Immaginate di essere alla fine degli anni '60, un periodo di grande fermento e cambiamenti radicali. È in questo contesto turbolento che, dal genio di Blake Edwards, nasce un film destinato a passare alla storia: "Hollywood Party" del 1968. Diretto da Edwards e interpretato dal brillante Peter Sellers, questo film non è solo un esempio perfetto di commedia slapstick sofisticata, ma anche una satira pungente del mondo di Hollywood.
Quando "Hollywood Party" uscì, non riscosse immediatamente il successo sperato. Forse era troppo avanti per i suoi tempi, troppo audace e innovativo. E pensare che oggi, probabilmente, per questioni political correct, un film del genere non potrebbe neanche essere realizzato. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua accoglienza iniziale: questo film ha saputo conquistare un posto speciale nel cuore degli appassionati di cinema.
La trama si svolge interamente durante una caotica e coloratissima festa in una lussuosa villa di Hollywood, dove accade di tutto, letteralmente. Alla fine di questo articolo, vi dirò come recuperarlo, nel caso non l'abbiate ancora visto o vogliate rivederlo. Ma ora, tuffiamoci nella storia e nei segreti di questa pellicola straordinaria.
Trailer originale:
La trama in breve: Hrundi V. Bakshi, un attore indiano che fa la comparsa a Hollywood in un film in costume, a causa della sua goffagine manda in rovina il set. Il regista ovviamente lo caccia e telefona al produttore affinchè si assicuri che Bakshi non lavori mai più agli studios. Questi per errore annota il nome sul primo foglio che trova sulla sua scrivania ed esce dal suo ufficio lasciando il compito alla sua segretaria di mandare gli inviti per un party organizzato nella sua villa e di prendere la lista dei partecipanti dalla sua scrivania (ovviamente il foglio su cui aveva scritto il nome era proprio la lista degli invitati, quindi viene erroneamente invitato alla festa). Durante il party ne succedono di tutti i colori.Alcune scene del film |
Il regista Blake Edwards, ispirato a sua volta dal grande regista Leo McCarey e dal suo capolavoro "Duck Soup" del 1933 con i fratelli Marx, decide di rendere omaggio al cinema comico muto reso celebre da Chaplin e Buster Keaton. In diverse interviste dirà che quei film gli hanno reso sopportabile la sua infanzia miserabile. Con questa visione in mente, inizia a lavorare su un nuovo progetto che propone al produttore Walter Mirisch. L'idea era quella di un personaggio improbabile che venisse invitato per sbaglio a un party hollywoodiano. Sa che per realizzare il suo sogno ha bisogno di un attore straordinario, qualcuno capace di incarnare quella stessa magia comica. E gli viene in mente l’attore che ha il talento necessario: il camaleontico Peter Sellers con il quale ha già lavorato nei due film di successo de La pantera rosa. C’è solo un problema: regista e attore si sono scontrati così tanto da giurare di non voler lavorare insieme mai più.
Peter Sellers del resto già da tempo non gode di molta stima a Hollywood, complicata ulteriormente dalle sue esperienze personali e professionali che lo hanno allontanato dalla Mecca del Cinema.
Nel febbraio del 1964, Peter Sellers aveva incontrato l'attrice svedese Britt Ekland e dieci giorni dopo l’aveva sposata. Nel frattempo, aveva iniziato le riprese di "Baciami, stupido" diretto da Billy Wilder. Nel film, Sellers doveva interpretare un marito geloso, ma nella vita reale lo era sul serio, dovendo affrontare le sue insicurezze riguardo a un possibile flirt tra la Ekland e la co-star John Leyton.
Determinato a tenere la moglie vicino a sé, Sellers la convinse a volare a Hollywood durante una pausa per le vacanze di Pasqua, ospitandola nella lussuosa villa di Spyros Skouras, presidente della 20th Century Fox. Qui, dopo averla ricoperta di regali, riuscì a persuaderla a lasciare il film "Guns at Batasi", decisione che comporta il pagamento di una multa di 1,5 milioni di dollari per aver costretto la produzione a rigirare le scene con Mia Farrow.
Per Sellers non si mette bene neanche con le riprese di "Baciami, stupido". Il set di Billy Wilder è stato affollato di curiosi, una situazione che lo ha messo a disagio e lo ha distratto. In quel periodo, Sellers ha spinto il suo corpo al limite: ha fumato tre pacchetti di sigarette al giorno, si è allenato segretamente per prepararsi al ruolo di James Bond in "Casino Royale" e ha usato nitrato di amile per migliorare le prestazioni sessuali. Questa combinazione letale è culmina in un grave infarto, pensate che il suo cuore si fermerà 8 volte in una notte. Dopo settimane in terapia intensiva e un lungo periodo di recupero, Sellers lascia il film per tornare in Inghilterra a riposarsi. Quando può ricominciare a lavorare decide di rimanere in Europa, diretto da registi inglesi come Clive Donner e Bryan Forbes, e dall’italiano Vittorio De Sica, e non manca di rilasciare alcune dichiarazioni al vetriolo contro Hollywood e il regista Billy Wilder, il quale non manca di rispondere con la stessa veemenza. Inoltre è offeso che abbia avuto più successo a livello di botteghino e critica con i due film de La pantera rosa piuttosto che "Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba" di Kubrik.
