L'angolo dei film: Angeli con la pistola

venerdì, settembre 13, 2024

Ci sono film che non solo segnano un’epoca, ma che riescono anche a toccare corde profonde nel cuore di chi li guarda, restando impressi come veri e propri gioielli cinematografici. "Angeli con la pistola" di Frank Capra è uno di questi film. È una pellicola che, nonostante le difficoltà incontrate durante la sua realizzazione, riesce a trasmettere un calore e un’umanità tali da renderla un classico imperdibile, specialmente nel periodo natalizio.
Questo film, per me, rappresenta un rifugio emotivo, una storia che sa scaldare il cuore ogni volta che la rivedo. Non solo per la sua trama commovente e intrisa di speranza, ma anche per il cast straordinario che lo anima. Da Bette Davis, che con la sua intensa interpretazione di Apple Annie ci regala una performance indimenticabile, a Glenn Ford, Thomas Mitchell, Peter Falk e Ann-Margret, ognuno dei quali dà vita a personaggi ricchi di sfumature. Anche i personaggi secondari, con attori del calibro di Edward Everett Horton, contribuiscono a creare un quadro complesso e affascinante, rendendo questo film un vero capolavoro corale.
Ma non è solo il cast a rendere speciale "Angeli con la pistola". Il film porta con sé la firma di un grande regista, Frank Capra, che ha saputo trasformare una produzione travagliata in un’opera carica di emozioni, capace di parlare al pubblico di ieri come a quello di oggi. È proprio la storia dietro le quinte, fatta di tensioni e sfide, che mi spinge a voler approfondire e condividere l’unicità di questa pellicola, per far sì che venga apprezzata ancora di più per quello che è: un film che, nonostante tutto, riesce a parlare al cuore di chi lo guarda.

In fondo a questo articolo troverete il film da vedere comodamente, sia che lo vogliate rivedere dopo la lettura dell'articolo, sia che dobbiate vederlo per la prima volta. È uno dei film su cui appongo il mio sigillo di garanzia. Non può non piacervi. 

Il titolo originale è Pocketful of miracles ed è un film del 1961 diretto da Frank Capra con protagonisti Bette Davis, Glenn Ford e Hope Lange.

Trailer originale:



La trama in breve: Natale a New York durante il Proibizionismo il gangster Dave detto lo Sciccoso compra tutti i giorni una mela dalla vecchia mendicante Annie, convinto che gli porti fortuna. Un giorno Annie gli confida che sta per arrivare dalla Spagna sua figlia Louise, cresciuta in un collegio lontano dalla madre grazie ai risparmi che questa ed altri mendicanti del quartiere hanno fatto, e ignora le condizioni di vita della donna, credendo anzi che sia una gran signora. Insieme alla sua fidanzata Regina, Dave decide di aiutare Annie compiendo il miracolo: trasformandola in una signora raffinata, le procura un marito e una casa, e organizza un sontuoso ricevimento, anche se  non tutto va secondo i piani.

Alcune scene del film

Immagini promozionali

Angeli con la pistola affonda le sue radici in un racconto breve, "Madame la Gimp", scritto da Damon Runyon e pubblicato nell'ottobre del 1929 sulla rivista Cosmopolitan. Quando nel 1932 la Columbia Pictures ne acquista i diritti, nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato uno dei film più amati di Frank Capra, "Signora per un giorno". Uscito nel 1933, il film ottiene un discreto successo, conquistando il pubblico con una trama toccante e la capacità di Capra di bilanciare sapientemente umorismo e dramma. L'interpretazione della protagonista, May Robson, è così convincente da valerle una candidatura all'Oscar come Migliore Attrice.
Sono trascorsi trent'anni e Frank Capra, ormai vicino alla fine della sua carriera, decide di riprendere in mano il suo classico "Signora per un giorno", una favola in cui gli attori recitavano con un tono fiabesco e leggero. Con "Angeli con la pistola", però, Capra ha in mente un approccio diverso: immagina un film in cui gli attori, noti per la loro intensità e profondità, possano infondere ai personaggi una nuova dimensione di durezza e autenticità. Vuole che questa nuova versione della storia si adatti ai gusti più sofisticati del pubblico degli anni '60, distaccandosi dall’atmosfera fiabesca dell'originale e offrendo un’interpretazione più cruda e radicata nella realtà.
I diritti appartengono alla Columbia Pictures, che li ha acquistati per 1.500 dollari nel 1932. Quando Capra decide di realizzare il remake nel 1960, la Frank Capra Productions ha acquisito i diritti per 225.000 dollari, un incremento significativo che però riflette l'importanza di questo progetto per il regista.
Per adattare la sceneggiatura di "Angeli con la pistola", Frank Capra decide di partire dal testo originale del 1933, scritto da Robert Riskin. Tuttavia, per renderla più attuale e adatta al pubblico degli anni '60, Capra chiede a Harry Tugend di aggiornare la sceneggiatura. Successivamente, Hal Cantor interviene per affinare ulteriormente il testo, con il supporto di Jimmy Cannon, un corrispondente sportivo esperto del gergo di Broadway, elemento centrale nel film.
Quando Frank Capra decide di realizzare "Angeli con la pistola", la United Artists stabilisce subito una condizione fondamentale per finanziare il progetto: il film deve avere una super star come protagonista. Questo pone delle sfide per Capra, che ha in mente diversi attori per il ruolo principale di Dave lo Sciccoso. La prima (e seconda) scelta di Capra sono, Frank Sinatra e Dean Martin, entrambe fortemente volute dalla United Artists. Tuttavia, entrambi gli attori rifiutano la parte, costringendo Capra a cercare altre opzioni. Il regista pensa allora a Steve McQueen, una giovane star in ascesa, ma questa volta il no arriva dalla United Artists, che non lo considera abbastanza affermato per il ruolo.


