I profumi preferiti dalle Star (parte 3)

venerdì, ottobre 18, 2024

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Oggi vi porto dietro le quinte di quattro profumi leggendari, amati dalle star del cinema che hanno fatto la storia di Hollywood (trovate qui il primo e qui il secondo articolo che ho già scritto sull'argomento). Fragranze che non sono solo essenze, ma racconti in bottiglia, legati indissolubilmente a dive e icone di stile. Cominciamo con una fragranza che ha cambiato le regole del gioco, permettendo alle donne di scegliere il profumo per sé stesse, senza aspettare che fosse un regalo. Poi ci immergeremo in una leggenda orientale di amore eterno, che ha ispirato uno dei profumi più sensuali mai creati. Seguirà un tuffo nel lusso sfrenato degli anni '60, con un profumo ispirato al ruggente metallo delle auto di lusso. E, infine, ho riservato per ultimo il più provocante di tutti: un profumo creato per evocare ciò che indosserebbe una prostituta, una fragranza audace e scandalosa, proprio come alcune delle star che l’hanno amato.

1) Youth Dew (1953)
di Estée Lauder


LA STORIA: La storia di Youth Dew non è solo quella di una fragranza iconica, ma il racconto di una rivoluzione silenziosa guidata da una donna con una visione chiara e coraggiosa. È la storia di una pioniera che trasforma il profumo da simbolo di dono romantico a strumento di auto-espressione, rendendo il lusso accessibile alle donne, ogni giorno.

Nata agli inizi del Novecento a New York, da genitori immigrati dall’Europa dell'Est, Josephine Esther Mentzer — che il mondo avrebbe conosciuto come Estée Lauder — sviluppa fin da giovane una passione per la bellezza. Trascorre sempre più tempo nel laboratorio dello zio, Dr. John Schotz, un chimico, imparando l’arte della cosmetica. Non solo si appassiona alle formule delle creme e lozioni, ma acquisisce anche le basi della corretta detersione del viso e l’importanza dei massaggi facciali, lezioni che avrebbero gettato le fondamenta della sua carriera.

Presto, inizia a vendere i suoi primi prodotti alle amiche, ma è durante una visita al salone di bellezza che la proprietaria nota la sua pelle impeccabile. Colpita dalla risposta di Estée, le propone di vendere i suoi prodotti nel salone stesso. È qui che Estée inizia a dimostrare le sue capacità non solo di formulatrice, ma anche di imprenditrice visionaria. Da quel momento, il suo viaggio nel mondo della bellezza prende il volo.

Nel 1930, apre il suo primo negozio a New York. Nel 1946, insieme al marito Joseph Lauder, fonda la Estée Lauder Companies, un'azienda destinata a crescere rapidamente, conquistando i mercati internazionali. Estée capisce fin da subito il potere del contatto personale. Non si limita a vendere prodotti: li fa provare direttamente sulla pelle delle clienti, raccontando ogni formula con passione. E, per la prima volta, introduce l'idea di regalare campioncini gratuiti con ogni acquisto, permettendo alle donne di vivere il lusso dei suoi prodotti senza timori. Un gesto semplice ma rivoluzionario, che crea un legame emotivo tra il marchio e le clienti.

Nel 1953, la storia della profumeria cambia per sempre con il lancio di Youth Dew. All'epoca, la maggior parte delle donne riservava il profumo alle occasioni speciali, aspettando che fosse il marito a regalare una fragranza per un compleanno o un anniversario. Estée decide di ribaltare questa tradizione. Youth Dew nasce come il primo olio da bagno americano che funge anche da profumo per la pelle, un prodotto che le donne potevano acquistare e utilizzare quotidianamente. Un'idea semplice ma straordinariamente innovativa: un olio che permette alle donne di godersi una fragranza lussuosa, senza dover aspettare un regalo o un'occasione speciale.

Il successo è immediato. Nel primo anno vengono vendute 50.000 bottiglie di Youth Dew. Dopo l'enorme successo dell'olio da bagno, Estée lancia anche la versione in Eau de Parfum, confermando Youth Dew come una delle fragranze più iconiche del secolo. Se vi state chiedendo il perchè di questo nome, dietro c'è sempre la visione di Estèe. Youth Dew può essere tradotto in italiano come "Rugiada di gioventù" per sottolineare l'idea che la fragranza non è solo un lusso, ma anche un elisir che può far sentire le donne più giovani e vitali ogni giorno, un tocco di freschezza e fascino nella loro routine quotidiana.
 