Quando riceve la proposta di "Hollywood Party", Sellers accetta. Lavorare con Blake Edwards su questo progetto è tanto innovativo quanto rischioso, ma l’attore è pronto a riportare sullo schermo la magia della commedia slapstick.
Nato in Inghilterra nel 1925, figlio di attori di varietà , Peter Sellers ha vissuto immerso nel mondo dello spettacolo. Fin da giovane, ha iniziato a lavorare in radio, dove si è fatto notare per il suo straordinario talento nelle imitazioni e nel trasformismo, diventando una figura di spicco del programma "The Goon Show". Proprio qui, Sellers ha affinato le sue abilità comiche, conquistando un vasto pubblico grazie alla sua versatilità e al suo senso dell'umorismo.
Il suo esordio nel cinema è avvenuto con piccoli ruoli, ma è stato con "La signora omicidi" (1955) che ha ottenuto il suo primo ruolo importante, dimostrando il suo talento per la commedia. Quando a Hollywood hanno iniziato a lavorare sul primo film della serie "La Pantera Rosa", il regista Blake Edwards si è trovato costretto a sostituire Peter Ustinov, l'originale interprete dell'ispettore Clouseau, che ha abbandonato la parte. Edwards ha scelto di puntare su Peter Sellers, un attore ancora poco conosciuto in America. Questa scelta si è rivelata vincente, trasformando Sellers in una star internazionale grazie alla sua ineguagliabile interpretazione di Clouseau, che ha conquistato il pubblico ed è diventata iconica.
"Hollywood Party" è stato inizialmente concepito come un film muto in bianco e nero, corredato da sottotitoli. Tuttavia, già il secondo giorno di riprese, Sellers ha sentito di non potersi esprimere al meglio senza dialoghi e ha richiesto che il suo personaggio parlasse. L'idea dell'accento indiano è stata sua: un accento che amava e che aveva già utilizzato molte volte alla radio, oltre che in due ruoli cinematografici. In "La milionaria" (1960), al fianco di Sophia Loren, ha interpretato il dottor Ahmed el Kabir, un medico indiano. Ha ripreso l'accento in "The Road to Hong Kong" (1962), l'ultimo dei film della serie "road to" di Bing Crosby e Bob Hope.
Attorno al pilastro Peter Sellers, vengono scelti comprimari provenienti in gran parte dal mondo della televisione, della musica e del teatro, oltre a caratteristi e amici del regista. Come Marge Champion, una coreografa e ballerina, amica del regista Blake Edwards. Prima di recitare in "Hollywood Party", Champion ha lavorato come modella per l'animazione di personaggi Disney, tra cui Biancaneve e la Fata Turchina in "Pinocchio". La sua carriera nel teatro e nel cinema musicale, spesso al fianco del suo ex marito, il coreografo Gower Champion, l'ha resa una figura rispettata nel mondo dello spettacolo.
Per attirare un pubblico giovanile, viene scelta la bella cantante Claudine Longet nel ruolo di Michèle Monet, una graziosa cantante francese che accompagna il regista che ha ordinato il licenziamento di Bakshi. Longet deve la sua notorietà al matrimonio con il cantante statunitense Andy Williams, incontrato quando era ballerina alle Folies Bergère a Las Vegas. Prima di "Hollywood Party", era apparsa in "Marinai, topless e guai" accanto a Ernest Borgnine. La sua vita prende una tragica svolta nel 1976 quando il suo nuovo compagno, l'ex sciatore alpino statunitense Spider Sabich, viene ucciso da un colpo di pistola sparato dalla stessa Longet, un incidente che la magistratura giudica colposo. Dopo aver scontato una breve pena detentiva, Longet si ritira dalle scene cinematografiche e televisive.
Steve Franken interpreta Levinson, il cameriere ubriaco che quasi ruba la scena a Peter Sellers. Franken, che aveva già recitato in "I ragazzi di Camp Siddons" e in "Bentornato Picchiatello" con Jerry Lewis, ha partecipato a numerose serie televisive e la sua ultima apparizione è nel film "Angeli e demoni" di Ron Howard dove interpreta un cardinale. Franken ha raccontato che nel finale di Hollywood party quando si tuffa in una piscina piena di schiuma, nonostante gli avessero avvertito di non inalare la schiuma, non riuscì ad evitarlo e iniziò a sentirsi soffocare. Con grande sforzo, nuotò verso Corinne Cole, che interpretava l'ubriacona con cui doveva flirtare, e le chiese di gettargli in faccia la bottiglia di vodka (in realtà acqua) per liberarsi dalla schiuma e così finalmente riuscì a respirare.
