperia, vicino alla Fontana di Trevi. La scalinata di Trinità dei Monti offre una vista spettacolare su Piazza di Spagna. Il Caffè della Rocca, in Piazza della Rotonda, offre una vista incantevole sul Pantheon. Il Colosseo, la Bocca della Verità nella chiesa di Santa Maria in Cosmedin e Castel Sant'Angelo sono altri luoghi chiave del film.

Sapevate che questo è il primo film americano ad essere girato interamente in Italia? La Paramount voleva che il film fosse girato negli Studios di Hollywood, ma Wyler insistette che le riprese avvenissero nei reali luoghi narrati nel film dicendo che non si poteva ricostruire il Colosseo o la scalinata di Piazza di Spagna. Riuscì a spuntarla il regista anche se dovette rinunciare al Technicolor (anche se il bianco e nero ha senza dubbio contribuito a rendere più romantica e suggestiva la storia).   
La scena davanti allo storico simbolo della Bocca della verità, in cui Gregory Peck infila la mano nella fessura fingendo che "la bocca" gliela abbia divorata, non era programmata, e l’attore ebbe il nullaosta del regista ad improvvisare, e infatti la reazione spaventata della Principessa è la vera reazione di Audrey Hepburn.

3) Tre Soldi nella Fontana

Titolo Originale: Three Coins in the Fountain
Anno: 1954
Regista: Jean Negulesco
Cast: Clifton Webb, Dorothy McGuire, Jean Peters, Louis Jourdan
Trama: Il film segue le romantiche peripezie di tre giovani donne americane a Roma che, dopo aver gettato monete nella Fontana di Trevi, trovano l'amore in modi inaspettati. 

Location: La Fontana delle Naiadi in Piazza della Repubblica è un esempio affascinante dello stile Liberty romano. La Fontana di Trevi, il Foro Romano, la scalinata di Trinità dei Monti, la vista dai giardini di Villa Borghese, la Basilica di San Pietro e Piazza del Campidoglio.

4) Gidget Va a Roma

Titolo Originale: Gidget Goes to Rome
Anno: 1963
Regista: Paul Wendkos
Cast: Cindy Carol, James Darren, Jessie Royce Landis
Trama: Questa commedia romantica segue le avventure di Gidget, una giovane ragazza americana, che trascorre le sue vacanze estive a Roma, affrontando vicissitudini amorose e scoperte culturali. 

Location: La Fontana di Trevi, uno dei simboli più famosi di Roma, tappa obbligata per i visitatori. Ponte Cestio è un ponte minore ma molto suggestivo sul Tevere.

Inoltre in questo film compare Villa d'Este di Tivoli, famosa per i suoi giardini e fontane,  un capolavoro del Rinascimento italiano.

5) Luce nella Piazza

Titolo Originale: Light in the Piazza
Anno: 1962
Regista: Guy Green
Cast: Olivia de Havilland, George Hamilton, Rossano Brazzi
Trama: Il film narra la storia di una giovane donna americana, Clara, che mentre è in vacanza in Italia con sua madre, si innamora di un giovane italiano. La madre è combattuta tra il desiderio di vedere la figlia felice e la preoccupazione per alcune complicazioni.

Location: L'Arco di Settimio Severo nel Foro Romano, la scalinata di Trinità dei Monti, Via Veneto, famosa per il suo ruolo chiave ne "La Dolce Vita" di Fellini, e l'Arco di Costantino, altro monumento storico di Roma, sono le ambientazioni principali del film.

6) Gli Amanti Devono Imparare

Titolo Originale: Rome Adventure
Anno: 1962
Regista: Delmer Daves
Cast: Troy Donahue, Suzanne Pleshette, Angie Dickinson
Trama: Il film segue la storia di una giovane bibliotecaria americana che si reca a Roma in cerca di avventura e amore. Qui incontra un architetto americano e insieme esplorano le bellezze e le romantiche avventure che la città ha da offrire.

Location: La Stazione Termini, principale nodo ferroviario di Roma, la statua colossale di Costantino ai Musei Capitolini, Piazza San Pietro nel cuore del Vaticano, Castel Sant'Angelo, una fortezza storica, Piazza Navona, con le sue fontane barocche e ponte Cestio, che collega l'Isola Tiberina al quartiere Trastevere, sono le principali location del film.

