Guardando Invito a cena con delitto, uno dei comfort movie che mi risollevano sempre lo spirito (di cui vi ho parlato qui), non ho potuto fare a meno di notare l'omaggio geniale a Nick e Nora Charles, interpretati magistralmente da William Powell e Myrna Loy in L'uomo ombra. La coppia di David Niven e Maggie Smith ne è una parodia così evidente e affettuosa che mi ha spinto a una riflessione: perché non esplorare l'originale, quel duo iconico che ha definito un'era del cinema con il loro stile, spirito e la loro impeccabile chimica sullo schermo? Voi mi avete spesso suggerito di dedicargli un articolo, e questo sembra il momento perfetto per tuffarci insieme nelle loro avventure sofisticate e senza tempo, per scoprire cosa li rende così irresistibili ancora oggi.
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, si tratta di una commedia giallo-rosa, deliziosamente ricca di dialoghi brillanti, stelle fantastiche, scenografie in stile art déco, costumi magnifici, un cagnolino stupendo, abbastanza mistero da renderla suspense e abbastanza alcol da provocare una sbornia per empatia.
L'origine della storia
Se avete letto il mio viaggio nel noir (se non lo avete fatto potete recuperarlo qui) sapete che prima di diventare uno dei maggiori esponenti di questo genere letterario, Dashiell Hammett ha lavorato per sette anni come detective privato per l'agenzia Pinkerton, immerso in frodi assicurative, rapimenti, omicidi e intricati misteri. La sua esperienza sul campo e il rapporto movimentato con la drammaturga Lillian Hellman hanno fertilizzato il terreno da cui è germogliato il suo romanzo “L’uomo ombra” con protagonisti Nick e Nora Charles.
Siamo nel 1934 e la MGM, con un occhio al futuro e l'altro al portafoglio, decide di scommettere su questo romanzo fresco di stampa, affidando al regista W.S. Van Dyke, maestro dell'immediatezza e della versatilità , il compito di trasformarlo in un capolavoro cinematografico.
Siamo nel 1934 e la MGM, con un occhio al futuro e l'altro al portafoglio, decide di scommettere su questo romanzo fresco di stampa, affidando al regista W.S. Van Dyke, maestro dell'immediatezza e della versatilità , il compito di trasformarlo in un capolavoro cinematografico.
Van Dyke, già noto ai tempi del cinema muto, ha perfezionato la sua arte di regista con l'arrivo dei film sonori, diventando uno dei punti di riferimento della MGM. Famoso per girare le scene al primo ciak, guadagnandosi i soprannomi "One-Take Woody" o "One-Take Van Dyke", è considerato un vero jolly per lo studio, capace di dirigere con successo film di ogni genere: dai drammi storici ai western, dalle commedie ai gialli, fino ai musical.
Per la sceneggiatura, Van Dyke si rivolge alla coppia sia nella vita che sul lavoro di Frances Goodrich e Albert Hackett, con l'istruzione precisa di trasformare il romanzo di Hammett in una sceneggiatura che brillasse sul grande schermo. Noti per la loro abilità nel creare personaggi sofisticati e dialoghi scintillanti, Van Dyke desidera sfruttare al meglio il loro talento. Li incarca di concentrarsi sulla relazione tra Nick e Nora, chiedendo esplicitamente almeno otto scene "coniugali" tra la Loy e Powell, piuttosto che soffermarsi eccessivamente sul mistero dell'omicidio. Gli stessi sceneggiatori verranno confermati anche nel secondo film, affiancati da Dashiell Hammett stesso, assunto dalla MGM perchè scriva una nuova storia.
