Sono lieta di inaugurare la nuova rubrica "Viaggio nel Noir", dedicata al mondo affascinante del genere cinematografico del noir, di cui sono una grande fan. In questo primo articolo, vi racconterò come registi visionari abbiano saputo portare sul grande schermo l'atmosfera oscura, la suspense e il mistero che caratterizzano il noir. Questo genere affonda però le sue radici nella letteratura, dove autori di talento hanno tratto ispirazione dalle loro esperienze sul campo per creare capolavori di suspense e mistero. Se siete appassionati di cinema e di uno dei generi cinematografici più iconici di tutti i tempi, vi invito a seguirmi in questo viaggio alla scoperta del noir, un genere che ha segnato la storia del cinema e che ancora oggi affascina il pubblico.
Introduzione al genere noir e hard-boiled
Il termine "noir" viene utilizzato per indicare un genere cinematografico poliziesco caratterizzato da atmosfere cupe, personaggi ambigui e trame complesse. Le sue origini risalgono alla pubblicazione in Francia della "Série noire", una collana di libri dalla copertina nera (da cui il nome), pubblicata dall'editore Gallimard. Questi romanzi, scritti da autori americani come Raymond Chandler e Dashiell Hammett, sono ambientati in città come Los Angeles e San Francisco e presentano personaggi come detective privati, poliziotti corrotti, gangster e femmes fatales. La "Série noire" ha rapidamente conquistato il pubblico francese e si è diffusa in tutta Europa, influenzando la nascita del genere cinematografico noir degli anni '40 e '50, che presenta le stesse caratteristiche dei romanzi della collana. Il noir è legato a doppio filo al sottogenere letterario hard-boiled sviluppatosi negli Stati Uniti a partire dagli anni '20. Il perchè di questo nome è presto detto: trae il suo nome dall'espressione inglese "hard-boiled egg" (l'uovo sodo) e infatti gli scrittori riconducibili a questo genere erano soliti descrivere protagonisti coriacei e cinici, capaci di affrontare situazioni estreme e violente senza perdere la calma, proprio come un uovo sodo rimane integro anche se bollito a lungo.
I romanzi sono caratterizzati da uno stile di scrittura diretto e secco, con poche parole sprecate e un'attenzione particolare per il dialogo. Inoltre, le storie sono spesso raccontate in prima persona, attraverso gli occhi del protagonista, il che conferisce un senso di realismo e di immediatezza alla narrazione. Le storie hard-boiled spesso presentano trame intricate, con svolte inaspettate e personaggi sfaccettati. Infatti si concentrano spesso sulla psicologia dei personaggi, esplorando le loro debolezze, le loro paure e le loro motivazioni.
I tre autori che hanno sicuramente lasciato un'impronta indelebile nel panorama letterario del genere hard-boiled sono Dashiell Hammett, Raymond Chandler e James M. Cain. I capolavori scaturiti dalla loro penna sono state fonte di ispirazione per numerosi scrittori e registi. Tra gli ingredienti del successo delle loro storie il fatto che abbiano tutti e tre attinto dal proprio vissuto.
Dashiell Hammett, autore di “Il falcone maltese” (con il celebre detective Sam Spade) e “L’uomo ombra”, è nato nel 1894 a St. Mary's County, nel Maryland. Prima di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno ha lavorato per 7 anni come detective privato per l'agenzia di investigazioni Pinkerton occupandosi di frodi assicurative, rapimenti, omicidi e sabotaggi industriali. La sua esperienza come detective privato lo ha influenzato nella scrittura, i personaggi principali dei suoi romanzi sono spesso investigatori o ex-investigatori. Nel 1951 viene condannato a sei mesi di prigione per oltraggio alla corte nel 1951 per aver rifiutato di rispondere alle domande del Comitato per le attività antiamericane sulla sua presunta affiliazione al comunismo, dopodichè il suo nome entra nella lista nera troncando i rapporti tra lui e Hollywood. Veterano di guerra che ha combattuto in entrambi i conflitti mondiali, nonostante la tubercolosi che lo ha colpito da giovane, morirà nel 1961 a causa di un cancro ai polmoni.
Raymond Chandler, autore de “Il grande sonno” e “Il lungo addio” con protagonista il detective Philip Marlowe, per tutta la vita ha lottato con l’alcolismo e ha saputo integrare l'alcol nelle sue storie in modo realistico e senza sensazionalismo, per creare personaggi complessi e sfaccettati e per esplorare la lotta con questa dipendenza. Nato nel 1888 a Chicago, trascorre la prima parte della sua vita in Inghilterra per poi tornare in America nel 1912. Chandler dopo aver lavorato in una compagnia petrolifera inizia collaborare con diversi giornali tra cui il "Daily Express" e il "Los Angeles Times" in cui si occupa di cronaca e sport, è qui che acquisisce una conoscenza approfondita della città di Los Angeles e della sua cultura, che si riflette nella descrizione dettagliata degli ambienti e dei personaggi nei suoi romanzi. Nel tempo libero scrive per i pulp magazine. Queste riviste devono il loro nome al tipo di carta su cui erano stampate, di bassa qualità e di colore marrone chiaro, a causa della presenza di legno al loro interno, da qui il rimando alla polpa del legno. La carta molto economica permetteva di produrre le riviste a basso costo e di venderle ad un prezzo accessibile per un pubblico ampio. Questa esperienza per Chandler è preziosissima, in quanto la limitazione di spazio e la necessità di produrre storie brevi e coinvolgenti gli insegnano a scrivere in modo conciso ed efficace, e a sviluppare trame avvincenti con colpi di scena inaspettati. Contraddistinto da una personalità irascibile e tagliente, Chandler si rifiuta di leggere i libri di Agatha Christie, pur riconoscendone la bravura, perché “non gli piace il tè", oppure di un altro collega che ha recensito negativamente uno dei suoi libri, arriva a dire: "Questo tizio sa così tanto di letteratura che è in grado di recensire libri che non ha mai letto". Tutto questo si riflette nei suoi romanzi e soprattutto nella caratterizzazione del detective Marlowe, noto per la sua lingua tagliente e il suo sarcasmo, che risponde in modo freddo e sarcastico alle domande dei suoi clienti e delle persone che incontra durante le sue indagini. Morirà nel 1959 a causa di una polmonite, senza aver ultimato il suo ottavo romanzo con protagonista il detective Marlowe.
