Per la rubrica "L'angolo dei film", oggi vi parlerò di un film che mi sta molto a cuore e che per la sua trama delicata e affascinante, ha catturato la mia immaginazione e il mio cuore in modo unico. Ma ciò che mi ha veramente appassionato è la storia che c'è dietro alla sua creazione, una storia che sento il bisogno di condividere con voi. Perciò non perdiamo tempo ed ecco a voi la storia di Harvey.
Trailer originale:
La trama in breve:
Alcune scene del film |
Foto promozionali del film |
Mary Chase è una scrittrice di Denver, nata nel 1907 in una famiglia di origine irlandese e cresciuta nel quartiere operaio considerato “il lato sbagliato della città ”. Amante della letteratura e delle fiabe folkloristiche, durante la giovinezza Mary diventa giornalista di cronaca e questo le permette di sviluppare una particolare sensibilità a causa di tutti i personaggi, anche bizzarri, in cui s’imbatte. Dopo questa esperienza decide di cimentarsi con la drammaturgia. L’inizio non è dei più incoraggianti, il suo primo spettacolo a Broadway è un flop ma non si dà per vinta. Siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e Mary nota una sua vicina di casa, vedova il cui unico figlio è disperso in guerra, che ogni giorno andava a lavorare con passo sempre più lento. Questo la turba profondamente e la spinge a cercare un modo per sollevarle il morale: dopo molte idee scartate, una notte, Mary è colpita da un'immagine tanto bizzarra quanto illuminante, quella di uno psichiatra, seguito da un gigantesco coniglio bianco, che attraversa la sua camera da letto.
Mary Chase |
Da questa scintilla Mary inizia a scrivere la sceneggiatura di una piece teatrale dal titolo Harvey, con protagonista Elwood P. Dowd, un uomo affabile che passa le sue giornate nei bar insieme al suo amico Harvey, un coniglio antropomorfo alto due metri, che nessuno però vede. Quando la sorella di Elwood, Veta, stanca del suo comportamento eccentrico, decide di farlo internare in un manicomio iniziano i guai. Il 1° Novembre del 1944 Harvey debutta a Broadway nel teatro della 48esima strada, prodotto da Brock Pemberton e diretto da Antoinette Perry, con Frank Fay nei panni di Elwood e Josephine Hull nel ruolo di sua sorella Veta. Lo spettacolo riscuote un enorme successo e rimarrà in cartellone per 5 anni. Grazie al suo approccio innovativo alla commedia e l’esplorazione di temi seri attraverso una lente comica permettendo al pubblico di riflettere su questioni profonde in un contesto leggero e divertente, Mary Chase nel 1945 riceve il prestigioso Premio Pulitzer per il Teatro, battendo Lo Zoo di vetro di Tennessee Williams, consacrando Harvey come un classico del teatro americano.
La regia viene affidata a Henry Koster, il cui ultimo film La moglie del vescovo gli ha fatto conquistare la nomination all’Oscar, che accetta entusiasta. In un’intervista del 1987 dirà “Era una storia proprio nel mio stile, c'era così tanto bizzarro, così tanto fiabesco, così tanto pensiero profondo, così tanto decenza nelle persone. L’ho adorato.”
Per la parte del protagonista vengono inizialmente considerati Cary Grant, Gary Cooper, Jack Haley e James Cagney. Con Bing Crosby si arriva addirittura praticamente alla firma quando l’attore fa marcia indietro sostenendo che il pubblico che l’aveva ammirato come prete di La mia via non l’avrebbe accettato nel ruolo di un uomo dedito all’alcol. Ed è così che il nome di James Stewart spunta fuori come un coniglio dal cilindro (e direi che non potrebbe esserci espressione più azzeccata di questa). In quel momento storico Stewart ha sulle spalle una carriera già ben consolidata, i film con Capra L’eterna illusione, Mr. Smith va a Washington e La vita è meravigliosa, Scandalo a Filadelfia che gli è valso l’Oscar come Migliore attore e ha già instaurato il sodalizio con Hitchcock grazie al film Nodo alla gola (a cui seguiranno La finestra sul cortile, L’uomo che sapeva troppo e La donna che visse due volte), riuscendo ad interpretare egregiamente sia ruoli delle commedie brillanti che quelli più impegnati e tormentati. Nelle rappresentazioni estive dello spettacolo teatrale di Harvey del 1947 e del 1948, quando Frank Fay si trova in vacanza, viene chiamato a sostituirlo James Stewart, che aveva iniziato la sua gavetta d’attore proprio sui palchi di Broadway vent’anni prima. La rivista Variety lo definirà "letteralmente perfetto nella sua prima performance." Il regista Koster si troverà benissimo a lavorare con Stewart e infatti lo dirigerà in altri tre film, Il viaggio indimenticabile, Mr. Hobbs va in vacanza e Prendila è mia, descrivendolo come un professionista dal grandissimo talento. In molte interviste James Stewart dirà che Elwood P. Dowd è stato il suo ruolo preferito in assoluto. Stewart interpreta Elwood con una tale sincerità e un tale calore che il pubblico non può fare a meno di simpatizzare con lui, nonostante la sua evidente stranezza. La sua interpretazione è tanto più impressionante se si considera che deve recitare gran parte del film reagendo a un personaggio che non esiste sullo schermo.