 Il destino del progetto cambia quando Glenn Ford, già una star affermata, entra in scena. Ford, incontrando casualmente Capra in un ristorante, scherza sul fatto che il suo astrologo gli ha predetto che avrebbe interpretato Dave lo Sciccoso in "Angeli con la pistola". Capra, colpito dalla coincidenza, decide di proporgli il ruolo. Ford pone subito delle condizioni: accetterà la parte solo se il film sarà una coproduzione tra la Frank Capra Productions e la sua compagnia, la Glenn Ford Newton Production. Dopo alcune resistenze, Capra, comprendendo l'importanza di avere Ford nel cast, accetta il compromesso.


Per quanto riguarda il ruolo di Apple Annie, Capra considera inizialmente Shirley Booth, nota per la sua straordinaria interpretazione in "Torna, piccola Sheba". Booth, interessata al progetto, chiede di vedere il film originale "Signora per un giorno", ma dopo averlo visionato, teme il confronto con l'interpretazione originale di May Robson e decide di rinunciare. La seconda scelta di Capra è Helen Hayes, grande attrice di teatro (che 4 anni prima ha interpretato magistralmente l’Imperatrice Madre Maria Feodorovna, la nonna di Ingrid Bergman in Anastasia), la quale si mostra entusiasta all'idea di interpretare il ruolo.
 

Il terzo ruolo più importante è quello di Regina Martin, la cinica pupa del gangster, ormai sulla via del tramonto e proprietaria di un nightclub. Dopo averle visto interpretare la prostituta in Il figlio di Giuda (quasi rubando la scena a Burt Lancaster), Capra ritiene che Shirley Jones sia perfetta, inoltre la paga le va bene ed è anch’essa rappresentata dall’agenzia William Morris.
Frank Capra ha finalmente i suoi 3 personaggi principali, Helen Hays, Glenn Ford e Shirley Jones.
È a cavallo.
Come però dice Jack Lemmon (Daphne) a Tony Curtis (Josephine) in A qualcuno piace caldo: Fai finta di niente, ma siamo caduti da cavallo!
Il responsabile del disarcionamento?
Glenn Ford. L’attore, che non ha ancora firmato il contratto con la United Artists, pretende che la parte di Regina sia assegnata alla sua fidanzata, l’attrice Hope Lange, minacciando di lasciare il film. Capra ritiene la Lange non sia adatta ad interpretare una prostituta sulla quarantina, appena 3 anni prima ha interpretato la ragazza molestata dal patrigno in I peccatori di Peyton (che le era valsa una nomination all’Oscar e al Golden Globe, di questo film ve ne ho parlato qui). Così il regista consulta il suo agente Abe Lastfogel, il quale però lo avverte che, impuntandosi arrivando al punto di sostituire lo stesso Glenn Ford, il progetto si sarebbe fermato per un anno intero, e nel contempo Capra avrebbe comunque dovuto sostenere le spese per i diritti della storia, già acquistati per 225.000 dollari, e per l'ingaggio di Helen Hayes, concordato a 100.000 dollari. Inoltre, avrebbe dovuto trovare un altro attore disposto a partecipare alla coproduzione, correndo però il rischio che anche questo nuovo partner imponesse le proprie condizioni sul cast. Di fronte a queste prospettive, Capra, seppur contrariato, accetta il compromesso e decide di riscrivere la parte di Regina, adattandola all'innocenza di Lange, prendendosi tre mesi per completare il lavoro.


