Miami Beach, da palude selvaggia a Paradiso delle Star

venerdì, settembre 06, 2024

“Quel buco di coccodrilli non sarà mai una località turistica.”

Sembra incredibile, ma questo è ciò che pensavano i nativi della Florida quando alcuni imprenditori visionari decisero di trasformare paludi e mangrovie in una destinazione da sogno: Miami Beach. Con una strategia pubblicitaria brillante, Miami Beach venne promossa come il luogo perfetto per il lusso e il relax, attirando le più grandi star di Hollywood. Qui un giovanissima Elizabeth Taylor riceve il suo primo anello di fidanzamento, mentre Frank Sinatra e Ava Gardner scelgono Miami Beach per il loro viaggio di nozze. Poi ci sono gli Hotel che hanno reso iconica questa località, come il Flamingo, il Raleigh e il Fontainebleau, e celebri night-club come il Copa City. 

Lasciatevi trasportare in questo viaggio alla scoperta di Miami Beach, molto più di un rifugio glamour per le Star.

Quattro uomini che hanno saputo vedere oltre

Agli inizi del XX secolo, la Florida meridionale è ancora una terra per lo più incolta, ricoperta di paludi e mangrovie, una regione che pochi considerano una possibile destinazione turistica. L’economia locale si basa principalmente sull’agricoltura e sulla pesca, con infrastrutture limitate e un clima che scoraggia molti dall’investire in queste terre selvagge. Tuttavia, un cambiamento significativo prende avvio con lo sviluppo della ferrovia della Florida East Coast, grazie alla visione dell’imprenditore Henry Flagler. Il prolungamento della linea ferroviaria lungo la costa orientale apre l’accesso a zone fino a quel momento isolate, attirando pionieri agricoli e investitori desiderosi di sfruttare il potenziale di queste aree poco sviluppate.

Tra i primi ad accogliere la sfida di trasformare queste terre selvagge c’è John Collins, un agricoltore e imprenditore del New Jersey. Attirato dal clima mite e dalle prospettive di sviluppo agricolo, Collins acquista grandi appezzamenti di terra con l’intento di coltivare noci di cocco e avocado. Tuttavia, si rende presto conto che le terre che ha acquistato sono ben lontane dall’essere pronte per l’agricoltura. Paludi e mangrovie ostacolano i suoi piani, ma Collins non si lascia scoraggiare. Determinato a trasformare questa regione, avvia un progetto ambizioso di bonifica, drenando l’acqua stagnante e creando canali. Il suo sforzo comincia a prendere forma, ma per connettere la sua terra alla città, Collins ha bisogno di un collegamento solido con la terraferma. Così, con l’aiuto di prestiti e finanziamenti, avvia la costruzione di un ponte di legno lungo 4 km, destinato a diventare il più lungo al mondo al suo completamento.


Quando i fondi di John Collins si esauriscono e la costruzione del ponte si ferma, interviene Carl Fisher, un imprenditore visionario originario dell’Indiana, già famoso per aver fondato l’autodromo Indianapolis Motor Speedway, uno dei circuiti automobilistici più celebri del mondo. Fisher decide di finanziare il completamento del Collins Bridge in cambio di terreni e comincia a sviluppare la sua visione di un rifugio esclusivo per i ricchi e famosi, con ville, hotel e spiagge dorate che avrebbero attirato l’élite americana.


Snobbato dalle élite aristocratiche di Palm Beach, Fisher decide di creare il proprio rifugio invernale per coloro che, come lui, cercano lusso e avventura lontano dalle destinazioni tradizionali. Dopo aver investito nel progetto del ponte, inizia a dragare canali, pompare sabbia e modellare il paesaggio per realizzare una destinazione capace di competere con le località turistiche più prestigiose.  Pianta fiori tropicali, palme maestose e altre piante esotiche, conferendo alla zona un aspetto da sogno. 
Ma Fisher sa che non basta costruire strade e abitazioni per attrarre i turisti. Con la stessa determinazione che lo aveva portato a creare l’Indianapolis Motor Speedway, aggiunge un tocco di lusso senza pari: costruisce casinò con piscina, campi da golf, campi da polo, giardini da tè e campi da tennis. Il suo obiettivo è creare un’esperienza completa e indimenticabile per i ricchi industriali e imprenditori del tempo.