Mentre chiudiamo questo capitolo del nostro viaggio cinematografico a Roma, rimane un senso di nostalgia per un'era del cinema che ha saputo catturare l'essenza di una città intramontabile. Queste strade, queste piazze e questi monumenti, immortalati in pellicola, non sono solo scenografie: sono testimoni di storie, di passioni e di momenti che hanno segnato il tempo. Per noi, appassionati di cinema, ogni angolo di Roma evoca un'emozione, un ricordo di una scena amata o di un dialogo che non si dimentica. E così, mentre lasciamo la Città Eterna, ci portiamo dietro non solo la bellezza delle sue immagini, ma anche il calore delle storie che ci hanno accompagnato in questo viaggio. Un viaggio che ci ricorda come, attraverso il cinema, possiamo sempre ritornare nei luoghi del cuore, anche solo con la forza della nostra immaginazione.

P.s.. Siccome Facebook è probabile che non vi abbia mostrato il mio post su facebook, vi metto il link così potete scrivere comodamente i vostri commenti, lo trovate qui. 

In un'epoca in cui i palinsesti televisivi sembrano aver dimenticato il fascino senza tempo del cinema classico, è per me un dovere e soprattutto un piacere, scavare nelle profondità delle piattaforme online gratuite alla ricerca di quelle gemme dimenticate. Dopo aver esplorato l'arguta eleganza delle commedie sofisticate degli anni '30 e '40, la mia Rassegna frivola per gente seria si immerge ora nel mondo irresistibile di Stanlio e Ollio, il duo comico che ha segnato un'era e continua a conquistare generazioni.

Stan Laurel e Oliver Hardy, conosciuti in Italia come Stanlio e Ollio, hanno plasmato l'arte della comicità cinematografica con un mix unico di slapstick, sottile ironia e una chimica ineguagliabile. Gli studiosi di cinema, come Simon Louvish nel suo libro "Stan and Ollie: The Roots of Comedy", hanno evidenziato come il duo sia riuscito a trascendere i confini del semplice intrattenimento per diventare un fenomeno culturale. Louvish descrive la loro comicità come un mix di "malinconia e allegria", un contrasto che li rende intramontabili.

John McCabe, nel suo libro "Mr. Laurel & Mr. Hardy", sottolinea come il loro stile comico fosse basato su una profonda comprensione della natura umana, rendendo i loro personaggi tanto buffi quanto realistici. La loro maestria nel trasformare situazioni quotidiane in gag comiche era tanto un prodotto della loro genialità quanto di un meticoloso lavoro di squadra.

In questa rassegna, ci addentreremo nell'universo sonoro di Stanlio e Ollio, esplorando come il loro passaggio dal muto al sonoro abbia arricchito la loro arte, conferendo nuove sfumature ai loro personaggi già amati dal pubblico. Scopriremo come, nonostante i cambiamenti nel cinema e nella società, il loro humour sia rimasto una costante fonte di gioia e conforto.

Fin dall'infanzia, i film di Stanlio e Ollio hanno avuto un posto speciale nella mia vita. Con il passare degli anni, questa affezione non ha fatto altro che crescere. Ogni volta che in televisione mi imbatto in 'Figli del deserto', 'Allegri Eroi', o 'Fra Diavolo', è come se non potessi fare a meno di fermarmi a guardare. È una sorta di rituale, un incontro familiare e confortante con questi vecchi amici che non smettono mai di farmi sorridere.

Unitevi a me in questo viaggio attraverso le risate e le gag, un tributo a due maestri della comicità che hanno saputo raccontare la vita con una risata, dimostrando che, a volte, la risposta più seria alle avversità è un sorriso. 

1) Figli del deserto

Titolo originale: Sons of the Desert
Anno: 1933
Regista: William A. Seiter
Trama: Stanlio e Ollio, membri dell'ordine "Figli del deserto", partecipano a una convention a Chicago, mentendo alle loro mogli sulla loro destinazione. Quando una tempesta marina e un articolo di giornale rivelano la verità, i due cercano di nascondere il loro inganno. 

POTETE VEDERLO QUI

2) Allegri eroi (o Allegri Scozzesi)

Titolo originale: Bonnie Scotland
Anno: 1935
Regista: James W. Horne
Trama: Stanlio e Ollio viaggiano in Scozia per una presunta eredità, che si rivela essere solo una cornamusa e una vecchia tenuta. Accidentalmente si arruolano nell'esercito britannico e vengono mandati in India, dove si imbattono in varie situazioni comiche e disavventure con una tribù locale.

POTETE VEDERE QUI la prima parte, QUI la seconda e QUI la terza.