Quando Capra comunica lo slittamento delle riprese Helen Hayes, riceve una lettera da Lucy Kroll, l'agente di Hayes, spiegando che la sua assistita sarà impegnata nei mesi successivi con una tournèè per il Dipartimento di Stato impedendole di partecipare al progetto. La lettera è accompagnata da un telegramma della Hayes che amareggiata dice: "Caro Frank, che dolore perdere quel gioiello di parte e quel soggetto meraviglioso."

Capra è furioso: a causa dei capricci di Glenn Ford, ha perso la "prima donna del teatro americano". Con Helen Hayes ormai fuori gioco, Capra pensa a un'altra attrice il cui talento è all'altezza del ruolo: Bette Davis. L'attrice, però, è da qualche anno lontana dai riflettori di Hollywood, con cui non ha mai avuto un rapporto facile. Scoprire di essere la seconda scelta dopo la Hayes e l'idea di interpretare una "Cenerentola" sessantenne non la entusiasmano affatto. Tuttavia, è sua figlia a farle cambiare idea: dopo aver letto il copione, le dice con convinzione, "Mamma, sarai la più grande Apple Annie del mondo." Quelle parole toccano profondamente la Davis, che decide di accettare il ruolo senza richiedere una quota sugli utili – una pratica comune all'epoca. Firma il contratto e si prepara a tornare sotto i riflettori, anche se il suo vero grande ritorno avverrà l'anno successivo con Che fine ha fatto Baby Jane?.
 

Per il ruolo di Joy Boy, il leale e maldestro braccio destro di Dave lo Sciccoso, Frank Capra ha un nome ben preciso in mente: Peter Falk. Dopo aver visto la sua intensa interpretazione del sicario Abe Reles in Murder, Inc., Falk, con la sua capacità di mescolare ferocia e vulnerabilità, aveva impressionato Capra al punto da volerlo nel suo film. In Angeli con la pistola, Falk porta quel mix unico di umorismo e autenticità che lo aveva già reso famoso. Grazie alle sue origini italo-polacche, riesce a rendere perfettamente il gergo italo-americano tipico dei gangster cinematografici dell'epoca, con un accento e un linguaggio colloquiale che rispecchiano le radici etniche del personaggio. Il suo uso dello slang, intrecciato con termini italiani, aggiunge una dimensione autentica e riconoscibile, che il pubblico avrebbe immediatamente associato al mondo dei gangster. Falk infonde in Joy Boy un’umanità buffa e realistica, rendendolo indimenticabile (non a caso riceverà la nomination all'Oscar). Se come me amate il suo mitico detective Colombo non potete perdervi il mio approfondimento, lo trovate qui.

A interpretare il giudice (e truffatore) Henry Blake è Thomas Mitchell, uno degli attori più versatili con cui Frank Capra abbia mai lavorato. Mitchell è stato un simpatico truffatore in Orizzonte perduto (1937), il giornalista cinico che alla fine si ricrede in Mr. Smith va a Washington (1939), e lo zio Billy in La vita è meravigliosa (1946), bizzarro e distratto, ma capace di momenti drammatici intensi che ritraggono un uomo sull'orlo della disperazione.
Qui Mitchell sfoggia tutto il suo repertorio da caratterista: dall’aria truffaldina quando raggira il suo avversario, il Conte, durante una partita a biliardo, a quando finge di essere il patrigno affettuoso per Louise, fino a quando consola Annie nel momento della disperazione. La sua interpretazione aggiunge un ulteriore strato di complessità e umanità al film, facendo di Blake uno dei personaggi secondari più memorabili. Di questo attore ve ne ho parlato qui.
 


Per la parte della figlia, la scelta ricade su una giovane attrice al suo debutto cinematografico: Ann-Margret. Svedese di nascita e cresciuta in Illinois, è già nota nei locali di Las Vegas, dove si esibisce come cantante e ballerina al fianco del celebre comico George Burns. La sua versatilità la rende perfetta per il ruolo di Louise, un personaggio che le permette di mostrare anche le sue doti canore. Con la sua combinazione di ingenuità e sensualità, Ann-Margret non solo tiene testa a giganti come Bette Davis, che la guida con consigli preziosi, ma dimostra fin da subito il suo talento completo. Questo esordio segna l'inizio di una carriera brillante (ancora attiva, il suo ultimo film è del 2021), in cui alterna con successo il cinema, la musica e lo spettacolo, con due candidature all’Oscar.
 