La domestica che danza verso la fine del film è la ballerina afroamericana Frances Taylor, la prima ballerina afroamericana a esibirsi con il Balletto dell'Opera di Parigi. Taylor ha sposato il musicista jazz Miles Davis nel 1958, arricchendo ulteriormente la sua già storica carriera.
La sceneggiatura di "R.S.V.P." (questo il titolo iniziale che fortunatamente verrà cambiato in "Hollywood Party") è incredibilmente breve, con solo 63 pagine, rispetto alle normali 150 di una sceneggiatura standard di Hollywood. Questo copione, co-scritto da Frank e Tom Waldman, lascia ampio spazio all'improvvisazione e contiene lunghi segmenti senza dialoghi, solo effetti sonori e musica di sottofondo. La natura breve e improvvisata della sceneggiatura è resa possibile grazie alla reazione in diretta degli attori presenti sul set. Se una scena non suscitava risate spontanee tra gli attori e le maestranze, veniva immediatamente rigirata. Questo metodo dinamico garantisce che ogni momento comico sia autentico e spontaneo.
Per facilitare questo processo, Blake Edwards introduce un'innovazione tecnica rivoluzionaria. Utilizza un sistema di riproduzione istantanea che permette di rivedere le scene immediatamente dopo averle girate, evitando di dover attendere i giornalieri. Questa tecnologia, un precursore dei moderni videoregistratori, si basa su una videocamera fissata accanto alla cinepresa principale e puntata su un sistema di specchi per ottenere un'inquadratura identica a quella della cinepresa. Questa soluzione, inventata dalla Video West e ceduta alla Panavision, diventa rapidamente uno standard nel settore cinematografico.
Le riprese di "Hollywood Party" sono iniziate il 15 maggio 1967 negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer (MGM). La produzione inizialmente decide di utilizzare una villa autentica per le riprese esterne, visibile solo alla fine del film. La casa, che appare brevemente quando Bakshi/Sellers arriva con la sua auto, si trova al 9271 di Robin Drive, nel quartiere di Hollywood Hills a Los Angeles. Questa abitazione ha una facciata geometrica essenziale, con un design rigoroso che richiama le opere di David Chipperfield.
Gli interni, invece, sono stati creati appositamente per il film nei Samuel Goldwyn Studios di West Hollywood. Grazie al lavoro del production designer Fernando Carrere e dei set decorator Reg Allen e Jack Stevens, è stato progettato uno spazio modernista con ampie vetrate che dissolvono i confini tra interno ed esterno. Questa caratteristica è ben visibile nelle riprese dalla piscina, mentre grandi blocchi di pietra interrompono le pareti beige, aggiungendo un tocco naturale che richiama le colline circostanti.A rompere questa rigidità all’interno della casa ci sono diversi elementi di design distintivi. La scala elicoidale collega i vari livelli della casa, mentre un enorme divano circolare con un braciere/camino al centro aggiunge un tocco di eleganza e comfort. Questo camino è stato riutilizzato dopo essere comparso nel film della Pantera Rosa.
Le pareti della villa sono adornate con quadri e sculture astratte, riflettendo varie tendenze artistiche dell'epoca. Gli arredi, invece, sono un omaggio al design nordico allora in voga. Tra questi spiccano le poltrone da ufficio Swan di Arne Jacobsen e all'esterno, le celebri sedute sospese in vimini, chiaro riferimento alle Hanging Egg di Nanna e Jorgen Ditzel.
Dalla necessità di far fare qualcosa a Sellers mentre vaga curiosando per la casa, è nata l’idea del pannello con i controlli elettronici di tutta la casa corredato da oscilloscopio per mostrare graficamente il suono durante la dettatura del comando (un precursore di Alexa/Siri insomma). Aumenta la fiamma del camino, lo zampillo d’acqua dalla fontana, il bancone del bar a scomparsa, con risultati davvero esilaranti.
Una chicca interessante che voglio condividere riguarda l'insolito telefono arancione presente nel film. Si tratta di un Western Electric serie 600 con selettore a schede. Questo modello aveva dei supporti per piccole schede perforate nella parte superiore, che dovevano essere inserite in una fessura sopra il quadrante. Il telefono leggeva i fori nella scheda e componeva automaticamente il numero. Questi telefoni, introdotti all'inizio degli anni '60, rimasero in uso fino agli anni '70.