LE NOTE:
È stata definita una delle fragranze più sensuali mai create, grazie al suo profilo olfattivo complesso e avvolgente. Le sue note floreali, speziate e legnose si intrecciano per creare un'esperienza sensoriale indimenticabile.

Le note di testa si aprono con un’esplosione di spezie e aldeidi, che conferiscono alla fragranza una freschezza inaspettata e un immediato senso di calore. Nel cuore della composizione, le note di cannella e chiodi di garofano si fondono armoniosamente con la dolcezza della rosa e la sensualità dell’ylang-ylang, avvolgendo i sensi in un abbraccio ricco e vellutato. Infine, le note di base offrono un finale profondo e persistente, con l'intensità dell’incenso e del balsamo del Tolù, mescolati alla forza terrosa del muschio di quercia e alla morbida avvolgenza dell’ambra.
 
IL FLACONE: La forma squadrata (nella versione olio da bagno) con le sue linee nette ricordava i flaconi delle farmacie, evocando l'idea di un elisir prezioso e curativo. Tuttavia, il tappo dorato lo elevava immediatamente, aggiungendo un elemento di lusso che catturava lo sguardo e prometteva un'esperienza sensoriale speciale. 


Successivamente, con il lancio dell’Eau de Parfum, il flacone si trasforma in qualcosa di più morbido e sensuale. La fragranza venne racchiusa in una bottiglia curvilinea, tipicamente anni '50, con un caratteristico carattere tipografico azzurro. C'era anche un messaggio che diceva: "Un dono per te da Estée Lauder". Nel tempo, il design evolve ulteriormente fino a diventare il celebre flacone di vetro rigato con il fiocco dorato.

CHI LO HA AMATO: Gloria Swanson, icona del cinema muto e nota per il suo stile impeccabile, non badava a spese quando si trattava di profumi. La sua passione per le fragranze era leggendaria: si dice che negli anni '20 spendesse cifre astronomiche, arrivando a sborsare ben 500 dollari al mese solo per i suoi profumi preferiti. Youth Dew non poteva che entrare nella sua collezione. Per Swanson, il profumo non era solo una questione di bellezza, ma un elemento essenziale del suo stile di vita lussuoso, un modo per esprimere la sua personalità sofisticata.

Anche Dolores Del Rio, la prima grande attrice latinoamericana, era una fervente amante di Youth Dew. Del Rio aveva un trucco speciale: spruzzava la fragranza sulla spazzola prima di pettinare i suoi lunghi capelli. Era convinta che questo piccolo gesto fosse irresistibile, e a quanto pare aveva ragione, visto che dichiarava che il segreto per "far impazzire gli uomini" era proprio questo suo rituale. Youth Dew non era solo un profumo per lei, ma una vera e propria arma di seduzione.

Infine, non possiamo dimenticare Joan Crawford, che attribuiva proprio a Youth Dew il merito di averle fatto conquistare il suo quarto marito, il CEO della Pepsi Cola, Alfred Steele.



2) Shalimar (1925)
di Guerlain

 

LA STORIA: Questo profumo nasce dal sogno di amore e mistero, ispirato dalla leggenda dei giardini orientali e da una delle storie d'amore più celebri di tutti i tempi. Jacques Guerlain, maestro profumiere della rinomata maison Guerlain, trova ispirazione durante la visita di un maharajah a Parigi, che gli racconta la struggente storia dell’imperatore  moghul Shah Jahan e della sua amata moglie, la principessa persiana Mumtaz Mahal.

La leggenda narra che Shah Jahan e Mumtaz Mahal vivano ad Agra, in un magnifico palazzo circondato dai lussureggianti giardini di Shalimar, che in sanscrito significa "dimora dell’amore". Quando la principessa muore tragicamente, l'imperatore, devastato dal dolore, decide di onorare la sua memoria costruendo il monumento più celebre al mondo: il mausoleo Taj Mahal, simbolo di un amore eterno. Affascinato da questa storia, Jacques Guerlain si lascia trasportare dal sogno di catturare la magia dei giardini Shalimar e dell’amore leggendario in un profumo. Nel 1921, crea così Shalimar, il primo profumo orientale femminile nella storia della profumeria.


 (Vi lascio qui il cortometraggio del 2013 di Bruno Aveillan che rievoca la leggenda del Taj Mahal per raccontare l’essenza di Shalimar, con la potentissima colonna sonora del mio amato Hans Zimmer)

La fragranza vede il suo debutto ufficiale solo nel 1925, quando viene presentata all'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative a Parigi. L’esposizione celebra il nascente movimento Art Déco, un’estetica moderna che definisce un’epoca, e Shalimar incanta immediatamente i presenti. Oltre a conquistare il pubblico con la sua composizione olfattiva, il flacone di Shalimar viene premiato come uno degli oggetti artistici e decorativi più straordinari dell’esposizione.