La coppia perfetta
Nick Charles, nonostante il titolo possa trarre in inganno, non è "l'uomo ombra", bensì un ex detective che, dopo aver sposato l'incantevole ereditiera Nora, cerca di immergersi nella rispettabile alta società . Tuttavia, il tentativo di allontanarsi da un passato di indagini su crimini e figure losche si scontra con l'irrefrenabile entusiasmo di Nora per le avventure, che lo riconduce inesorabilmente nel vortice degli intrighi. La loro relazione, contraddistinta da una complicità schietta e profonda, si rivela un'allegra danza di battute e affetto, svincolata da stereotipi matrimoniali negativi. Nora, lontana dall'essere la tipica moglie lamentosa dei film americani, è la complice perfetta di Nick: insieme formano una coppia unita dalla fiducia reciproca e dalla voglia di vivere avventure, dimostrando che la vera felicità di coppia non ammette noia. Rappresentano una delle prime coppie sposate rappresentate positivamente a Hollywood, perchè fino a quel momento la maggior parte dei personaggi cercava di entrare o uscire dai matrimoni, mentre Nick e Nora rendono il matrimonio divertente.
Nonostante le perplessità iniziali della MGM sul tono leggero del giallo e sulla rappresentazione di un matrimonio sofisticato, Van Dyke dimostra che questa direzione è la vincente.
Nonostante le perplessità iniziali della MGM sul tono leggero del giallo e sulla rappresentazione di un matrimonio sofisticato, Van Dyke dimostra che questa direzione è la vincente.
Sembra incredibile oggi, ma all'inizio la MGM aveva delle riserve anche sui protagonisti, William Powell e Myrna Loy per i ruoli di Nick e Nora ne "L'uomo ombra", fortemente voluti dal regista Van Dyke che avendoli appena diretti nel film Le due strade ne ha già constatato la grande affinità .
La MGM è preoccupata che William Powell, famoso per il suo ruolo di Philo Vance nei film di successo dal 1929 al 1933, sia troppo identificato con quel personaggio. Tuttavia, Van Dyke ha visto oltre l'apparente compostezza di Powell, scoprendo un'innata genuinità e lo ha ritenuto perfetto per il ruolo di Nick. Powell, dal canto suo, era entusiasta di interpretare un personaggio più "alla mano", con una cerchia di "amici nei bassifondi", piuttosto che il raffinato Vance.
Dopo il trionfo de L'uomo ombra, per il quale verrà candidato all’Oscar, William Powell ha visto la sua carriera decollare, arricchendosi di ruoli che hanno esaltato il suo charme e la sua versatilità . Solo per dirne alcuni L’impareggiabile Godfrey accanto all’ex moglie Carole Lombard, Vita col padre, con che otterrà la nomination all’Oscar. I suoi ultimi film sono stati Come sposare un milionario (di cui vi ho parlato qui) e La nave matta di Mister Roberts nel 1955, perchè poi si ritirerà dalle scene (morirà molto più avanti, nel 1984).
La MGM è preoccupata che William Powell, famoso per il suo ruolo di Philo Vance nei film di successo dal 1929 al 1933, sia troppo identificato con quel personaggio. Tuttavia, Van Dyke ha visto oltre l'apparente compostezza di Powell, scoprendo un'innata genuinità e lo ha ritenuto perfetto per il ruolo di Nick. Powell, dal canto suo, era entusiasta di interpretare un personaggio più "alla mano", con una cerchia di "amici nei bassifondi", piuttosto che il raffinato Vance.
Dopo il trionfo de L'uomo ombra, per il quale verrà candidato all’Oscar, William Powell ha visto la sua carriera decollare, arricchendosi di ruoli che hanno esaltato il suo charme e la sua versatilità . Solo per dirne alcuni L’impareggiabile Godfrey accanto all’ex moglie Carole Lombard, Vita col padre, con che otterrà la nomination all’Oscar. I suoi ultimi film sono stati Come sposare un milionario (di cui vi ho parlato qui) e La nave matta di Mister Roberts nel 1955, perchè poi si ritirerà dalle scene (morirà molto più avanti, nel 1984).
Van Dyke lotta anche per avere Myrna Loy nel ruolo di Nora. Nonostante abbia all'attivo circa 60 film, la Loy non è ancora considerata una star dalla MGM, spesso relegata nei panni della "donna esotica" o "l'altra donna", esitando ad affidarle parti non drammatiche.