Edward Everett Horton interpreta il buffissimo maggiordomo Alonso Hutchings. Horton, un attore veterano con una carriera prolifica, era noto per i suoi ruoli di carattere eleganti e spesso comici. Frank Capra lo ha scelto in diversi dei suoi film, tra cui Orizzonte perduto (dove interpreta il paleontologo Alexander Lovett) e Arsenico e vecchi merletti (dove è Mr. Witherspoon, il direttore del manicomio). In "Angeli con la pistola", Horton dona al personaggio di Hutchings una dose di umorismo e classe, rendendolo una delle figure più amate del film. Due delle mie scene preferite sono sue: quella in cui Dave lo istruisce dicendo cosa sarebbe successo a lui e i camerieri se avessero fatto saltare la copertura di Annie, e Horton mimando una fucilazione fa “ta-ta-ta-ta-ta”; e quella in cui quando il piano inizia a scricchiolare fa la valigia e si dirige alla porta. “Fuggo la nave che affonda. Con il mio soffio al cuore non posso sopportare i finali tristi così vado a raggiungere il signor Kent all’Avana”, e Dave gli risponde “Con le gambe rotte?” “Veramente le mie gambe non sono… Oh, apprezzo la sfumatura signore. Grazie. Non c’è di che”. Se volete saperne di più su questo straordinario caratterista vi lascio il mio articolo qui.


Per Frank Capra la produzione di "Angeli con la pistola", come da lui stesso dichiarato nella sua autobiografia “Il nome sopra il titolo”, è stata la più complessa di tutta la sua carriera. Fin dall'inizio, il set è stato segnato da tensioni, alimentate in parte dalle richieste di Glenn Ford.
Uno dei primi episodi riguarda il camerino destinato a Bette Davis. Ford insiste per assegnare a Hope Lange il camerino accanto al suo, che spettava di diritto alla Davis, in quanto protagonista del film. Dopo un acceso confronto, alla fine la Lange si è dovuta adattare a un altro camerino, ma l'atmosfera sul set si è inevitabilmente inasprita. Da quel momento, Ford e la Lange smettono di parlare alla Davis al di fuori delle riprese, contribuendo a creare un clima di tensione palpabile.
Le difficoltà non si fermano qui. Durante la terza settimana di riprese, Ford rilascia un'intervista in cui dichiara di essere grato a Bette Davis per averlo aiutato all'inizio della sua carriera e di essere stato lieto di averla scelta in questo film per "farla uscire dall'oscurità". Questa affermazione, del tutto infondata, provoca la furia di Bette Davis, che si sente profondamente offesa dalle parole di Ford. La sua reazione è immediata e veemente: "Quel figlio di ... dice che lo ha fatto per aiutare la mia carriera? Non mi aiuterebbe nemmeno a uscire da un pozzo."
Nel frattempo, Frank Capra inizia a soffrire di gravi mal di testa, che peggiorano al punto da costringerlo a ricevere trattamenti medici quotidiani. Ogni pomeriggio, viene portato nel vialetto dietro il pronto soccorso, dove un'infermiera gli somministra iniezioni di sodio fosfato, un trattamento molto pesante che abbassa drasticamente la sua pressione e lo lascia in uno stato di confusione. Nonostante questi gravi problemi di salute, Capra continua a lavorare, determinato a portare a termine il film.
Come se il clima teso sul set non fosse già abbastanza difficile, durante gli ultimi giorni di produzione, il 1° luglio, Bette Davis subisce una perdita devastante: la morte della madre, Ruth Davis. Nonostante il dolore, Davis dimostra una straordinaria dedizione, continuando a lavorare senza mai abbandonare il suo ruolo fino alla fine delle riprese.
Ann-Margret ha ricordato con affetto quanto Davis sia stata una guida generosa e paziente con lei che era al suo debutto cinematografico. In più occasioni, Davis ha chiesto di ripetere scene che non valorizzavano abbastanza la giovane attrice, dimostrando una grande attenzione verso i suoi colleghi. O meglio, verso chi lo meritava.
Anche Peter Falk ha elogiato il suo lavoro: "Bette Davis aveva molto da dare, e lo diede. Io ero un principiante, e lei un'artista e una professionista, ma mi fece sentire a mio agio e rilassato, così potei dare il meglio di me." Falk, con il suo umorismo, è riuscito ad alleggerire le tensioni sul set, tanto che persino Capra lo descrisse come "l’unico raggio di sole durante la lavorazione".