Prima della sua presentazione ufficiale, però, Shalimar conquista già gli Stati Uniti. Durante una traversata a bordo del transatlantico Normandie, in rotta verso New York, Raymond Guerlain e sua moglie testano la fragranza. La moglie di Raymond, indossando Shalimar, attira l'attenzione di tutti i passeggeri, che vengono rapiti dalla scia sensuale lasciata dal profumo.

LE NOTE: si apre con una vibrante combinazione di mandarino, cedro, limone e bergamotto, che conferisce una freschezza luminosa alla fragranza. Il cuore della composizione rivela sensuali accordi di iris, patchouli, gelsomino, vetiver e rosa, che avvolgono i sensi con calore e seduzione. Le note di base di cuoio, sandalo, opoponax, muschio animale, zibetto, vaniglia, incenso e fava tonka donano profondità e creano una scia avvolgente e duratura.

Con la sua struttura complessa e stratificata, Shalimar incarna la sensualità orientale per eccellenza. Questo profumo esotico e misterioso riflette l'estetica orientale che domina la moda degli anni '20, quando le donne aspirano a personificare l’enigmatica sensualità delle odalische, regine della notte. Shalimar diventa il simbolo di una nuova femminilità, audace e irresistibile, che continua a sedurre generazioni di donne.

IL FLACONE: È un vero capolavoro di design, frutto della creatività di Raymond Guerlain. Le linee curve della bottiglia richiamano le vasche d'acqua dei giardini di Shalimar, mentre il tappo, a forma di ventaglio blu zaffiro, è ispirato a un pezzo di argenteria della famiglia Guerlain.
Il flacone, realizzato da Baccarat Crystal, riceve il massimo riconoscimento all'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative nel 1925, dove viene premiato come il miglior oggetto artistico e decorativo. Ma c'è un dettaglio ancora più rivoluzionario: il tappo blu è il primo del suo genere nel mondo della profumeria. Per ottenere quel particolare colore zaffiro, inizialmente veniva praticato un foro nel vetro per permettere al mercurio di penetrare, un procedimento molto pericoloso. In seguito, Baccarat sviluppa una tecnica segreta, ancora oggi utilizzata, che permette di ottenere quel blu intenso senza la necessità di forare il vetro.

CHI LO HA AMATO: Shalimar è uno dei profumi preferiti dall'esotica e sensuale Rita Hayworth, ma oggi vi parlo di un’altra diva che forse non ci aspetteremmo di trovare tra le sue estimatrici: Doris Day. Simbolo della "ragazza della porta accanto", con la sua immagine pulita e rassicurante, Doris nascondeva però gusti audaci in fatto di profumi. A rivelarlo è un'asta del 2020 organizzata da Julien's Auctions, dove tra i suoi beni personali compare una bottiglietta quasi vuota di Shalimar, segno del suo amore per questa fragranza sofisticata e sensuale. 


 3) Calandre (1969)
di Paco Rabanne

LA STORIA: La nascita di Calandre segna un momento rivoluzionario, non solo nella profumeria ma anche nella celebrazione della modernità e della libertà femminile. Dietro questa fragranza audace c'è l’ingegno creativo di Paco Rabanne, un visionario della moda. 

Nato in Spagna come Francisco Rabaneda Cuervo, si trasferisce a Parigi durante la guerra civile e qui scopre il suo talento. Figlio di una sarta che lavorava nell’atelier di Cristóbal Balenciaga, Rabanne eredita il gusto per il design, ma presto sceglie di seguire una strada tutta sua.

A Parigi, si afferma prima creando gioielli per le grandi case di moda come Dior e Givenchy, e nel 1966 debutta con una collezione che rompe ogni schema: i suoi abiti, fatti di metallo e plastica, affascinano e scandalizzano al tempo stesso. Coco Chanel lo soprannomina ironicamente "il metallurgico della moda", ma le sue creazioni diventano immediatamente iconiche. Una di queste è il mini abito fatto di placche metalliche collegate da piccoli anelli, indossato da Françoise Hardy e immortalato come un simbolo degli anni '60.


Rabanne conquista anche il mondo del cinema, disegnando i costumi per il film cult Barbarella (1968), dove Jane Fonda veste i suoi audaci abiti di maglia metallica che esprimono sensualità e futurismo. Allo stesso modo, l'abito che disegna per Audrey Hepburn in Due per la strada (1967) segna un momento indimenticabile per la moda e il cinema, con il suo stile unico e trasgressivo.