L'automobile guidata dal personaggio di Peter Sellers, Hrundi V. Bakshi, è una "Morgan Tre Ruote", un autociclo degli anni venti che aggiunge un tocco di eccentricità al personaggio.
Al termine delle riprese negli studi MGM, si tenne una festa durante la quale i pezzi dei set furono messi in vendita ai presenti. Peter Sellers acquistò una griglia per barbecue, mentre il produttore Walter Mirisch si portò a casa alcuni mobili da patio.
Un esempio brillante del suo lavoro si trova nella scena in cui Peter Sellers, nel ruolo di Hrundi V. Bakshi, crea un disastro nel bagno al piano di sopra. Mentre l'acqua inonda il pavimento e le piastrelle si rompono, la band al piano di sotto suona "Meglio Stasera" ("It Had Better Be Tonight"). Questo brano, già famoso per essere stato parte della colonna sonora di "La Pantera Rosa" (1963), risuona nel caos, creando un contrasto perfetto tra la melodia elegante e la distruzione comica che l’accompagna.
La colonna sonora di Mancini non si ferma qui. Uno dei pezzi più affascinanti del film è "Nothing to Lose", interpretato da Claudine Longet. Questo brano cattura l'essenza del film, con le sue note delicate che rispecchiano l'atmosfera sofisticata e al contempo leggera della pellicola. La musica di Mancini è un viaggio emozionale che accompagna lo spettatore attraverso ogni gag e situazione, rafforzando la narrazione visiva con una colonna sonora altrettanto espressiva.
Il film "Hollywood Party" (1968) ha avuto un budget stimato di circa 2 milioni di dollari. Tuttavia, al momento della sua uscita, il film ha incassato solo una modesta somma al botteghino, non riuscendo a recuperare immediatamente i costi di produzione.
Sebbene "Hollywood Party" non abbia avuto un grande successo al momento della sua uscita nel 1968, il film è stato rivalutato nel tempo, guadagnando uno status di cult grazie alla sua originalità e all'umorismo unico di Peter Sellers. Inizialmente, la pellicola ha faticato a trovare il suo pubblico, ma la sua popolarità è cresciuta. Si dice che il Primo Ministro indiano Indira Gandhi fosse una fan del film e che usasse spesso la battuta di Bakshi, "In India non pensiamo a chi siamo, sappiamo chi siamo!"
La performance di Peter Sellers nei panni di Hrundi V. Bakshi è diventata iconica, tanto da ispirare altri attori. Hank Azaria, il doppiatore bianco che ha dato voce al personaggio di Apu nei Simpson, ha citato l'interpretazione di Sellers in "Hollywood Party" come fonte di ispirazione per il suo lavoro su Apu.
Nonostante il lento inizio, "Hollywood Party" ha trovato il suo posto nella storia del cinema, dimostrando che alcune opere necessitano solo di tempo per essere apprezzate pienamente.
Spero che questo articolo vi abbia fatto apprezzare ancora di più "Hollywood Party", oppure, se non lo conoscevate, che vi abbia incuriositi e spinti a vederlo. "Hollywood Party" non è solo un film, è un'esperienza cinematografica che cattura perfettamente l'epoca e lo spirito innovativo di Blake Edwards e Peter Sellers. Nonostante le sfide iniziali e un'accoglienza tiepida, ha saputo ritagliarsi un posto speciale nella storia del cinema, diventando un classico cult amato per la sua audacia, originalità e il suo umorismo senza tempo.
QUOTES:
Bakshi: Trenta dì conta gennaio e febbraio, marzo e aprile. Di ventotto ce n'è uno, tranne mio cugino che ha sei mesi.
C.S. Divot: Ma chi crede di essere lei?
Bakshi: In India non crediamo di essere, sappiamo di essere.
C.S. Divot: Protettori di vacche!
Bakshi: Come sta sua sorella?
Bakshi: Signore scusi, quale nome di questo gioco che tante palle colorate, così belle...
Wyoming Bill: Ah, sono biglie.
Bakshi: Triglie?
Wyoming Bill: Che?
Bakshi: Triglie?
Wyoming Bill: No, non triglie, biglie.
Bakshi: Bije.
Wyoming Bill: Biglie.
Bakshi: Ah, biglie. Sì, capito: ci sono due biglie, ci sono tre triglie e ci sono tante conchiglie.
CLIP:
Come vi avevo promesso, ecco il film da vedere direttamente. Prendetevi il tempo per godervi questo capolavoro. "Hollywood Party" vi aspetta con le sue gag esilaranti, il suo brillante cast e una festa che promette di essere indimenticabile.
ECCOVI IL FILM DA VEDERE COMODAMENTE QUI SOTTO:
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- venerdì, luglio 05, 2024
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