È Bette Davis a richiedere come costumista Edith Head che l’ha vestita in Peccato, e soprattutto in Eva contro Eva. Il personaggio di Apple Annie è quello di un’anziana alcolizzata vestita di stracci, il cui unico accessorio è il cestino contenente le mele che vende per strada ai passanti. La visita improvvisa della figlia Louise richiede che Annie sia trasformata in una signora dell'alta società.
Bette Davis prende molto sul serio il suo ruolo, interessandosi non solo agli abiti eleganti che indosserà nella seconda parte del film, ma anche ai vestiti stracciati che caratterizzano Apple Annie all'inizio. Edith Head realizza per lei abiti magnifici per la trasformazione di Annie, spendendo 25.000 dollari solo per i costumi della sua versione elegante. E pensare che gli abiti di stracci della prima parte del film costano appena 5 dollari, curati con la stessa attenzione per garantire che risultino autentici e appropriati per il personaggio.
Il percorso di Apple Annie, interpretata da Bette Davis, è raccontato attraverso una trasformazione non solo emotiva, ma anche sartoriale, con i suoi costumi che riflettono il cambiamento da senzatetto disperata a signora dell'alta società. All'inizio del film, il look di Annie è semplice e trascurato, un chiaro segno della sua vita di difficoltà per le strade di New York. Il suo abbigliamento è caratterizzato da tonalità spente, principalmente grigio. Indossa un cappello scolorito per proteggersi dalla pioggia, un cardigan sfilacciato, e una lunga sciarpa patchwork, completando il tutto con una gonna lunga, consumata dal tempo. Questo insieme di capi suggerisce una vita dura e precaria, in cui ogni pezzo sembra provenire da epoche diverse, accumulato nel corso degli anni.
In una delle scene successive, il suo abbigliamento inizia a migliorare leggermente: la sciarpa diventa più raffinata e indossa un cappello di velluto marrone, una scelta più elegante rispetto al suo look iniziale, segno di un tentativo di riprendere una certa dignità. Quando arriva a casa, Annie si toglie i vestiti da strada, rivelando una semplice camicia grigia con piccoli pois bianchi, che continua a raccontare la storia della sua vita modesta.
La prima svolta visiva avviene quando Dave e Regina scoprono il suo segreto: Annie indossa un cardigan verde, simbolo di speranza, quasi a preannunciare la possibilità di ricevere aiuto e di trasformare la sua vita.


Dopo l'intervento di Dave e la sua metamorfosi, Annie emerge come una donna completamente nuova. Riapparendo con un sontuoso abito beige e oro, accompagnato da un soprabito trasparente decorato con fiori dorati, Annie incarna ora l'eleganza dell'alta società. Completano il look una collana di perle a tre fili e orecchini di brillanti, accessori che enfatizzano la sua rinascita.
Quando si reca al porto per accogliere sua figlia, Annie indossa un elegantissimo cappotto di velluto verde scuro, impreziosito da collo e polsini in visone e lunghi guanti bianchi, simbolo della sua nuova identità raffinata. Questo look è in netto contrasto con il suo abbigliamento iniziale, dimostrando quanto la sua vita sia cambiata.
Nella scena successiva, Annie si presenta con un abito viola, completato da una spilla coordinata e una stola di visone, mantenendo il tema dell'eleganza sofisticata che ora definisce il suo personaggio. Infine, nel gran finale, Annie indossa un abito di velluto nero con un colletto di pizzo bianco, accompagnato da una collana di perle e orecchini abbinati, chiudendo così il cerchio della sua trasformazione.



Edith Head, nota per la sua capacità di rispettare i budget, non esita a riutilizzare abiti già esistenti per economizzare.
I costumi dei personaggi secondari in "Angeli con la pistola" provengono dal rinomato Western Costume, che ha fornito abiti un tempo indossati da grandi star come Marlene Dietrich, Carole Lombard e Hedy Lamarr. Questa pratica di riutilizzare costumi era comune per le comparse o i personaggi minori, ma Edith Head, nota per la sua capacità di lavorare con i budget, non si faceva problemi a farlo anche per le star principali.
Ad esempio Hope Lange indossa un elegante abito nero con un décolleté decorato di strass, originariamente disegnato per Rhonda Fleming nel film The Buster Keaton Story

 

Edith Head con in mano il bozzetto dell'abito finale della Lange, e altri 3 schizzi non utilizzati