Nel 1969, Paco Rabanne porta questa visione futuristica anche nel mondo della profumeria con Calandre. Il nome, che significa "griglia", è un omaggio alla griglia delle Rolls-Royce, simbolo di lusso, ma anche di movimento e indipendenza. Rabanne immagina questo profumo per una donna libera, dinamica, capace di attraversare le convenzioni con eleganza e audacia. Calandre non è solo un profumo: è una dichiarazione di indipendenza per le donne moderne. Immaginate una fragranza che racchiude l’audacia e lo spirito innovativo di Paco Rabanne, un uomo che ha sempre amato sfidare le convenzioni.


 
LE NOTE: Creata dal naso Michel Hy, Calandre è una fragranza fresca, metallica e provocante, perfettamente in linea con l'audacia di Paco Rabanne. Le note di testa si aprono con una combinazione vibrante di note verdi e aldeidi, regalando una sensazione di freschezza immediata, quasi futuristica. Nel cuore, fioriscono eleganti sfumature di rosa e mughetto, avvolgendo i sensi in un bouquet delicato ma persistente. Le note di fondo di vetiver e muschio di quercia aggiungono una profondità calda e sensuale, lasciando una scia sofisticata e irresistibile.

IL FLACONE:  disegnato da Pierre Dinand, è caratterizzato da linee pulite e parallelepipede, con una struttura squadrata che evoca precisione e modernità. Ispirato alla calandra del radiatore delle Rolls-Royce, il design del flacone riflette l’audacia e la libertà che Paco Rabanne voleva trasmettere. La cornice metallica abbraccia il vetro trasparente con eleganza industriale, incarnando l'indipendenza della donna contemporanea.

CHI LO HA AMATO: l’attrice Lauren Bacall sceglie Calandre in un momento cruciale della sua vita, nel 1969, un periodo in cui sta cercando di ritrovare sé stessa. Dopo la fine del suo matrimonio con Jason Robards e il dolore per la perdita di Humphrey Bogart, Bacall si rivolge a questa fragranza come simbolo di rinascita. Calandre, con le sue note fresche e legnose, riflette perfettamente la sua nuova fase: una donna forte, indipendente, ma sempre profondamente seducente.


4) Tabù (1932)
di Dana

LA STORIA: Nel 1932, Javier Serra, ex direttore artistico della casa di profumi Myrurgia, fonda la Maison Dana a Barcellona, con l’ambizione di creare profumi che sfidino le convenzioni. Si rivolge a Jean Carles, uno dei maestri più rispettati nel mondo della profumeria, che in seguito creerà capolavori come Miss Dior e Shocking di Schiaparelli.

Carles è noto per il suo metodo di studio rivoluzionario, che teorizzerà nel 1946 e che viene ancora insegnato oggi. Il suo metodo si basa sull’idea di immaginare una composizione olfattiva ancora prima di realizzarla nella pratica. L’apprendista "naso" deve allenare la memoria olfattiva, riconoscendo ogni materia prima sia singolarmente che in combinazione con altre, fino a padroneggiare le complesse sfumature della creazione di un profumo.
Nel 1932, Serra fa una richiesta chiara e provocatoria a Jean Carles: "creare un profumo che indosserebbe una prostituta". Questa sfida audace porta alla nascita di Tabu, una fragranza orientale opulenta e sensuale, destinata a infrangere le convenzioni dell'epoca. Il nome non è scelto a caso. Serra, durante una passeggiata per le strade di Nizza, si imbatte nel libro di Sigmund Freud, "Totem e Taboo". Affascinato dall’idea di esplorare il desiderio e la trasgressione, Serra decide che "Tabu" sarebbe stato il nome perfetto per una fragranza che sfida i limiti della seduzione (il termine "tapu", di origine polinesiana, significava qualcosa di proibito o sacro).
Il suo nome e la sua natura ribelle lo rendono perfetto per le donne degli anni '30, un’epoca caratterizzata da grandi cambiamenti. Le donne di quegli anni, che stavano vivendo una fase di crescente libertà e di esplorazione personale dopo la Prima Guerra Mondiale, trovano in Tabu un'eco delle loro aspirazioni. Il decennio è segnato dal movimento delle flapper, giovani ribelli dei ruggenti anni '20, con il loro caschetto, trucco marcato, gonne più corte, che ballano da sole il charleston. Questo personaggio, iconicamente rappresentato anche dal fumetto di Betty Boop, incarna la sfida ai ruoli femminili tradizionali. Tabu diventa così un mezzo per esplorare la propria sensualità e per rompere con le restrizioni delle generazioni precedenti. Il nome stesso del profumo invita le donne a indulgere nel proibito, abbracciando il mistero e l’intrigo che lo accompagnano.
A rendere ancora più iconica questa fragranza è la sua pubblicità, ispirata al dipinto "La Sonata a Kreutzer" di René Prinet, che raffigura un violinista e una pianista in un bacio appassionato. Lo slogan "Tabu, il profumo proibito" accompagna questa immagine carica di passione e trasgressione, amplificando l'attrazione del profumo e il suo messaggio di esplorazione dei desideri.