Il dott. Chumley, il direttore della clinica psichiatrica, è interpretato da Cecil Kellaway, un caratterista distintosi in vari film tra cui il più importante è sicuramente Il postino suona sempre due volte del 1946 dove interpreta il marito di Lana Turner (di cui ho parlato qui) e che nel 1967 sarà il reverendo in Indovina chi viene a cena, ruolo che gli farà ottenere la nomination all'Oscar. Il dott. Sanderson doveva essere interpretato da Alex Nichol ma essendo impegnato sul set del film Tomahawk viene sostituito da Charles Drake. Infine l’infermiera Miss Kelly è interpretata da una giovane attrice, Peggy Dow, che però non proseguirà la carriera nel cinema dopo il 1952.
Le riprese iniziano il 18 aprile del 1950 e il clima sul set è fin da subito molto sereno e gioviale. Durante la pausa pranzo il cast tiene sempre un posto vuoto per Harvey, che ha addirittura la sua sedia da regista personalizzata e comparirà nei titoli di coda. È invece un’idea di Stewart quella di suggerire al regista di ampliare le inquadrature in modo che la stazza di Harvey potesse rientrarvi.
Foto degli attori sul set |
Ed ecco un'altra chicca che voglio condividere con voi. Dovete sapere che nel corso della sua carriera, il regista Henry Koster ha sviluppato una tradizione unica e affascinante. Dopo aver sposato l'attrice Peggy Moran nel 1942, Koster le promise che l'avrebbe inclusa in ogni film che avrebbe realizzato. Mantenne la promessa, ma non nel modo in cui si potrebbe pensare. Invece di includere Moran in ogni film come attrice, Koster commissionò un busto di lei, nello specifico del suo volto, e lo inserì in ogni film che ha realizzato fino al suo ultimo film nel 1966. Nel film del 1947 La moglie del vescovo, quando Dudley, l'angelo interpretato da Cary Grant, visita la casa della signora Hamilton nel tentativo di sciogliere il suo cuore di ghiaccio, lo seguiamo nella sala musicale, sulla scrivania troviamo il busto della Moran. Un altro esempio si trova nel film del 1949 Le due suore, anche se qui è stata una sfida trovarlo; quando suor Margaret e suor Scolastica tornano dalla signora Potts dopo aver visitato il vescovo, contro il muro, sotto un dipinto, si trova il busto della moglie di Koster. in Harvey lo troviamo nella scena in cui il Dr. Chumley sta lasciando il salotto di Veta e troviamo la statuetta su un tavolino. Nel film Dominique del 1966, il busto di Peggy Moran compare nella scena in cui suor Ann, madre Prioress e suor Cluny sono nell'ufficio del vescovo. Questo busto, spesso posizionato su un caminetto, un pianoforte o una scrivania, è diventato una sorta di "easter egg" nei film di Koster, creando un gioco divertente tra gli spettatori che guardando un suo film sanno di doverlo individuare (un po' come avviene con il cameo di Hitchcock).
Costruita per il film del 1946 Un genio in famiglia nello Stage 12 degli Universal Studios, la casa è stata poi ricollocata su Colonial Street dove è diventata casa Dowd in Harvey. Nel 1981 è stata spostata nella Nuova Colonial Street che negli anni 2000 è stata rinominata Wisteria Lane, che molti di voi conosceranno come il luogo in cui è ambientata la fortunata serie TV Desperate Housewives (la casa di Harvey è stata leggermente modificata ed è diventata la casa di Gabrielle e Carlos Solis).
Il 20 dicembre 1950 si tiene una doppia Premiere del film, a New York all’Astor Theatre e in contemporanea a Londra all’Odeon Theatre, in quanto il regista e James Stewart si trovano nella capitale inglese per girare un nuovo film con Marlene Dietrich.