Tuttavia, Van Dyke aveva già avuto modo di "testare" l'attrice in un modo piuttosto insolito: durante una festa a Hollywood, l’ha spinta in piscina per osservare la sua reazione, e l’attrice ha dimostrato di possedere l'aplomb e il senso dell'umorismo che caratterizzano Nora Charles. Nonostante l'iniziale riluttanza dello Studio e la contemporanea assegnazione a Myrna Loy di un altro film che sarebbe iniziato 3 settimane dopo, “One-take-Woody” grazie alla sua efficienza produttiva e alla rapidità nel completare "L'uomo ombra" in soli 15 giorni, riesce così ad avere entrambi gli attori che desidera, dando finalmente a Myrna Loy l'opportunità di emergere come stella. Da quel momento le riserveranno meno ruoli di donne ambigue e pericolose e più di donne esemplari, gentili e sofisticate, spesso nel ruolo della moglie. L’ho adorata in Vento di primavera e La casa dei nostri sogni accanto a Cary Grant. Dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939, Myrna Loy ha iniziato a ridurre i suoi ruoli cinematografici per impegnarsi nel volontariato con la Croce Rossa e successivamente nell'attivismo politico a favore del Partito Democratico, venendo anche accusata di simpatizzare con il comunismo. Negli anni '50, pur restando una figura popolare, la Loy ha selezionato con maggior cura i suoi progetti, partecipando a film come Dodici lo chiamano papà , Dalla terrazza e Merletto di mezzanotte. Ha progressivamente rallentato la sua carriera fino al ritiro negli anni '80, dopo alcune apparizioni in serie TV, inclusa "Colombo" (di cui vi ho parlato qui).
Dell'approccio alla regia di Van Dyke, Myrna Loy parla nella sua autobiografia, sottolineando come la sua predilezione per le prime riprese e un ritmo di lavoro sostenuto non solo rendessero le produzioni più economiche, ma donassero anche ai film un senso di autenticità e spontaneità . Questo metodo, secondo la Loy, favoriva interpretazioni più genuine e dinamiche coinvolgenti tra i personaggi.
In un episodio particolare, Myrna racconta il suo primo incontro con William Powell sul set di Le due strade, orchestrato proprio dal metodo di lavorare di Van Dyke che evitava le formalità delle presentazioni. Proprio questa mancanza di preavviso fece sì che Myrna Loy, correndo verso un'auto per una scena, finisse inaspettatamente sulle ginocchia di Powell. Lui, sorpreso ma allo stesso tempo divertito, la accolse con un "Miss Loy, immagino?", dando inizio a una delle partnership più affiatate e memorabili della storia del cinema.
"Quando giravamo insieme, dimenticavamo la tecnica, le inquadrature e i microfoni. Non era recitazione, ma due anime in perfetta sintonia. A differenza di molte colleghe focalizzate su se stesse, Myrna eccelleva nell'ascoltare attivamente il suo partner di scena. Possedeva quella rara qualità attoriale di saper dare e ricevere che eleva ogni performance."
William Powell
"Non ho mai apprezzato così tanto il mio lavoro come quando ho collaborato con William Powell. Era un attore eccezionale, un compagno splendido, un vero amico e, soprattutto, un completo gentiluomo." Myrna Loy
Powell e Loy erano grandi amici fuori dal set, ma non c'è mai stato nulla di romantico tra loro. Nonostante questo, tanti credevano che fossero una coppia anche nella vita vera, tanto che quando arrivarono a San Francisco per le riprese del film, il direttore dell'hotel li accompagnò nella suite deluxe pensando di fare un piacere a "Mr. e Mrs. Powell". La situazione diventò un po' imbarazzante perché con loro c'era anche Jean Harlow, che si era da poco fidanzata con Powell, anche se la notizia non era ancora stata annunciata ufficialmente. Per evitare fraintendimenti, Harlow e Loy condivisero la suite, mentre Powell prese l'unica altra camera disponibile.
