La storia del Castello Hearst e le feste leggendarie delle Star

venerdì, settembre 27, 2024

 “Sono stanco di accamparmi all’aperto. È arrivato il momento di costruire qualcosa che duri per sempre”.

È con queste parole che William Randolph Hearst si rivolge all'architetto Julia Morgan, affidandole il progetto per trasformare il suo ranch di San Simeon, sulla costa della California tra San Francisco e Los Angeles, in qualcosa di ben più solido di una tenda da campeggio. Nessuno, in quel momento, avrebbe immaginato che quel semplice desiderio si sarebbe evoluto in una costruzione di proporzioni mastodontiche, destinata a diventare una delle residenze più famose della storia: Hearst Castle.

Cosa rende la storia di questo luogo così affascinante da volerla condividere con tutti voi?”

Tutto inizia da William Randolph Hearst, uno dei più influenti magnati dell'editoria e dello spettacolo del XX secolo, a cui si è ispirato Orson Welles per il film Quarto Potere. Questa dimora doveva riflettere il suo gusto per il lusso e il suo potere sui media e la società. Non bastava una semplice casa: Hearst voleva un castello che celebrasse la sua grandezza e il suo status.

L’altra protagonista di questa storia è Julia Morgan, la prima donna a laurearsi alla prestigiosa École des Beaux-Arts di Parigi e pioniera dell’architettura negli Stati Uniti. È a lei una delle poche donne del tempo a lavorare come architetto, che Hearst affida l'incarico di trasformare il suo sogno in realtà. Morgan ha fuso l’eleganza delle architetture europee con la natura selvaggia e i materiali californiani, creando qualcosa di unico. Hearst Castle rappresenta l'incredibile ingegno di una donna che ha aperto la strada a generazioni future.

Infine, Hearst Castle è stato teatro di feste leggendarie. Le sue stanze hanno ospitato le più grandi star di Hollywood, insieme a produttori e registi di fama mondiale. Clark Gable, Charlie Chaplin, Greta Garbo e Cary Grant, e tante altre celebrità hanno partecipato a eventi sfarzosi e a tema che sono diventati parte del mito di questo luogo straordinario, rafforzando il fascino senza tempo di Hearst Castle.

Il Magnate visionario

William Randolph Hearst nasce nel 1863 a San Francisco, figlio di un senatore e imprenditore minerario. Cresce in una famiglia benestante e riceve un'educazione d'élite, prima alla St. Paul’s School nel New Hampshire e poi ad Harvard, da cui viene espulso per il suo comportamento ribelle, anche se questo non gli impedirà di costruire una carriera straordinaria.
Nel 1887 eredita dal padre la gestione del San Francisco Examiner e lo trasforma in uno dei giornali più letti della città, grazie a uno stile sensazionalistico che attira i lettori. Nel 1895 acquisisce il New York Journal, entrando in competizione con Joseph Pulitzer. Grazie alla sua espansione, Hearst riesce a creare un impero mediatico che influenzerà profondamente l'opinione pubblica americana.
Oltre al mondo del giornalismo, Hearst si appassiona al cinema, e nonostante il matrimonio con Millicent Willson e i loro cinque figli, la sua relazione con l'attrice Marion Davies diventerà una delle più significative della sua vita. Hearst investe ingenti risorse nella carriera di Marion, producendo film su misura per lei e garantendole successo attraverso i suoi giornali.
Negli anni '20 e '30, il suo impero mediatico si estende a giornali, riviste, radio e cinema, rendendolo uno degli uomini più potenti d’America.

La Pioniera dell'architettura


Nella stessa San Francisco in cui nasce William Randolph Hearst, undici anni dopo, nel 1872, viene al mondo Julia Morgan, la donna che lo avrebbe aiutato a realizzare il suo grande sogno. Cresciuta in una famiglia che incoraggia la sua curiosità e passione per l’ingegneria e l’architettura, Julia si laurea in ingegneria civile presso la University of California, Berkeley nel 1894, poiché in California non esistono scuole di architettura.
Dopo la laurea, lavora nello studio di Bernard Maybeck, architetto innovatore della Bay Area, che la sprona a trasferirsi a Parigi per studiare all'École des Beaux-Arts, la scuola di architettura più prestigiosa del mondo. Nel 1897, quando le donne vengono finalmente ammesse ai corsi, Julia si iscrive e, nel 1902, diventa la prima donna a laurearsi in architettura nella storia della scuola.
Tornata negli Stati Uniti, dopo una collaborazione con John Galen Howard, apre il proprio studio. Uno dei suoi primi incarichi di rilievo è la ricostruzione dell’Hotel Fairmont di San Francisco, distrutto dal terremoto del 1906, dove dimostra il suo talento nell'uso del calcestruzzo armato, una tecnologia d’avanguardia.
Il suo talento attira l’attenzione di Phoebe Hearst, madre di William Randolph, che la introduce al figlio, dando vita a una collaborazione destinata a segnare la storia. Il loro primo progetto insieme è l’Hearst Examiner Building a Los Angeles, realizzato tra il 1913 e il 1915.
Nel 1919, dopo la morte di Phoebe, William eredita l’immenso patrimonio di famiglia e decide di trasformare il ranch di San Simeon in qualcosa di leggendario: Hearst Castle.