Al fianco di Edith Head lavora Walter Plunkett, uno dei costumisti più leggendari di Hollywood, celebre per aver realizzato gli iconici abiti di Via col vento. In "Angeli con la pistola", Plunkett ha il compito di curare l'immagine di Glenn Ford, noto per la sua meticolosa attenzione all'abbigliamento. Ford, infatti, inserisce nel suo contratto una clausola ben precisa: tutti i suoi abiti devono essere fatti su misura e, al termine delle riprese, devono diventare di sua proprietà senza alcun costo aggiuntivo. Plunkett, con la sua ineguagliabile professionalità, accoglie queste richieste con estrema dedizione, assicurandosi che ogni dettaglio fosse impeccabile, riflettendo non solo lo stile del personaggio, ma anche la personalità esigente di Ford stesso.
Glenn Ford, nel ruolo di Dave lo Sciccoso in "Angeli con la pistola", indossa una serie di abiti che incarnano perfettamente l’eleganza e il potere del suo personaggio, curati nei minimi dettagli da Walter Plunkett. Il primo abito in cui lo vediamo è un completo bianco, quasi un presagio del suo ruolo di “angelo” con la pistola. A completare il look c'è una camicia a righe bianche e rosse, impreziosita da un rametto di agrifoglio, un tocco festivo e simbolico che aggiunge al fascino del personaggio.


Nel corso del film, Ford sfoggia una varietà di completi altrettanto sofisticati, in cui ogni dettaglio è perfettamente curato: dalla pochette al taschino, alle cravatte sempre abbinate, fino ai gemelli eleganti che impreziosiscono le sue camicie. Il gilet, spesso coordinato, aggiunge un ulteriore livello di raffinatezza, mentre le fantasie delle camicie sono selezionate per bilanciare i colori con la precisione di un esteta.
Tra i vari outfit che indossa, merita una menzione speciale il frac, che Ford sfoggia nella scena finale. Questo abito, che incarna il massimo della formalità e dello stile, è arricchito da una sciarpa di seta bianca avvolta con eleganza attorno al collo, guanti bianchi impeccabili, un imponente cilindro, e un bastone da passeggio, simbolo di potere e autorità, che completa il look con grazia e autorità.


Anche i cappotti di Dave lo Sciccoso sono parte integrante del suo personaggio. Tra questi, spicca il sontuoso cappotto cammello, il cui interno in seta rossa è personalizzato con le sue iniziali ricamate, un dettaglio che sottolinea la cura maniacale per l'eleganza. Un altro look memorabile è il cappotto con il collo di visone, che aggiunge un ulteriore tocco di lusso e opulenza alla figura di Ford.

Infine, persino nei momenti più rilassati, Ford non abbandona il suo stile impeccabile, indossando una sontuosa vestaglia nera e oro damascata, un capo che trasuda lusso e raffinatezza. Ci meraviglia che Glenn Ford abbia richiesto di tenere tutti questi tesori sartoriali?
I costumi di Joy Boy, con le loro bizzarre fantasie e combinazioni di colori audaci, offrono un netto contrasto rispetto all'eleganza impeccabile di Dave lo Sciccoso, sottolineando la natura più disordinata e eccentrica del personaggio.


La colonna sonora di "Angeli con la pistola" riflette la varietà eclettica di influenze musicali che contribuiscono all'atmosfera unica del film. Uno degli elementi principali è l'uso di brani tratti da Lo schiaccianoci di Tchaikovsky, che aggiungono un tocco classico e festivo al film, in linea con l'atmosfera natalizia (le scene più toccanti sono quando scrive la lettera alla figlia accompagnata dalla Danza araba, e la Marcia durante la sua grande entrata in scena).
Un altro elemento centrale è la canzone dei titoli di testa, con musica di Jimmy Van Heusen e testi di Sammy Cahn. Questa canzone, cantata da un coro di bambini, non solo contribuisce a creare un'atmosfera magica e coinvolgente, ma diventa anche un successo grazie alla successiva interpretazione di Frank Sinatra. Oltre ai brani orchestrali e alla canzone originale, la colonna sonora include anche canzoni popolari americane, come "My Bonnie (Lies Over the Ocean)", "Polly Wolly Doodle", e "Auld Lang Syne". Queste canzoni richiamano temi di nostalgia, comunità e tradizione, arricchendo ulteriormente l'ambientazione del film e contribuendo a creare un legame emotivo con il pubblico.