Mentre Carl Fisher continua a sviluppare la sua visione per questa zona ancora in trasformazione, anche i fratelli John e James Lummus, due banchieri di Miami, vedono il potenziale di quella che presto diventerà una destinazione di lusso e si uniscono all’impresa, fornendo finanziamenti fondamentali per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie. Grazie ai loro investimenti, le strade cominciano a prendere forma, e i primi edifici sorgono lungo la costa. Case eleganti e strutture ricettive iniziano a punteggiare l’area, attirando i primi turisti e investitori, e dando vita a quello che viene ricordato come il primo boom immobiliare della regione. Con l’arrivo dei primi acquirenti, la costa si anima e inizia a delinearsi l’aspetto di una vera e propria città balneare, che presto vedrà un’esplosione di attività e la costruzione di numerosi hotel di lusso.

Ora bisogna solo vendere un’idea

Quando il paesaggio di paludi bonificate e spiagge dorate inizia a prendere forma, Carl Fisher sa bene che, per trasformare questo nuovo paradiso in una destinazione ambita dalle élite americane, ha bisogno di una strategia pubblicitaria innovativa. Entra così in gioco Steve Hannigan, un brillante pubblicitario che diventerà in seguito famoso anche per il lancio di Sun Valley, la località sciistica preferita dalle Star (di cui vi ho parlato qui). Hannigan capisce subito che il segreto per attirare visitatori da tutto il paese non sta solo nella costruzione di strutture lussuose, ma nella creazione di un’immagine affascinante e irresistibile.

Steve Hannigan qualche anno più tardi, all'epoca del fidanzamento con l'attrice Ann Sheridan

La sua strategia è semplice quanto geniale: dipingere Miami Beach come un luogo per sfuggire al freddo dell’inverno. Con slogan memorabili come “Miami Beach, dove l’estate trascorre l’inverno” e “La cosa più vicina al paradiso che conosciamo”, Hannigan crea una serie di campagne pubblicitarie che invadono giornali, riviste e persino cartelloni a Times Square. Fotografie di spiagge luminose e palme mosse dalla brezza vengono diffuse ovunque, rafforzando l’idea di una destinazione tropicale eterna, perfetta per chi desidera sfuggire ai rigori dell’inverno. Hannigan incoraggia anche la copertura mediatica continua di Miami Beach, inviando migliaia di comunicati stampa e foto ad editorialisti come Walter Winchell e Ed Sullivan, consolidando l’immagine di Miami Beach come un rifugio glamour. 

Hotel da sogno

 



Dietro al primo hotel di Miami Beach, il Flamingo, costruito nel 1920, c’è lo stesso Carl Fisher. Quando apprende che il Presidente americano Warren G. Harding sta pianificando un viaggio in Florida per l’inverno del 1920-1921, Fisher vede subito l’opportunità perfetta per promuovere il Flamingo. Dopo aver esercitato la sua influenza con senatori amici e offerto una suite gratuita in uno dei cottage dell’hotel, riesce a convincere Harding a fermarsi. Durante la visita, Harding loda pubblicamente la bellezza e l’attrattiva di Miami Beach, definendo la sua crescita “magica” e promettendo di tornare. Questo elogio presidenziale genera una straordinaria pubblicità per Miami Beach e il Flamingo Hotel, rafforzandone la reputazione come principale destinazione turistica invernale per l’élite americana.

 

Fisher, sempre alla ricerca di modi per promuovere Miami Beach, organizzava regate di motoscafi nelle acque tranquille della Biscayne Bay, proprio di fronte al Flamingo. Queste gare di velocità erano concepite per intrattenere i ricchi ospiti del Flamingo e per attrarre turisti sofisticati, offrendo loro uno spettacolo emozionante in un ambiente esclusivo. Fisher vedeva nelle acque della baia il luogo ideale per queste competizioni, evitando deliberatamente le affollate spiagge oceaniche. 


Il secondo hotel di cui voglio parlarvi è il Raleigh Hotel del 1940, conosciuto non solo per la sua architettura Art Déco, ma anche per la sua iconica piscina curvilinea, celebrata nel mondo del design e del glamour. Il 29 dicembre 1947, la piscina del Raleigh viene immortalata sulla copertina della rivista Life, dove la sua forma unica e suggestiva diventa uno dei simboli di Miami Beach. 

All’interno dello stesso numero, un articolo descrive la piscina come uno spazio in cui i costumi da bagno non erano solo per il nuoto, ma diventavano veri e propri capi di moda, spesso indossati in occasioni formali, come cene. I costumi erano decorati con pietre preziose e applicazioni, rendendoli parte integrante del glamour dell’epoca.

