Scrivendo l'articolo per L'angolo dei film dedicato a Il mago di Oz (che trovate qui) mi sono resa conto che l'importanza dei costumi meritasse un articolo a parte.
Ad occuparsi del reparto costumi è il celebre stilista della MGM, Gilbert Adrian, noto semplicemente come Adrian. Famoso per aver vestito icone del cinema come Greta Garbo e Joan Crawford, Adrian affronta questo progetto con un entusiasmo tale che arriverà a dichiarare alla giornalista Hedda Hopper, che lavorare su questi costumi è stato più divertente che un viaggio in Europa.
Per rimanere fedele all'opera originale, cercando di aderire il più possibile alle illustrazioni originali di W.W. Denslow per il libro di Baum, la prima cosa che fa Adrian è farsi mandare i suoi vecchi libri scolastici dalla sua casa a Naugatuck in Connecticut, sui quali aveva disegnato personaggi di Oz nei margini delle pagine vent'anni prima.
Il dipartimento costumi della MGM, guidato da Adrian, realizzerà per questo film quasi 1.000 capi.
DOROTHY
Nel film "Il Mago di Oz," il costume di Dorothy mantiene la caratteristica iconica del vestito a quadretti blu e bianchi del libro. Il costume cinematografico è composto da un grembiulino in percalle a quadretti bianchi e blu, indossato sopra una camicetta con maniche a sbuffo rosa pallido (colore scelto al posto del bianco per evitare un eccessivo riflesso sotto le luci del Technicolor). Indossare il costume non è stato senza sfide per Judy Garland: un bustino molto stretto veniva utilizzato per farla sembrare più giovane e schiacciare il petto, mentre capsule speciali venivano applicate ai denti per perfezionare il suo sorriso. Inoltre, per affinare la forma del suo naso, le è stato imposto l'uso di dischi di gomma inseriti nelle narici, una pratica apparentemente molto scomoda.
Le scarpe, che nel libro erano d'argento, diventano nel film un acceso rosso rubino, pensato per sfruttare al meglio le possibilità offerte dal Technicolor, e mai scelta fu più azzeccata perché diventeranno uno dei pezzi di costume più iconici nella storia del cinema. Le decolleté con i tacchi francesi sono state acquistate dalla Innes Shoe Company in colore bianco e poi tinte di rosso. I ricamatori della MGM hanno successivamente cucito quasi 5.000 paillettes rossi su georgette di seta rossa, creando una copertura per le scarpe. Ogni paio è stato ulteriormente impreziosito da un fiocco di perline e di strass color rubino.
LO SPAVENTAPASSERI
La rappresentazione dello Spaventapasseri di Ray Bolger nel film rispecchia fedelmente i disegni di Denslow nel romanzo originale. Bolger indossa un cappello a punta e larghe falde e la sua testa è legata al corpo con una corda, proprio come nell'illustrazione del libro. Il costume è principalmente fatto di sacchi di juta imbottiti con rafia per imitare la paglia, con rattoppi vari per accentuare un aspetto fatiscente e assemblato in modo casuale. Gli indumenti specifici comprendono una giacca verde e pantaloni marroni. Per completare il look, Bolger indossa una maschera di gomma progettata per imitare i solchi e le pieghe tipiche della juta. Maschera, della quale sono stati utilizzati 12 esemplari, che si è rivelata particolarmente scomoda perchè con le alte temperature sul set, impediva alla pelle di respirare, lasciando segni sul viso di Bolger per diversi mesi dopo la conclusione delle riprese.
L'UOMO DI LATTA
L'Uomo di Latta interpretato da Jack Haley presenta notevoli somiglianze con l'illustrazione originale di Denslow, incluso l'imbuto rovesciato usato come cappello e le file di viti lungo il torace. Il costume è composto da pelle e buckram trattati con pittura argentata, e include giunture pieghevoli nei gomiti, un cappello a cono e una mannaia (il contenitore dell’olio ha al suo interno dello sciroppo di cioccolato, che in video risulta più visibile e denso). Il vestito dell'Uomo di Latta, pesando oltre 20 chili, limita notevolmente la mobilità di Haley, che è costretto a fare frequenti pause utilizzando una tavola reclinabile per riposarsi.
IL LEONE CODARDO
Il costume di Bert Lahr per il Leone Codardo, completo di orecchie sporgenti, labbro protesico e guanti simili a zampe di leone, umanizza notevolmente il personaggio rispetto alla rappresentazione più tradizionale e animalesca presente nelle illustrazioni del romanzo originale di L. Frank Baum. L'elaborata criniera è fatta di capelli veri, e la coda viene manipolata da un filo attaccato a una specie di canna da pesca, tenuta da un membro della troupe.