 Il film debutta in anteprima il 18 agosto 1961 al Paramount Theatre di Oakland, davanti a un pubblico selezionato. Frank Capra non è presente, ma attende con ansia notizie dai suoi collaboratori di fiducia. Quando, due ore più tardi, il produttore associato Joe Seastrom lo chiama, le sue parole sono elettrizzanti: "È stata l'anteprima più forte che abbia mai visto", racconta, descrivendo ovazioni e applausi entusiasti.
Anche la moglie e la figlia di Capra, presenti alla prima, non trattengono l'emozione: "È stata la più grande anteprima di tutti i tuoi film", gli dicono. Pochi giorni dopo, una seconda presentazione al De Anza Theatre di Riverside ottiene un successo ancora maggiore, rafforzando l'idea che il film possa davvero diventare un grande trionfo.
L'ottimismo cresce, e anche la celebre giornalista di gossip Hedda Hopper contribuisce a fomentarlo, proclamando che il film "sarà una miniera d’oro". Le aspettative sono altissime, e la United Artists decide di optare per una distribuzione particolare: anziché limitarsi a un lancio in singoli cinema di prestigio, sceglie di far partire la programmazione di "Angeli con la pistola" in 200 città contemporaneamente. Il 19 dicembre 1961, il film esordisce in 600 sale in tutto il paese, proprio durante la settimana natalizia, in un tentativo di capitalizzare al massimo la stagione delle feste.
Ma il destino è beffardo, e nonostante le premesse promettenti, l'accoglienza del pubblico si rivela sorprendentemente tiepida. La strategia di distribuzione, seppur ambiziosa, si rivela un'arma a doppio taglio. Un film così particolare, con un tono unico e un cast eccezionale, avrebbe forse meritato un lancio più graduale, limitando il numero delle sale, magari iniziando da New York e Los Angeles e mettendolo in cartellone per diversi mesi, il tutto con un supporto pubblicitario adeguato. La mancanza di una campagna di lancio mirata e la distribuzione troppo vasta hanno contribuito a un risultato deludente al botteghino.
Per Frank Capra, la delusione è profonda. Dopo decenni di successi e un legame speciale con il pubblico, questo insuccesso lo colpisce duramente. Capra riflette su ciò che è andato storto e conclude che, oltre agli errori di marketing, il vero problema risieda nel fatto che "Angeli con la pistola" non è il film che aveva immaginato di fare. Per paura di perdere il finanziamento, ha dovuto fare compromessi che hanno, a suo avviso, compromesso la sua integrità artistica. E forse, pensa Capra, è proprio questa mancanza di autenticità che il pubblico ha percepito, portandolo a respingere il film.


Nonostante l'accoglienza iniziale tiepida al botteghino, "Angeli con la pistola" ha ricevuto diversi riconoscimenti significativi che testimoniano la qualità del lavoro svolto da Frank Capra e dal suo cast e crew. Il film è stato nominato per tre Premi Oscar:
Miglior Canzone Originale per il brano dei titoli di testa, con musica di Jimmy Van Heusen e testi di Sammy Cahn. Sebbene la canzone non abbia vinto, la sua melodia e i suoi testi hanno lasciato un segno, anche grazie all'interpretazione successiva di Frank Sinatra.
Miglior Design dei Costumi a Colori, un riconoscimento condiviso tra Edith Head e Walter Plunkett per il loro lavoro straordinario nella creazione di abiti che spaziano dai stracci di Apple Annie agli eleganti abiti indossati durante la sua trasformazione. Nonostante la nomination, il premio è stato vinto da Irene Sharaff per West Side Story (1961).
Miglior Attore Non Protagonista per Peter Falk, il cui ruolo di Joy Boy ha conquistato sia il pubblico che la critica. La performance di Falk, caratterizzata da una combinazione di umorismo e intensità, gli ha valso questa prestigiosa nomination, che ha consolidato la sua reputazione come attore versatile e di grande talento.
Sebbene "Angeli con la pistola" non abbia portato a casa nessun Oscar, le nomination ricevute hanno comunque confermato la qualità della produzione e il talento delle persone coinvolte. Questi riconoscimenti sono una testimonianza del lavoro artistico e tecnico che ha reso il film un'opera significativa, nonostante le difficoltà incontrate durante la produzione e la sua accoglienza iniziale.
 

QUOTES: 

Dave: 5 dollari per la mela.
Annie: Buona fortuna, Sciccoso.
Dave: Annie, senti, come si spiega questa tua idea fissa che le mele che compro da te mi portano bene? Come si spiega?
Annie: Perché tu hai la protezione dei folletti.
Dave: Di che folletti parli?
Annie: Non si vedono mica, si vedono nei sogni solamente.
Dave: E i folletti mi proteggono? Perché?
Annie: Perché gli piacciono i bambini, i poveri e anche i poeti.
Dave: Io sarei un poeta?
Annie: Tu hai bisogno di credere in qualcosa. Per esempio nelle mele che vendo.
Annie: Allora, questi spiritelli entrano qui dentro. E così la mela diventa un portafortuna.

Herbie: Quando aspetti la prossima lettera?
Annie: Il piroscafo arriva domani.
Herbie: Se scoprono che rubo le tue lettere sono fregato.
Annie: Herbie, non devi farti licenziare, ti prego, non farti licenziare.
Herbie: Bene bene, ma insomma, chi ti scrive dalla Spagna?
Annie: Non sono affari tuoi.
Herbie: Hai uno spasimante, Annie?
Annie: Certo, il re in persona.
Annie: Ma non dirlo in giro perché la regina è gelosissima.