 

Infine il terzo hotel per importanza è il Fontainebleau, progettato dall’architetto Morris Lapidus e inaugurato nel 1954, uno degli hotel più iconici e lussuosi di Miami Beach. A ispirare i proprietari Ben e Bernice Novack, è stato un viaggio nella campagna francese, durante il quale restano affascinati da un sontuoso palazzo. Dopo aver acquistato un appezzamento di terreno da Harvey Firestone, l’imprenditore dell’industria di pneumatici, affidano il progetto all’architetto Morris Lapidus, che con il suo stile neobarocco rompe le regole architettoniche tradizionali e introduce elementi moderni, trasformando l’hotel in un vero capolavoro di spettacolo.

Uno degli elementi distintivi del Fontainebleau è la famosa “Stairway to Nowhere” (la scala verso il nulla), una scala che conduceva a un piccolo guardaroba. Questa scala non era solo funzionale, ma progettata per consentire agli ospiti di fare un’entrata grandiosa, mostrando i loro abiti da sera prima di scendere trionfalmente nella hall principale. Questo dettaglio incarna la filosofia di Lapidus, che era orientata a creare un’atmosfera di teatralità e glamour per i visitatori del Fontainebleau.


Il Fontainebleau appare in numerosi film celebri, tra cui Ragazzo tuttofare del 1960 con Jerry Lewis, 007 Missione Goldfinger del 1964 con Sean Connery,  Scarface del 1983 con Al Pacino e The Bodyguard con  Kevin Costner e Whitney Houston.


Ancora oggi, nascosto tra le mura del mitico Raleigh Hotel, il Martini Bar continua ad essere uno dei simboli di Miami. Questo storico locale con il suo elegante bancone in mogano è il luogo perfetto per assaporare cocktail creativi preparati dai migliori bartender della città. La sua atmosfera è un mix perfetto di fascino retrò e freschezza contemporanea, grazie a drink che puntano su ingredienti freschi e sapori audaci. Tra le specialità ci sono il Russian Spring Punch, un mix di vodka, lamponi e sciroppo di limone, e il Never Say Never, un vibrante cocktail a base di rum, fragole, menta e basilico. Se vi piacciono i cocktail, vi consiglio di dare un’occhiata ai miei articoli dedicati ai drink dei film e alle storie che li accompagnano. Non li avete ancora letti? Nessun problema, potete recuperarli tutti qui!

Il night club più famoso

Il Copa City Nightclub, inaugurato il 23 dicembre 1948, rappresenta uno dei locali più celebri e audaci di Miami Beach. Situato in una struttura progettata dall’iconico designer Norman Bel Geddes, il club era noto non solo per le sue spettacolari esibizioni, ma anche per la sua architettura all’avanguardia. A differenza di altri locali notturni, non aveva un’insegna al neon appariscente: era l’edificio stesso, con le sue linee curve e audaci, a definirne l’identità.

Negli anni '50, il Copa City oltre ad offrire intrattenimento promuove anche mode rivoluzionarie come il bikini, un costume da bagno introdotto per la prima volta dal designer francese Louis Réard nel luglio del 1946. Il nome "bikini" fu ispirato dall'atollo Bikini, dove pochi giorni prima del debutto del costume si erano svolti test nucleari. Réard sperava che il suo due pezzi avrebbe avuto un impatto altrettanto "esplosivo" nel mondo della moda. Tuttavia, all'inizio il bikini è considerato così scandaloso che nessuna modella parigina accetta di indossarlo, lasciando che una ballerina di cabaret fosse la prima a presentarlo in pubblico.
Nonostante il bikini sia bandito da concorsi di bellezza negli Stati Uniti durante gli anni '50 e considerato tabù, il Copa City abbraccia questa moda audace prima ancora che diventasse mainstream. Nei numeri del Copa City magazine pubblicati tra il 1951 e il 1952, le showgirls del club vengono spesso ritratte in bikini sulle spiagge assolate della Florida, sfidando le convenzioni e celebrando il glamour del corpo femminile sotto il sole di Miami Beach. Questa pubblicità precoce del bikini contribuì a diffonderne l'uso ben prima che attrici come Brigitte Bardot lo rendessero popolare a livello internazionale.