Realizzato con vera pelliccia di leone e un'imbottitura di gommapiuma, il costume pesa circa 45 chilogrammi. Indossare un costume così pesante e complesso si rivela particolarmente arduo per Bert Lahr. Le potenti lampade del Technicolor fanno salire la temperatura sul set a quasi 40 gradi Celsius. Al termine di ogni giornata, due persone sono incaricate di asciugare il costume fradicio di sudore, un'operazione che dura tutta la notte e lascia la pelliccia con un odore sgradevole. A causa del trucco elaborato, Lahr è costretto a una dieta di liquidi, che deve assumere tramite una cannuccia per non rovinare il make-up.
GLINDA
Il personaggio della Strega Buona del Nord, interpretato da Billie Burke nel film "Il Mago di Oz", si distacca significativamente dalla descrizione del libro di L. Frank Baum, dove viene ritratta come una "piccola vecchia signora col viso coperto di rughe". Tuttavia, il film conserva un dettaglio chiave: l'abito scintillante della Strega, descritto nel libro come "cosparso di stelline che brillavano al sole come diamanti".
Il costume di Billie Burke è un abito lungo rosa pallido, una variazione dal bianco del libro necessaria perché non avrebbe reso bene con il Technicolor. La scelta di un colore tenue e non vivace è in quanto crea un contrasto perfetto con l'oscuro abito della Strega Cattiva dell'Ovest, contribuendo all'effetto drammatico e al simbolismo del film.
Il design dell'abito è stato ispirato da quello realizzato dallo stesso Adrian 3 anni prima per Janette MacDonald nel film San Francisco. La gonna nasconde una struttura con pannier, un elemento di moda popolare nel 18° secolo che dà alla gonna un aspetto ampio sui lati mentre mantiene la parte anteriore e posteriore piatte (diverso dalla crinolina del 19esimo secolo che invece conferiva alla gonna una forma circolare completa). Il vestito è costituito da un corpetto aderente con maniche a sbuffo, e una gonna di tulle ricamata con piccole stelle, non nella classica forma a cinque punte ma nella più raffinata forma di stella polare, un omaggio al suo ruolo come strega del Nord. Gli accessori comprendono una corona alta decorata con paillettes, glitter e pietre, una bacchetta magica e vari elementi ispirati al tema del volo: un alto colletto a forma di ali, una farfalla sulla spalla e una sulla collana, e una libellula ricamata sulla manica.
LA STREGA CATTIVA DELL'OVEST
Nelle illustrazioni del romanzo originale la Strega Cattiva dell'Ovest ha un solo occhio (potente come un telescopio) e vola utilizzando un ombrello, ma non viene fornita una descrizione dettagliata della sua età o del suo aspetto fisico.
Adrian ha concepito un costume per la Strega che accentuava la sua malvagità attraverso diversi elementi: maniche gonfie e una grande gonna erano utilizzate per rendere la sua figura visivamente più imponente. Un alto cappello di lana nera, sostenuto da un cerchio d'acciaio interno con un lungo nastro di seta, era progettato per farla apparire più alta, amplificando la sua presenza minacciosa nei confronti di Dorothy e dei Mastichini. Il tessuto nero del costume contrastava in modo evidente con l'ambientazione circostante colorata rendendola un punto focale che attirava l'attenzione.
Il tutto è stato ulteriormente esaltato da un trucco verde a base di rame, protesi di gomma su naso e mento e unghie finte di celluloide. A causa della tossicità del trucco, Hamilton era limitata a una dieta liquida e poteva solo bere attraverso una cannuccia. All’attrice occorreranno diverse settimane dopo la fine riprese per perdere il colorito verdastro.
Nel giorno in cui si deve girare la scena in cui la Strega dell'Ovest lascia la terra dei Mastichini avvolta in fiamme, tutto è predisposto per un effetto spettacolare. Una botola è programmata per aprirsi sotto di lei, consentendole di scomparire proprio quando le polveri incendiarie generano un'esplosione di fuoco. Il primo ciak va come previsto, ma il regista Victor Fleming decide di farne un altro "per sicurezza". A questo punto, il meccanismo della botola fallisce e Margaret Hamilton subisce ustioni sul viso e, più gravemente, sulle mani.
Prima di poter essere portata in ospedale, il suo trucco verde tossico, a contatto con le ferite, deve essere rimosso. Le truccatrici usano batuffoli di cotone imbevuti di alcol puro per struccarla, causandole un dolore atroce. La Hamilton impiega sei settimane per recuperare dalle sue ustioni e, al suo ritorno, indossa guanti per coprire le mani ancora in guarigione. Rinuncia a fare causa, consapevole che ciò potrebbe compromettere la sua carriera, ma pone una condizione: non vuole più lavorare con il fuoco. Anche la sua controfigura, Betty Danko, non è esente da pericoli. Durante una scena in cui vola su una scopa fumante, la Danko viene gravemente ustionata quando il tubo fumante destinato a rappresentare la scopa esplode. Passa 11 giorni in ospedale e rimane con cicatrici permanenti sulla gamba.
- giovedì, novembre 09, 2023
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