Il film si presenta agli Oscar del 1951 con due candidature, una per James Stewart come Migliore attore protagonista e una per Josephine Hull come Migliore attrice non protagonista. Stewart concorre insieme a William Holden candidato per Viale del tramonto e Spencer Tracy per Il padre della sposa, ma verranno battuti da Josè Ferrer per la sua interpretazione di Cyrano De Bergerac. Mentre La Hull che si scontra con ben due attrici del film Eva contro Eva, Celeste Holm e Thelma Ritter, e Nancy Olson di Viale del tramonto, riuscirà a portare a casa la statuetta.
Nel 1970 a Broadway sbarca un revival di Harvey con protagonista sempre James Stewart, affiancato da Helen Hayes (straordinaria attrice che molti di voi ricorderanno come nonna di Ingrid Bergman nel film Anastasia) che interpreta sua sorella, e insieme prenderanno parte anche ad una produzione televisiva di Harvey.
QUOTES:
Dott. Sanderson: Tutti dobbiamo affrontare la realtà , un giorno o l'altro.
Elwood: Ah, vedete: io ho lottato con la realtà trentacinque anni, dottore, e sono felice di dire che l'ho vinta fuggendola.
Elwood: Harvey ed io ci sentiamo come riscaldati in quei momenti: siamo entrati come estranei e ci sentiamo fra amici. Ci vengono vicino, si siedono, beviamo insieme, e parlano con noi, ci dicono delle immense terribili cose che hanno fatto, delle immense stupende cose che faranno: le speranze, i rimpianti, gli amori, le avversioni... Tutto immenso, perché nessun uomo porta mai niente di piccolo in un bar.
Elwood: Comunque, come dicevo, stavo passeggiando quando sentii una voce dire: "Buonasera, signor Dowd!". Io allora mi voltai e vidi questo grande coniglio bianco appoggiato ad un lampione. Non ci trovai nulla di strano: perché quando uno ha vissuto in una città quanto ho vissuto io in questa, si fa l'abitudine al fatto che tutti conoscano il tuo nome
Elwood: Vedete, la scienza ha superato il tempo e lo spazio. Ebbene: Harvey ha superato non solo il tempo e lo spazio, ma qualsiasi obiezione.
Veta: Siete contento? Potevate anche aspettare un minuto!
Autista: Ah no. Sentite, signora. Sono ben quindici anni che faccio questa
strada. Li ho portati qui a farsi quell'iniezione e li ho riportati a
casa dopo averla fatta: si trasformano.
Veta: Eh, l'iniezione serve a questo.
Autista: Non ci scherzate: all'andata si godono il viaggio comodamente seduti,
parlano con me. Qualche volta ci fermiamo a guardare il tramonto e gli
uccellini che volano; qualche volta ci fermiamo a guardare gli uccelli
anche quando non ci sono, e guardiamo il tramonto anche se piove.
Insomma... ci divertiamo, la mancia è sempre grossa... Ma dopo... Oh,
[...] dopo non fanno che brontolare, gridano sempre "Attento ai fari!",
"Attento ai freni!", "Attento agli incroci!": non fanno che protestare e
niente altro, non hanno fiducia in me e nella mia vettura. Ed è lo
stesso taxi, lo stesso autista, e stiamo percorrendo la stessa strada.
Ma niente divertimento, e niente mancia.
Veta: Mio fratello non dimentica mai la mancia: è molto generoso, lo è stato sempre.
Autista: Ormai non lo sarà più. Sarà un essere umano perfettamente normale, dopo l'iniezione: un fetente come tutti gli altri.
CLIP:
Perché consiglio questo film? Perchè se La vita è meravigliosa e Arsenico e vecchi merletti avessero avuto un figlio insieme sarebbe stato senza dubbio questo. Incarna i buoni sentimenti come la gentilezza e la fiducia nel prossimo e li mescola con un umorismo davvero spassoso. Di questa pellicola ho adorato non solo la grande capacità recitativa ma l’effetto “terapeutico” che ha sul pubblico. Elwood P. Dowd ci viene presentato come un bevitore instancabile, sempre accompagnato dal suo amico, nonchè invisibile coniglio, Harvey, e nonostante queste peculiarità , ci affezioniamo immediatamente al suo personaggio. Man mano che il film si sviluppa, si crea una sorta di tensione su ciò che lo spettatore vuole realmente credere, grazie all’introduzione di “prove tangibili” e l’avvallo di un uomo di scienza come il dottore, portando il pubblico alla conclusione che Harvey esista davvero.
Se conoscevate già il film spero che grazie a queste mie chicche lo apprezzerete ancora di più e se invece non lo avete ancora visto spero che vi abbia incuriosito abbastanza da cercarlo (quando lo passano in tv io sulla pagina facebook lo segnalo sempre, altrimenti c'è il dvd su amazon o si può noleggiare/acquistare su youtube).
- venerdì, luglio 07, 2023
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