3) Fra Diavolo

Titolo originale: The Devil's Brother
Anno: 1933
Regista: Hal Roach e Charley Rogers
Trama: Stanlio e Ollio si uniscono alla banda del brigante Fra Diavolo, ma la loro goffaggine causa una serie di guai comici. 

POTETE VEDERE QUI la prima parte, QUI la seconda, QUI la terza e QUI la quarta.

4) Allegri gemelli

Titolo originale: Our Relations
Anno: 1936
Regista: Harry Lachman
Trama: Stanlio e Ollio interpretano sia se stessi che i loro fratelli gemelli, Alf e Bert. A causa di una serie di equivoci, i quattro si ritrovano coinvolti in complicazioni con malintesi e situazioni esilaranti.

POTETE VEDERLO QUI

5) Allegri vagabondi

Titolo originale: Way Out West
Anno: 1937
Regista: James W. Horne
Trama: Nel film, Stanlio e Ollio sono incaricati di consegnare il certificato di proprietà di una miniera d'oro alla figlia di un cercatore defunto. Tuttavia, dopo essere arrivati in una cittadina del vecchio West, incontrano il perfido gestore di un saloon che cerca di derubarli del documento. 

POTETE VEDERLO QUI

6) Avventura a Vallechiara
 

Titolo originale: Swiss Miss
Anno: 1938
Regista: John G. Blystone
Trama: Stanlio e Ollio sono due venditori ambulanti che cercano di piazzare trappole per topi in Svizzera. Dopo essere stati truffati con del denaro falso, finiscono per lavorare in un albergo dove incontrano un compositore austriaco e sua moglie, innescando una serie di eventi comici che culminano con un disastroso trasporto di un pianoforte su un ponte sospeso.
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7) Noi siamo le colonne

Titolo originale: A Chump at Oxford
Anno: 1940
Regista: Alfred J. Goulding
Trama: Dopo aver interrotto casualmente la fuga di un ladro, Stanlio e Ollio ottengono come premio l'iscrizione all'Università di Oxford. Una volta lì, subiscono scherzi crudeli dagli altri studenti. Dopo un incidente, Stanlio ritorna temporaneamente a essere Lord Paddington, un nobile inglese ed ex studente brillante di Oxford, sbarazzandosi dei suoi ex compagni di studi. Alla fine, un altro incidente gli fa perdere nuovamente la memoria, ripristinando la vecchia amicizia con Ollio​
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8) C'era una volta un piccolo naviglio

Titolo originale: Saps at Sea
Anno: 1940
Regista: Gordon Douglas
Trama: Stanlio e Ollio, lavorando in una fabbrica di trombe, devono affrontare la "cornofobia" di Ollio, una reazione di rabbia scatenata dal suono di strumenti a fiato. Dopo una serie di eventi sfortunati, si trovano in mare con un pericoloso criminale. La "cornofobia" di Ollio si rivela essenziale per sbarazzarsi del criminale e consegnarlo alla polizia, anche se alla fine li porta ad essere arrestati anch'essi.

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9) Ciao amici!

Titolo originale: Great Guns
Anno: 1941
Regista: Monty Banks
Trama: Stanlio e Ollio si arruolano nell'esercito insieme al loro amico Dan per proteggerlo, pensando che sia gravemente malato. Mentre cercano di farlo ritornare a casa, Dan si innamora di Ginger, una donna che gestisce un negozio di fotografia all'interno di una delle Caravelle. Alla fine, nonostante i pasticci combinati, riescono a uscire trionfanti da una finta esercitazione di guerra.
POTETE VEDERLO QUI

Nel congedarci da Stanlio e Ollio, riflettiamo sulla magia senza tempo della loro arte: un invito a sorridere di fronte alle avversità, un ricordo che, come un vecchio film, si proietta luminoso nel nostro presente. Il loro cinema, un gioco di specchi tra riso e malinconia, ci lascia un'eredità preziosa: la capacità di trovare gioia e umanità nelle semplici gag della vita. E così, con un sorriso, chiudiamo il sipario su questi maestri della comicità, sapendo che il loro eco continuerà a risuonare nel cuore di chi ama il cinema.

P.s.. Siccome Facebook è probabile che non vi abbia mostrato il mio post su facebook, vi metto il link così potete scrivere comodamente i vostri commenti, lo trovate qui. 

