"Via col Vento" (1939)
(trovate qui il mio articolo su questo film)
La mia traccia preferita: "Main Title Tara’s Theme", incapsula l'essenza di questa epica narrazione, evocando la grandiosità e l'intimità di un'era perduta. Potete sentirla qui
"I Dieci Comandamenti" (1956)
(trovate qui il mio articolo su questo film)
Il regista De Mille si rivolse a Victor Young col quale aveva già lavorato in Sansone e Dalila del '49, ma durante le riprese Young venne colpito però da una grave malattia che lo porterà alla morte nel '56. A quel punto affida la composizione al giovane Elmer Bernstein che, in realtà incaricato solo per alcune canzoni e con un contratto di una settimana, si trovò a dover comporre l'intera colonna sonora in tre mesi. Ogni brano veniva presentato al pianoforte a De Mille per l'approvazione prima dell'esecuzione orchestrale. "La Stangata" (1973)
(trovate qui il mio articolo su questo film)
La mia traccia preferita: The Entertainer, una delle prime canzoni che ho imparato a suonare al pianoforte da bambina. Il film in realtà l’ho visto vent’anni dopo e mi viene da sorridere al pensiero che per tutto quel tempo avevo immaginato che fosse un film di tutt'altro genere, chissà perchè tipo Charlie Chaplin con bombetta e bastone. Niente di più lontano. Potete sentirla qui
"Un Amore Splendido" (1957)
(trovate qui il mio articolo su questo film)
La mia traccia preferita: End title (il finale da brividi, in particolare al minuto 02.04). Potete sentirla qui
"Anastasia" (1956)
(trovate qui il mio articolo su questo film)
La mia traccia preferita: Anastasia (il massimo del pathos
con la potenza dei piatti), anche se devo ammettere che Recognition, la scena del riconoscimento, è di una delicatezza struggente e disarmante al tempo stesso. La potete ascoltare qui
"Assassinio sull'Orient Express" (1974)
(trovate qui il mio articolo su questo film)
Nel brano "The Murder", Bennett dimostra come la musica possa intensificare un momento chiave della trama, usando archi cupi e minacciosi insieme a dissonanze e una dinamica magistrale per costruire una tensione palpabile. Gli ottoni e i timpani, con i loro accenti improvvisi, evocano l'eco del delitto, trascinando l'ascoltatore nel cuore del dramma con una precisione che rispecchia la maestria di Lumet nella regia.
La mia traccia preferita: "The Orient Express", che potete ascoltare qui. Questo brano inizia con una melodia distintiva e avvincente che riflette il lusso e l'eleganza del celebre treno. L'uso di archi leggeri e fluidi crea un senso di movimento e viaggio. I passaggi in pizzicato suggeriscono il ritmico avanzare del treno sui binari (al. min. 01.01), ditemi se anche voi non avvertite la sensazione della locomotiva che pian piano accelera. Penso che la musica sia in grado di trasportare l'ascoltatore direttamente all'interno dell'Orient Express, facendogli quasi sentire il rullio sotto i piedi e vedere il paesaggio che cambia attraverso le finestre del treno.
"Alfred Hitchcock: The Best Scores from Alfred Hitchcock's Films"
(trovate qui tutti i miei articoli sui suoi film)
Da appassionata del maestro del brivido, Alfred Hitchcock, ho sempre cercato un vinile che racchiudesse le più memorabili colonne sonore dei suoi film. La mia ricerca si è conclusa quando ho messo le mani su questa raccolta, che ha soddisfatto quasi tutte le mie aspettative, lasciando fuori solo "Marnie", che rimane il mio prossimo tesoro da cacciare.
Hitchcock, con il suo genio per la suspense, ha sempre saputo come incatenare l'attenzione degli spettatori allo schermo, ma è stata la musica a trasformare i suoi thriller in veri capolavori. Oltre a non essere mai un semplice sottofondo, la musica nei suoi film fungeva da narratrice, arricchendo la trama e guidando sottilmente le emozioni dell'audience. Collaborando con compositori del calibro di Bernard Herrmann, Hitchcock ha dato vita a alcune delle più iconiche colonne sonore del cinema.
Franz Waxman, in "Rebecca", ha creato un'atmosfera di mistero e romanticismo gotico con l'uso di archi e legni, mentre in "La finestra sul cortile", il delicato "Lisa Theme" riflette l'eleganza e la forza del personaggio. Roy Webb, con "Notorious", ha tessuto un intricato tappeto sonoro di tensione e dramma, alternando momenti di romanticismo a suspense con maestria. David Buttolph, in "Nodo alla gola", ha accentuato la tensione crescente e l'atmosfera claustrofobica con un tema ricorrente che sottolinea la ciclicità del crimine. Nella colonna sonora di "Il delitto perfetto", composta da Dimitri Tiomkin, il tema principale suona come una dolce melodia romantica, in netto contrasto con la vera natura della storia, tessuta di inganni e tradimenti. Questo contrasto musicale accentua l'idea che dietro una facciata di perfezione romantica possa nascondersi una realtà molto più oscura.
Bernard Herrmann ha iniziato la sua fruttuosa collaborazione con Hitchcock in "The Trouble with Harry", optando per un tono più leggero che ben si adatta all'umorismo nero del film, mentre in "Vertigo" ha usato arpeggi e sequenze ripetute per dipingere la vertigine emotiva del protagonista.