LE NOTE: Tabu è una fragranza orientale ricca e audace, che non passa inosservata. Le note di testa aprono con un'esplosione di spezie avvolte dalla freschezza del coriandolo e dall’aroma agrumato dell’arancia, creando un equilibrio iniziale seducente e intrigante. Nel cuore, si sviluppano accordi sensuali e floreali, con il calore dei chiodi di garofano e l’esotismo dell’ylang ylang, che donano alla composizione profondità e mistero.

Le note di fondo, con l'intensità del benzoino e la sensualità animalesca del zibetto, si intrecciano con il sandalo e il patchouli, creando una scia calda e avvolgente che lascia un’impressione duratura e irresistibile.

IL FLACONE: la prima confezione di Tabu rifletteva una semplicità raffinata, con linee squadrate e un tappo nero, a richiamare l’essenza provocatoria e misteriosa del profumo. Questo design iniziale incarnava il carattere essenziale e seducente della fragranza, con dettagli minimali che lasciavano spazio al vero protagonista: il contenuto proibito al suo interno.
Ma è la versione più iconica del flacone a restare impressa nella memoria collettiva: quella modellata a forma di violino. Questo design, ispirato alla passione musicale del dipinto "La Sonata a Kreutzer", diventa un simbolo del profumo. Il flacone-violino riflette perfettamente l’audacia e il fascino senza tempo di Tabu, trasformando il semplice gesto di spruzzare il profumo in un’esperienza artistica ed evocativa.


CHI LO HA AMATO: Una delle attrici che ha più apprezzato Tabu di Dana è stata Dorothy Dandridge, una donna che ha sfidato le convenzioni e abbattuto barriere in un'epoca in cui le possibilità per le donne afroamericane a Hollywood erano estremamente limitate. Dandridge, con la sua classe innata e il suo stile audace, è diventata un'icona non solo per il suo talento, ma anche per la sua capacità di trasformarsi e adattarsi alle sfide del mondo del cinema.
Un aneddoto significativo che mostra la sua determinazione riguarda il suo provino per il film Carmen Jones. Al primo incontro con il regista Otto Preminger, Dorothy si presenta con un abito elegante e un look sofisticato, trasmettendo raffinatezza e classe. Tuttavia, Preminger la giudica "troppo sofisticata" per il ruolo di Carmen e le propone una parte minore. Dorothy, però, non si lascia scoraggiare. Quando torna per il secondo provino, si trasforma completamente: trucco marcato, una gonna stretta e un atteggiamento audace. Prima ancora che lei possa dire una parola, Preminger la guarda e dice: "È Carmen!". In quel momento, Dorothy aveva catturato l'essenza ribelle e sensuale del personaggio, e non è difficile immaginare che il profumo Tabu, noto per la sua audacia e sensualità, abbia accompagnato questa trasformazione.

Queste fragranze non sono solo profumi, ma vere e proprie testimonianze dell’epoca d’oro di Hollywood, simboli di audacia, eleganza e trasgressione. Le star che le hanno amate non si sono limitate a indossarle: le hanno trasformate in parte del loro fascino, parte della loro leggenda. Ogni spruzzo di queste essenze evoca un’era passata, in cui il glamour e il mistero regnavano sovrani, e in cui una scia di profumo poteva fare la differenza tra il quotidiano e l’immortale.
Oggi, come allora, questi profumi continuano a raccontare storie, a farci sognare e a trasportarci in un mondo fatto di luci brillanti, abiti scintillanti e grandi amori. Indossarli è un po’ come recitare in uno di quei film senza tempo: ci riportano indietro, facendoci vivere un pezzo di quell’indimenticabile magia.
 

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2 commenti

  1. Questo racconto è bello come un romanzo. Come sei brava.

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    1. Grazie!!! Mi faccio sempre trasportare quando scrivo. Sono contenta che ti sia piaciuto.

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