Cari lettori,

oggi vorrei parlarvi di qualcosa che mi sta particolarmente a cuore. È un cambiamento, un piccolo grande passo per me, e vi chiedo di leggere queste righe con la stessa fiducia e affetto che mi avete sempre mostrato.

Ricordate Burt Lancaster ne 'Il Gattopardo'? Diceva: 'Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi'. Ecco, questa frase racchiude un po' la mia decisione di oggi: cambiare per mantenere viva la nostra passione per il cinema classico americano.

Come ho accennato qualche giorno fa sulla nostra pagina Facebook, negli ultimi mesi ho dovuto affrontare un problema serio: la penalizzazione del mio lavoro da parte degli algoritmi di Facebook. È davvero scoraggiante vedere che i miei articoli, frutto di impegno e passione, vengano nascosti rispetto a contenuti di dubbia qualità acchiappa-like. Dopo aver lavorato duramente per costruire questa meravigliosa community di 50.000 persone, è triste sapere che solo pochi di voi riescano a vedere gli aggiornamenti.

È per questo che ho cercato una soluzione al problema, che mi permettesse di condividere i contenuti con voi, mantenendo al contempo la nostra presenza su Facebook, e ho trovato Substack, una piattaforma chiara e facile da usare che ci aiuta a restare connessi. Ogni venerdì, quando pubblico un nuovo articolo sul blog, vi arriverà direttamente una notifica via email. In questo modo, anche se Facebook non dovesse mostrarvi i miei post, non perderete mai i miei aggiornamenti.

E per tranquillizzarvi ulteriormente, vi dico: l'iscrizione è più facile di quanto sembri. Ho descritto ogni passo in modo approfondito per assicurarmi che tutto sia comprensibile, ma vi sorprenderà quanto sia rapido ('più presto fatto che detto', come direbbe Medusa nel film 'Le avventure di Bianca e Bernie'). 

Vediamo insieme come fare 

(vi suggerisco di leggere fino alla fine prima di iniziare).

1. Iniziate cliccando su questo link (sia da cellulare che da computer): 

   https://blogfrivolopergenteseria.substack.com/
   

2. Inserite la vostra email: Troverete un campo chiamato "Type your email". Qui, inserite il vostro indirizzo email e cliccate su "Subscribe".

   

3. Schermata 'Spread the Word': Vi apparirà una schermata che invita a condividere il perché della vostra iscrizione. È facoltativo, quindi potete cliccare su "Maybe Later" se preferite saltare questo passaggio. E il grosso del lavoro è già fatto.
   

   

4. Mail di Benvenuto con Istruzioni Dettagliate: Riceverete una mail di benvenuto da Substack con le istruzioni per completare l'iscrizione. Anche se vi anticipo qui i passaggi, troverete tutto spiegato dettagliatamente nella mail:

   Qui dovrete cliccare sul pulsante arancio "Start writing" presente nella mail. 

   
   

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Completati questi passaggi, vedrete la schermata "Success", che confermerà la vostra iscrizione. A quel punto potrete semplicemente rilassarvi e aspettare l'arrivo della mia email ogni venerdì, con la certezza che non perderete più nessun aggiornamento. 

Voglio ringraziarvi per il sostegno e la fedeltà che mi avete sempre dimostrato. La nostra pagina Facebook continuerà ad essere attiva, ma con Substack avremo un canale in più per assicurarci che chiunque desideri ricevere e sostenere il mio lavoro possa farlo senza ostacoli.

La vostra presenza e il vostro sostegno sono il vero motore di tutto il mio lavoro.

Con affetto e gratitudine,

Sempre vostra,

Mariagiulia

Scrivendo l'articolo per L'angolo dei film dedicato a Il mago di Oz (che trovate qui) mi sono resa conto che l'importanza dei costumi meritasse un articolo a parte.

Ad occuparsi del reparto costumi è il celebre stilista della MGM, Gilbert Adrian, noto semplicemente come Adrian. Famoso per aver vestito icone del cinema come Greta Garbo e Joan Crawford, Adrian affronta questo progetto con un entusiasmo tale che arriverà a dichiarare alla giornalista Hedda Hopper, che lavorare su questi costumi è stato più divertente che un viaggio in Europa. 

Per rimanere fedele all'opera originale, cercando di aderire il più possibile alle illustrazioni originali di W.W. Denslow per il libro di Baum, la prima cosa che fa Adrian è farsi mandare i suoi vecchi libri scolastici dalla sua casa a Naugatuck in Connecticut, sui quali aveva disegnato personaggi di Oz nei margini delle pagine vent'anni prima.