Ma il Copa City non si limita a infrangere le sole barriere della moda. Nel 1951, la leggendaria cantante Josephine Baker lasciò un segno indelebile nella storia del locale. All’epoca, Miami era ancora sotto le regole della segregazione del Jim Crow, e ai neri veniva spesso negato l’ingresso nei club di lusso. Tuttavia, Baker si rifiutò di esibirsi al Copa City a meno che il locale non accogliesse un pubblico integrato. Dopo una forte insistenza, Baker riuscì a far aprire le porte del Copa City agli ospiti neri, diventando la prima artista nota a esibirsi davanti a un pubblico misto in uno dei più importanti club di Miami Beach. Questa storica esibizione, avvenuta il 10 gennaio 1951, segnò una svolta significativa per i diritti civili e per il futuro dell’integrazione nei locali notturni della città.

Le Star che sono state qui

Per Orson Welles e Rita Hayworth, il gennaio del 1944 non è affatto un periodo tranquillo. Welles si sta riprendendo da un brutto attacco di ittero che lo aveva quasi portato alla morte l'anno precedente, e Rita, sposata con lui da appena tre mesi, sta guarendo da un’influenza contratta in California. Scelgono Miami Beach per cercare un po' di tregua dal caos di Hollywood, anche se la città, con la sua vivace vita notturna e le spiagge affollate, non sembra proprio il rifugio ideale per una convalescenza tranquilla. Nonostante ciò, il loro soggiorno attira l'attenzione dei paparazzi, che li immortalano spesso a passeggio lungo il lungomare, offrendo uno scorcio inedito di un momento di intimità per la coppia più ammirata del cinema.


Nel 1949, durante una vacanza a Miami Beach, la giovane Elizabeth Taylor si fidanza per la prima volta con William Pawley Jr.. Figlio di un ambasciatore e milionario dell’aviazione, Pawley affascina la giovanissima star con la sua posizione di prestigio. Sebbene inizialmente la madre di Taylor e il suo studio non si oppongano alla relazione, la situazione cambia quando Elizabeth comincia a parlare di lasciare il cinema per dedicarsi alla vita matrimoniale. Lo studio MGM interviene, organizzando per Taylor appuntamenti pubblici con celebrità come Glenn Davis, minando così il rapporto con Pawley. Il fidanzamento si spezza definitivamente nell’agosto dello stesso anno, durante il matrimonio dell’attrice Jane Powell a Hollywood, dove Taylor è damigella d’onore in quanto sono entrambe le stelle emergenti dello Studio. Pawley, offeso dal fatto che Taylor abbia rinnovato il contratto con la MGM senza dirglielo, chiede la restituzione dell’anello di fidanzamento attraverso un telegramma. Taylor risponde con una lettera malinconica, nella quale afferma di stare ancora indossando l’anello e di doverlo presto restituire, insieme a un braccialetto che Pawley le aveva regalato. Anni dopo, le lettere e i telegrammi scambiati tra Taylor e Pawley vengono venduti all’asta, offrendo uno sguardo intimo sulla storia di un amore giovane e fugace.

Nel 1951, Frank Sinatra e Ava Gardner, una delle coppie più affascinanti di Hollywood, scelgono Miami Beach per la loro luna di miele. La loro relazione, intensa e passionale, è costantemente sotto l’occhio dei paparazzi, ma l’unica foto che riescono a catturare li ritrae di spalle, mentre passeggiano mano nella mano lungo la spiaggia. Questo momento, intimo e misterioso, diventa simbolo del loro amore travagliato, riflettendo una relazione tanto passionale quanto destinata a bruciarsi rapidamente.


Spero che questo articolo vi abbia trasmesso la stessa passione che provo io nello scoprire cosa si cela dietro i luoghi che visitiamo, dietro l’immagine scintillante di Miami Beach. È incredibile pensare a quanto lavoro, visione e determinazione siano stati necessari per trasformare questo angolo di mondo in ciò che è oggi. Ognuno di questi personaggi che ho raccontato ha contribuito, in modo diverso, a plasmare questo paradiso che oggi appare perfetto, ma che un tempo era solo un sogno lontano.

In fondo, dobbiamo ringraziare quel gruppo di visionari da cui tutto è iniziato, che ha saputo vedere oltre quel covo di coccodrilli infestato dalle zanzare.

ULTIMO MA NON PER IMPORTANZA: Se volete rimanere aggiornati sui miei articoli potete iscrivervi alla Newsletter che ho creato, è sufficiente cliccare su questo link https://blogfrivolopergenteseria.substack.com basta inserire la vostra mail e cliccare Subscribe, riceverete via mail la conferma dell'avvenuta iscrizione e ogni settimana quando uscirà un nuovo articolo sul blog verrete avvisati. Vi ringrazio per sostenermi sempre!


You Might Also Like

0 commenti