James M. Cain, l’autore di “Il postino suona sempre due volte” e “La morte paga doppio” (che diventerà La fiamma del peccato), nasce nel 1892 a Annapolis, nel Maryland, si trasferisce negli anni Venti in California dove matura una lunga esperienza come giornalista investigativo lavorando per il Baltimore Sun e il New York Times. Durante questo periodo segue numerosi casi di cronaca nera e ha modo di conoscere da vicino la vita dei criminali e delle persone coinvolte in attività illegali, che lo ispireranno tantissimo per la sua produzione letteraria. Per "Il postino suona sempre due volte" si è ispirato ad un caso del 1927, in cui una donna di nome Ruth Snyder e il suo amante Judd Gray avevano ucciso il marito della donna in modo da incassare l'assicurazione sulla vita. Il caso affascinerà Cain al punto che tratterà lo stesso argomento anche in “La morte paga doppio”. Rispetto agli altri due suoi colleghi Cain ha scritto storie più viscerali e intense, che esplorano il lato oscuro dell'animo umano in modo più diretto e senza filtri. In particolare, la sua scrittura si concentra sui conflitti emotivi e sessuali dei suoi personaggi, che sono spesso protagonisti di relazioni tese e complesse. La sua prosa è asciutta e tagliente, con una forte attenzione per i dettagli e una capacità di creare tensione e suspense fin dalle prime pagine dei suoi romanzi. Ad esempio Cain esplora il conflitto emotivo tra Mildred e Veda in modo intenso, mostrando come la madre sia divisa tra l'amore per la figlia e la frustrazione per il suo comportamento. Ne Il postino suona sempre due volte Cain esplora il conflitto emotivo tra Frank e Cora in modo intenso, mostrando come la loro passione li spinga a compiere azioni estreme, ma anche come i loro sentimenti siano spesso contraddittori e insicuri.
Registi pionieri dal Vecchio Continente
Tra il 1940 e il 1958, numerosi registi europei emigrano negli Stati Uniti, principalmente di origini tedesche o comunque mitteleuropee, e contribuiscono a definire e plasmare il genere del cinema noir, arricchendolo con le loro esperienze e radici culturali. Costretti a emigrare a causa dell'ascesa del nazismo e delle persecuzioni del regime di Adolf Hitler, questi artisti iniziano la loro carriera nel cinema europeo, soprattutto nella Germania degli anni '20 e '30. Lavorano in un periodo storico cruciale, segnato da profonde trasformazioni sociali e politiche, e l'esperienza di emigrazione ed esilio di questi registi influenza la loro visione del mondo e il loro approccio al genere noir. Nei loro film affrontano temi come la corruzione, la criminalità organizzata, il tradimento e l'alienazione, rispecchiando spesso la crescente disillusione e il cinismo dell'epoca. La Guerra Fredda e la minaccia del comunismo sono temi ricorrenti nei film noir degli anni '40 e '50, e il background culturale di questi registi europei, unito alla conoscenza diretta delle tensioni politiche in Europa, contribuisce a conferire una prospettiva unica e profonda alle loro opere. Inoltre, questi registi portano negli Stati Uniti l'influenza dell'espressionismo tedesco, il movimento artistico sviluppato in Germania negli anni '20 e '30 caratterizzato da uno stile visivo innovativo con inquadrature insolite, dal posizionamento audace della macchina da presa e da un forte contrasto tra luci e ombre.
Fritz Lang, nato a Vienna in Austria, muove i primi passi nel cinema europeo grazie a film rivoluzionari com Metropolis del 1927 e M - Il mostro di Düsseldorf del 1931. Dopo aver lasciato la Germania si trasferisce negli Stati Uniti, dove dirige capolavori del genere noir come La donna del ritratto del 1944, La strada scarlatta del 1945, La confessione della signora Doyle del 1952, Il grande caldo del 1953, L'alibi era perfetto del 1956. La sua mente visionaria si riflette nella previsione di come sarebbe stato il futuro e nella rappresentazione di mondi immaginari negativi. Ad esempio in Metropolis mostra una società divisa tra lavoratori sfruttati e ricchi potenti, mettendo in guardia sui rischi di un capitalismo eccessivo e dell'isolamento tra le persone.
- sabato, aprile 29, 2023
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