Il dipartimento costumi della MGM, guidato da Adrian, realizzerà per questo film quasi 1.000 capi.

DOROTHY

Nel film "Il Mago di Oz," il costume di Dorothy mantiene la caratteristica iconica del vestito a quadretti blu e bianchi del libro. Il costume cinematografico è composto da un grembiulino in percalle a quadretti bianchi e blu, indossato sopra una camicetta con maniche a sbuffo rosa pallido (colore scelto al posto del bianco per evitare un eccessivo riflesso sotto le luci del Technicolor). Indossare il costume non è stato senza sfide per Judy Garland: un bustino molto stretto veniva utilizzato per farla sembrare più giovane e schiacciare il petto, mentre capsule speciali venivano applicate ai denti per perfezionare il suo sorriso. Inoltre, per affinare la forma del suo naso, le è stato imposto l'uso di dischi di gomma inseriti nelle narici, una pratica apparentemente molto scomoda.

Le scarpe, che nel libro erano d'argento, diventano nel film un acceso rosso rubino, pensato per sfruttare al meglio le possibilità offerte dal Technicolor, e mai scelta fu più azzeccata perché diventeranno uno dei pezzi di costume più iconici nella storia del cinema. Le decolleté con i tacchi francesi sono state acquistate dalla Innes Shoe Company in colore bianco e poi tinte di rosso. I ricamatori della MGM hanno successivamente cucito quasi 5.000 paillettes rossi su georgette di seta rossa, creando una copertura per le scarpe. Ogni paio è stato ulteriormente impreziosito da un fiocco di perline e di strass color rubino.

LO SPAVENTAPASSERI 

La rappresentazione dello Spaventapasseri di Ray Bolger nel film rispecchia fedelmente i disegni di Denslow nel romanzo originale. Bolger indossa un cappello a punta e larghe falde e la sua testa è legata al corpo con una corda, proprio come nell'illustrazione del libro. Il costume è principalmente fatto di sacchi di juta imbottiti con rafia per imitare la paglia, con rattoppi vari per accentuare un aspetto fatiscente e assemblato in modo casuale. Gli indumenti specifici comprendono una giacca verde e pantaloni marroni. Per completare il look, Bolger indossa una maschera di gomma progettata per imitare i solchi e le pieghe tipiche della juta. Maschera, della quale sono stati utilizzati 12 esemplari, che si è rivelata particolarmente scomoda perchè con le alte temperature sul set, impediva alla pelle di respirare, lasciando segni sul viso di Bolger per diversi mesi dopo la conclusione delle riprese.

L'UOMO DI LATTA 

L'Uomo di Latta interpretato da Jack Haley presenta notevoli somiglianze con l'illustrazione originale di Denslow, incluso l'imbuto rovesciato usato come cappello e le file di viti lungo il torace. Il costume è composto da pelle e buckram trattati con pittura argentata, e include giunture pieghevoli nei gomiti, un cappello a cono e una mannaia (il contenitore dell’olio ha al suo interno dello sciroppo di cioccolato, che in video risulta più visibile e denso). Il vestito dell'Uomo di Latta, pesando oltre 20 chili, limita notevolmente la mobilità di Haley, che è costretto a fare frequenti pause utilizzando una tavola reclinabile per riposarsi.

IL LEONE CODARDO 

Il costume di Bert Lahr per il Leone Codardo, completo di orecchie sporgenti, labbro protesico e guanti simili a zampe di leone, umanizza notevolmente il personaggio rispetto alla rappresentazione più tradizionale e animalesca presente nelle illustrazioni del romanzo originale di L. Frank Baum. L'elaborata criniera è fatta di capelli veri, e la coda viene manipolata da un filo attaccato a una specie di canna da pesca, tenuta da un membro della troupe.

Realizzato con vera pelliccia di leone e un'imbottitura di gommapiuma, il costume pesa circa 45 chilogrammi. Indossare un costume così pesante e complesso si rivela particolarmente arduo per Bert Lahr. Le potenti lampade del Technicolor fanno salire la temperatura sul set a quasi 40 gradi Celsius. Al termine di ogni giornata, due persone sono incaricate di asciugare il costume fradicio di sudore, un'operazione che dura tutta la notte e lascia la pelliccia con un odore sgradevole. A causa del trucco elaborato, Lahr è costretto a una dieta di liquidi, che deve assumere tramite una cannuccia per non rovinare il make-up.