E ovviamente c’è il famosissimo tema dell'omicidio composto per "Psycho". La scena della doccia, con i suoi acuti stridenti dei violini, è diventata emblematica del terrore puro, con la musica che taglia nell'aria tanto intensamente quanto il coltello del killer, creando uno dei momenti più indimenticabili nella storia del cinema.
La mia traccia preferita: sarebbe il tema di Marnie, ma ripiego su Il delitto perfetto essendo il mio film preferito di Hitchcock. Potete ascoltarlo qui.
"La Conquista del West" (1962)
La colonna sonora di Alfred Newman (che ha sostituito in corsa Dimitri Tiomkin)è considerata una delle sue migliori, riconosciuta per la sua capacità di catturare l'epopea della frontiera americana. Nonostante la perdita della nomination all'Oscar a favore di "Tom Jones", la sua musica rimane un punto fermo nell'AFI's 100 Years of Film Scores, celebrando la grandezza e lo spirito pionieristico dell'espansione verso ovest.
La mia traccia preferita: L’Overture. Potete ascoltarla qui.
Consigli per Aspiranti Collezionisti
- M (Mint): Immacolato, il Santo Graal dei vinili. Un disco Mint è come un sogno irrealizzato: perfetto, mai suonato, senza il minimo segno. La copertina brilla come se fosse appena uscita dalla tipografia. Trovarne uno è raro, ma quando accade, è pura magia.
- NM (Near Mint): Quasi perfetto, il disco NM ha vissuto ma con grazia. Ha girato pochissimo sul piatto, e i suoi suoni sono limpidi, senza fruscii o disturbi. La copertina mostra minime tracce del tempo, forse un angolo leggermente piegato o un filo di usura, ma nulla che tolga il fiato alla bellezza dell'insieme.
- VG+ (Very Good Plus): Un disco VG+ ha storie da raccontare. Ha girato più volte, ma è stato trattato con cura. Potrebbe avere leggeri segni superficiali che non compromettono l'ascolto, un fruscio qua e là , ma nulla che distragga dall'incanto della musica. La copertina può avere segni di usura visibili, ma conserva la sua dignità e fascino.
- VG (Very Good): Un veterano onorevole, il VG ha vissuto appieno. I segni d'uso sono più evidenti, con graffi superficiali che potrebbero introdurre fruscii nell'ascolto, ma senza salti. La copertina racconta la sua storia attraverso pieghe, sbiaditure o piccoli strappi, testimoniando gli anni e gli amori passati.
- G (Good): Entrando nel territorio di "Good", ci avventuriamo in acque più turbolente. Un vinile classificato come G ha sicuramente vissuto intensamente. I graffi sono più evidenti e possono influenzare l'ascolto, introducendo rumori di sottofondo più persistenti. La musica rimane comunque la protagonista, ma con un accompagnamento costante di fruscii e crepitii. La copertina potrebbe sembrare stancha, con segni di usura più marcati, pieghe pronunciate o addirittura qualche strappo. I dischi in questa categoria sono per i veri romantici del vinile, quelli che vedono la bellezza anche nelle imperfezioni.
- F (Fair): Un disco classificato come Fair è ancora più vissuto di un G. I segni del tempo e dell'uso sono ovunque, dai graffi profondi che possono causare salti durante l'ascolto, a un fruscio così marcato da competere con le note stesse. La copertina porta le cicatrici del tempo, con danni più significativi come grandi strappi o parti mancanti. Questi vinili sono per i collezionisti che cercano rarità o per coloro che desiderano possedere un pezzo di storia, a prescindere dalla qualità dell'ascolto.
- P (Poor): La categoria Poor è riservata ai dischi che hanno attraversato veri e propri uragani. La qualità del suono è fortemente compromessa, con graffi e danni tali da rendere l'ascolto una vera sfida. La copertina potrebbe essere quasi irriconoscibile, con danni estesi e parti mancanti. Un vinile Poor è spesso più un oggetto da esposizione, un ricordo di ciò che è stato, piuttosto che una fonte di piacere auditivo.
3. Fonti Affidabili: Acquistate da venditori affidabili, sia nei mercatini che online. Leggete recensioni e chiedete informazioni sulla storia del disco. Il mio canale principale rimane Ebay, dove ho acquistato solo da utenti con recensioni super positive. Ultimamente ho acquistato anche su Vinted anche se lì ci sono meno articoli. Infine ho scoperto Discogs un sito davvero magnifico che mette in comunicazione collezionisti di tutto il mondo (io personalmente preferisco acquistare all'interno dell'Unione Europea perchè non voglio sorprese con ulteriori addebiti in dogana). La mia esperienza è stata super positiva e lo consiglio più di Ebay sia come ventaglio di offerte che di professionalità dei venditori.
Spero che questo viaggio alla scoperta dei miei vinili vi sia piaciuto, aspetto di sapere se anche voi li collezionate e quali possiedete. La prossima volta vi mostrerò i miei vinili relativi ai musical di Hollywood.
A presto
P.s.. Siccome Facebook è probabile che non vi abbia mostrato il mio post a causa dell'algoritmo, vi metto il link così potete scrivere comodamente i vostri commenti, lo trovate qui.
Vi ringrazio per sostenermi sempre!
- venerdì, febbraio 09, 2024
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