Regina: Voglio sposarmi laggiù, con l'abito nuziale della mamma, e lo stesso pastore ci benedirà.
Regina: E io dopo la cerimonia suonerò il violino.
Regina: È sciocco lo so, ma a me piace così, sono stufa di essere Regina Martin.
Dave: E il reverendo Morgan è sempre vivo?
Regina: Ha 81 anni, ma la domenica fa sempre il suo bravo sermone.
Regina: Oh, Dave, ma sai che quando gli ho parlato al telefono è scoppiato in lacrime e ho pianto anch'io, è stata l'interurbana più umida che abbia mai avuto...
Dave: Ma no, sei capace di piangere?
Regina: Quando sono felice, veramente felice, divento un Niagara.

Dave: Mela, portami fortuna. E voi, folletti che siete qui dentro, cominciate a lavorare, a lavorare sodo. Senti, appena arrivi a casa chiama il dottor Michel e mandalo subito a vedere Annie, le passerà, ha solo una sbornia. Andiamo, l'hai vista ubriaca altre volte, no? Ma che diavolo mi importa, ho quello che voglio: la città di New York. Questa enorme città, con tutti i fetenti che mi hanno preso a calci, è tutta mia. Adesso tutta mia, e offerta sopra un bel vassoio d'argento perché Darcey è dovuto scendere a patti. A che mi servono le mele di quella vecchia ubriacona? Sai, dicono che la fortuna è superstizione. No, non è superstizione, lo sai che cos'è? La fortuna è un'arte. Un'arte che io ho. Rinuncio alla vecchia e alle sue mele, e con ciò? La vecchia Annie al Mulberry hotel. Beh, cosa vorresti che facessi, per mille diavoli? Vuoi dire qualcosa? Senti, vuoi dire qualcosa? 
Regina: Okay, mister pezzo grosso, ora va all'appuntamento con Darcey.

 

Piccolo: Ehi, capo, la gente ricca ha i cavalli sulle pedine della dama. 

Dave: Ma perché non hai fregato la carta intestata della Casa Bianca? Potevi dire che eri Eleonora Roosevelt.

Dave: Posso aiutarla, signore?
Console: Oh, ne dubito, signore, sono il console di Spagna. E sto andando...
Dave: Cercavo proprio lei.
Console: Davvero?
Dave: Sì, immigrazione. Tratteniamo il conte Romero a bordo perché sembra che abbia una strana malattia spagnola.
Console: Strana malattia? Ma non esistono strane malattie spagnole.

Henry: Mai in tutta la mia discutibile carriera ho mai posto lo sguardo su tale divina bellezza.
Annie: Taglia corto, giudice, a che ora viene lo Sciccoso?
Henry: Alle 8, mia svolazzante colomba, e porterà le migliori bestie ammaestrate che tu abbia mai visto.
Annie: Ma inganneranno il conte?
Henry: Smettila di preoccuparti, assisterai a un miracolo. Orchidee in fiore dove cresceva l'ortica.
Annie: E se facessero qualche sbaglio?
Henry: Dave li ammazzerà.

Conte Romero: A che ora arrivano gli ospiti?
Alonso: Oh, beh, nessuno arriva mai per primo,
arrivano tutti ultimi

Regina: Carmelo, guarda, sto piangendo
Carmelo: Va bene ... va bene, ognuno ha i guai suoi

 

COME PROMESSO ECCO IL FILM DA VEDERE DIRETTAMENTE QUI:


Vi confesso che scoprire le difficoltà e il clima di tensione che hanno segnato la realizzazione di "Angeli con la pistola" mi ha colpita profondamente, perché è sempre stato uno di quei film che mi ha scaldato il cuore. Tuttavia, proprio conoscere questi retroscena mi ha permesso di apprezzarlo ancora di più. Sapere che, nonostante le antipatie e i problemi dietro le quinte, la professionalità ha prevalso, rendendo possibile un risultato così emozionante, mi ha fatto comprendere quanto il talento e l’impegno possano superare ogni ostacolo.
Da ora in poi, ogni volta che lo rivedrò, saprò guardarlo con occhi diversi e amarlo ancora di più, e spero che possa accadere lo stesso anche a voi.

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1 commenti

  1. Veramente un bellissimo articolo su un film che ho amato molto sin da adolescente ma di cui non conoscevo tutti i retroscena.Grazie per avermeli svelati.Questa sera lo rivedrò sicuramente con occhi diversi

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