A entrambi i protagonisti è riservata una delle entrate più iconiche nella storia del cinema, che avviene circa quindici minuti dopo l'inizio del film. La scena si svolge in un locale affollato: la folla si apre e ci svela Nick Charles, di spalle al bancone, mentre impartisce sagge istruzioni al barista su come shackerare correttamente un cocktail.
"La cosa fondamentale è il ritmo", afferma con autorevolezza, "Un Manhattan si agita a tempo di fox-trot, un Bronx a tempo di one-step, e per un dry martini ci vuole il tempo di un valzer."
Nora, d'altro canto, fa il suo ingresso trionfale carica di pacchetti natalizi, ma è il loro terrier Asta a rubare la scena, trascinandola in giro per il locale fino a farla cadere. Mentre i camerieri si affrettano ad aiutarla, Nick assiste alla scena divertito. "Sei tu!" esclama Nora, raccontando come Asta l'abbia portata in un tour dei "bar di gin" del quartiere alla ricerca del marito.
Il terzo protagonista
È difficile immaginare la coppia di Nick e Nora Charles senza il cagnolino Asta. Nel romanzo originale di Dashiell Hammett, è una Schnauzer femmina, mentre nei film è stato scelto un wire fox terrier di due anni di nome Skippy. A rendere iconico questo personaggio, ancora ricordato nell’albo dei cani attori (e spesso utilizzato nel celebre cruciverba del New York Times), è il suo aspetto elegante e simpatico che lo portava a interagire con i suoi padroni e con le situazioni attorno a lui, da quando lo portano a spasso a quando si nasconde o prega per avere attenzioni.
“Asta tu non sei un terrier, sei un cane poliziotto”
Nick Charles.
Molto caratteristico è anche il modo in cui viene chiamato, che si è un po’ perso nel doppiaggio italiano, con quell’Aaa-stahh pronunciato nel falso accento inglese riservato ai personaggi che rappresentavano esponenti dell’alta società .
In un'epoca in cui la maggior parte dei cani attori guadagnava $24 alla settimana, Skippy è arrivato a guadagnarne $250. Tuttavia, nonostante il successo e l'ammirazione, gli attori erano istruiti a non interagire con lui tra le riprese per non distrarlo, tanto che Skippy una volta morse Myrna Loy durante le riprese.
In un'epoca in cui la maggior parte dei cani attori guadagnava $24 alla settimana, Skippy è arrivato a guadagnarne $250. Tuttavia, nonostante il successo e l'ammirazione, gli attori erano istruiti a non interagire con lui tra le riprese per non distrarlo, tanto che Skippy una volta morse Myrna Loy durante le riprese.
La storia continua
Il successo del primo film dà vita a una celebre serie. I film successivi sono Dopo l'uomo ombra (1936, lo trovate qui), Si riparla dell'uomo ombra (1939 lo trovate qui), L'ombra dell'uomo ombra (1941, lo trovate qui), diretti ancora da Van Dyke, poi L'uomo ombra torna a casa (1945 lo trovate qui) di Richard Thorpe e Il canto dell'uomo ombra (1947) diretto da Edward Buzzell.
Al momento non sono tutti disponibili, ma terrò monitorata la situazione e aggiornerò questo articolo mettendovi i link quando torneranno.
Nel 1957 è stata realizzata la serie Tv omonima composta di 72 episodi,
trasmessa dalla NBC per due anni con Nick e Nora interpretati
rispettivamente da Peter Lawford e Phyllis Kirk.
Infine due chicche
su altri due elementi che hanno senza dubbio caratterizzato questi film e
contribuito al loro successo popolare.
Le stelle che vi hanno partecipato
I vari film hanno visto la partecipazione di numerosi attori di talento che hanno arricchito ogni capitolo con le loro interpretazioni uniche. Nel primo film della serie, Maureen O’Sullivan e Cesar Romero; nel secondo un giovane James Stewart; nel terzo capitolo due caratteristi che amo molto, C. Aubrey Smith e Marjorie Main; nel quarto Donna Reed; nel quinto (quello che mi è piaciuto di più) sono presenti Anne Revere, Lucille Watson, Harry Davenport, Donald Meek e Leon Ames, che insieme creano un mosaico di interpretazioni memorabili; infine, nel sesto e ultimo film, si unisce al cast Gloria Grahame.