GLINDA 

Il personaggio della Strega Buona del Nord, interpretato da Billie Burke nel film "Il Mago di Oz", si distacca significativamente dalla descrizione del libro di L. Frank Baum, dove viene ritratta come una "piccola vecchia signora col viso coperto di rughe". Tuttavia, il film conserva un dettaglio chiave: l'abito scintillante della Strega, descritto nel libro come "cosparso di stelline che brillavano al sole come diamanti". 

Il costume di Billie Burke è un abito lungo rosa pallido, una variazione dal bianco del libro necessaria perché non avrebbe reso bene con il Technicolor. La scelta di un colore tenue e non vivace è in quanto crea un contrasto perfetto con l'oscuro abito della Strega Cattiva dell'Ovest, contribuendo all'effetto drammatico e al simbolismo del film.

Il design dell'abito è stato ispirato da quello realizzato dallo stesso Adrian 3 anni prima per Janette MacDonald nel film San Francisco. La gonna nasconde una struttura con pannier, un elemento di moda popolare nel 18° secolo che dà alla gonna un aspetto ampio sui lati mentre mantiene la parte anteriore e posteriore piatte (diverso dalla crinolina del 19esimo secolo che invece conferiva alla gonna una forma circolare completa). Il vestito è costituito da un corpetto aderente con maniche a sbuffo, e una gonna di tulle ricamata con piccole stelle, non nella classica forma a cinque punte ma nella più raffinata forma di stella polare, un omaggio al suo ruolo come strega del Nord. Gli accessori comprendono una corona alta decorata con paillettes, glitter e pietre, una bacchetta magica e vari elementi ispirati al tema del volo: un alto colletto a forma di ali, una farfalla sulla spalla e una sulla collana, e una libellula ricamata sulla manica.

LA STREGA CATTIVA DELL'OVEST 

Nelle illustrazioni del romanzo originale  la Strega Cattiva dell'Ovest ha un solo occhio (potente come un telescopio) e vola utilizzando un ombrello, ma non viene fornita una descrizione dettagliata della sua età o del suo aspetto fisico.

Adrian ha concepito un costume per la Strega che accentuava la sua malvagità attraverso diversi elementi: maniche gonfie e una grande gonna erano utilizzate per rendere la sua figura visivamente più imponente. Un alto cappello di lana nera, sostenuto da un cerchio d'acciaio interno con un lungo nastro di seta, era progettato per farla apparire più alta, amplificando la sua presenza minacciosa nei confronti di Dorothy e dei Mastichini. Il tessuto nero del costume contrastava in modo evidente con l'ambientazione circostante colorata rendendola un punto focale che attirava l'attenzione. 

Il tutto è stato ulteriormente esaltato da un trucco verde a base di rame, protesi di gomma su naso e mento e unghie finte di celluloide. A causa della tossicità del trucco, Hamilton era limitata a una dieta liquida e poteva solo bere attraverso una cannuccia. All’attrice occorreranno diverse settimane dopo la fine riprese per perdere il colorito verdastro.

Nel giorno in cui si deve girare la scena in cui la Strega dell'Ovest lascia la terra dei Mastichini avvolta in fiamme, tutto è predisposto per un effetto spettacolare. Una botola è programmata per aprirsi sotto di lei, consentendole di scomparire proprio quando le polveri incendiarie generano un'esplosione di fuoco. Il primo ciak va come previsto, ma il regista Victor Fleming decide di farne un altro "per sicurezza". A questo punto, il meccanismo della botola fallisce e Margaret Hamilton subisce ustioni sul viso e, più gravemente, sulle mani.

Prima di poter essere portata in ospedale, il suo trucco verde tossico, a contatto con le ferite, deve essere rimosso. Le truccatrici usano batuffoli di cotone imbevuti di alcol puro per struccarla, causandole un dolore atroce. La Hamilton impiega sei settimane per recuperare dalle sue ustioni e, al suo ritorno, indossa guanti per coprire le mani ancora in guarigione. Rinuncia a fare causa, consapevole che ciò potrebbe compromettere la sua carriera, ma pone una condizione: non vuole più lavorare con il fuoco. Anche la sua controfigura, Betty Danko, non è esente da pericoli. Durante una scena in cui vola su una scopa fumante, la Danko viene gravemente ustionata quando il tubo fumante destinato a rappresentare la scopa esplode. Passa 11 giorni in ospedale e rimane con cicatrici permanenti sulla gamba.