Lo spirito alcolico
La serie si distingue per la rappresentazione elegante e naturale del consumo di alcol, con Nick e Nora Charles spesso ritratti mentre gustano un cocktail, a qualsiasi ora e in ogni situazione, simbolo del loro stile di vita raffinato e spensierato. Il film apre con Nick che dà lezioni sul cocktail perfetto, e subito dopo vediamo Nora al bar, pronta a ordinare cinque martini per essere al passo con il marito. Questo leitmotiv non solo conferisce al film un fascino particolare, ma è anche fonte di comicità . I Charles, con il loro continuo brindare, sembrano quasi rilanciare il Martini nell'era post-Proibizionismo, rendendolo protagonista in ogni scena.
Nel 1987, il barman della Rainbow Room di New York, DeGroff, introduce nel menù cocktail classici e dimenticati dell'era pre-Proibizionismo, serviti in eleganti bicchieri piccoli, in netto contrasto con i grandi bicchieri conici degli anni '80. Si rivolge alla Minners Designs di Manhattan per un bicchiere ispirato a quelli dei film di "L'uomo ombra", dove Nick e Nora Charles servono i loro martini. Dalla consultazione del catalogo degli anni '30 della ditta, DeGroff seleziona un modello chiamato "Little Martini", per il quale fa creare nuovi stampi e avvia la produzione. L'accoglienza positiva e la crescente domanda portano alla decisione di continuare la produzione del calice sotto il nome "Nick & Nora".
Costumi favolosi
Il guardaroba dei protagonisti de "L'uomo ombra" merita una menzione speciale per la sua eleganza e stile. Dolly Tree, originaria dell'Inghilterra, ha iniziato la sua carriera come illustratrice e attrice, per poi diventare una costumista di spicco, prima sulle scene londinesi e poi per le Folies Bergère, prima di affermarsi a Hollywood. Ha vestito star del calibro di Jean Harlow, Rosalind Russell e Judy Garland, oltre a Myrna Loy. All'epoca, era comune per gli attori indossare i propri abiti sul set, ma alla fine degli anni '20, con l'introduzione di reparti costumi negli studi, il lavoro di designer come Tree ha iniziato a plasmare visivamente il cinema. La MGM, dove la Tree ha lavorato dal 1931 al 1942, ha contribuito a definire l'immagine elegante e sofisticata dei personaggi femminili, tra cui Nora Charles.
I costumi di Nora, con la loro femminilità moderna e dettagli come vita impero, spalle scolpite e drappeggi che evidenziano le linee del corpo, hanno contribuito a creare un'icona di stile indimenticabile, anche in bianco e nero.
I costumi di Nora, con la loro femminilità moderna e dettagli come vita impero, spalle scolpite e drappeggi che evidenziano le linee del corpo, hanno contribuito a creare un'icona di stile indimenticabile, anche in bianco e nero.
Nick dal canto suo contribuisce all’eleganza della coppia, con i suoi impeccabili abiti da giorno, smoking e cilindro.
Anche gli accessori non sono lasciati al caso, dai colletti oversize ai cappelli eccentrici, per non parlare dell’abbigliamento da notte, con pigiami e vestaglie eccentriche.
Per gli appassionati de "L'uomo ombra", spero che scoprire queste curiosità abbia aggiunto valore alla vostra passione, arricchendola di nuovi dettagli. Per chi invece si è affacciato solo ora a questo affascinante universo, confido che le storie dietro il casting, il carismatico cagnolino, i dialoghi scintillanti, i magnifici costumi e i celebri cocktail vi abbiano incuriosito. Quando vi capiterà di incrociare questi classici, forse in una serata nostalgica o in un raro passaggio televisivo, li guarderete con occhi diversi, apprezzandoli ancora di più per il loro intramontabile charme.
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