Dalla carta alla realtà

L'idea iniziale di Hearst per 'La Cuesta Encantada' (la collina incantata) era quella di un rifugio semplice, ispirato ai bungalow californiani. Immaginava una serie di strutture con tetti a bassa pendenza, materiali naturali e un'estetica essenziale, che riflettesse la filosofia dei cottage del New England e dell'architettura giapponese in legno. Questa concezione iniziale prevedeva linee pulite e armoniose, utilizzando materiali locali per creare un'architettura funzionale e rispettosa dell’ambiente.
Questo sogno rustico si trasformò rapidamente in un complesso monumentale che sembra crescere e svilupparsi come un mosaico infinito per ospitare le enormi collezioni d'arte di Hearst e replicare le decorazioni dei castelli e delle cattedrali che aveva ammirato nei suoi viaggi in Europa (il progetto impegnerà Hearst e la Morgan per 26 anni).


L'intero complesso comprende l’edificio principale, Casa Grande, e tre cottage: Casa del Mar per la vista mozzafiato sull'Oceano Pacifico (con le sue 20 stanze, Hearst ci ha vissuto dal ‘23 al ‘27), Casa del Sol, che deve il suo nome all’abbondante luce naturale (formata da 18 stanze, riservata agli ospiti), e Casa del Monte, chiamata così per la sua vicinanza ai rilievi di Santa Lucia (la più piccola, composta da 10 stanze, che è stata la prima residenza di Hearst mentre il Ranch prendeva forma).


Tour di Casa Grande

La facciata di Casa Grande a Hearst Castle è ispirata all'architettura spagnola, in particolare alla chiesa di Santa Maria la Mayor a Ronda, in Spagna. Il maestoso edificio presenta due torri campanarie gemelle, ciascuna con 18 campane, che donano un aspetto quasi religioso all'insieme.
All’ingresso, un monumentale cancello in ferro battuto del XVI secolo, sormontato da una griglia a ventaglio in stile spagnolo, accoglie i visitatori.


Attraversando il maestoso ingresso, ci si trova di fronte all'immensa Assembly Room. Qui, ogni sera, William Randolph Hearst accoglieva gli ospiti con un cocktail di benvenuto, anche se l’alcol era consentito solo durante la cena.
Il soffitto a cassettoni in legno proviene da un palazzo italiano mentre alle pareti si trovano dei banchi provenienti dal coro di una chiesa. Il protagonista della sala è senza dubbio l’imponente caminetto rinascimentale, originario di un castello della Borgogna, accanto a quattro preziosi arazzi ispirati agli affreschi di Giulio Romano, raffiguranti episodi della vita di Scipione l’Africano.
Lunga 32 metri, la sala era così vasta che Hearst fece installare telefoni a entrambe le estremità per facilitare le conversazioni. L'intera casa era equipaggiata con uno dei primi sistemi audio, permettendo agli ospiti di scegliere la musica tramite un fonografo diffuso in tutte le stanze.
Nascosta accanto al caminetto, una porta segreta conduce, tramite un ascensore, all’appartamento personale di Hearst permettendogli di sorprendere gli ospiti con ingressi inaspettati.

Entriamo nella sala da pranzo, il Refectory, chiamato così perchè richiama il refettorio di un monastero. Il soffitto, un capolavoro in legno del XVI secolo, è composto da 15 grandi cassettoni decorati con sculture di Santi a grandezza naturale. Lungo le pareti ritroviamo i banchi del coro provenienti da una Cattedrale in Catalogna, mentre i vivaci stendardi di seta del Palio di Siena, appesi lungo i lati, aggiungono una nota di colore e movimento alla sala.
Al centro, le lunghe tavole in noce italiano accolgono gli ospiti. William Randolph Hearst sedeva sempre al centro della tavola principale, con Marion Davies di fronte a lui. L'illuminazione era garantita da candelabri d'argento, che riportavano alla mente le atmosfere delle chiese medievali. Nonostante l'eleganza e il lusso, su ogni tavolo spiccavano le bottiglie di ketchup Heinz e i tovagliolini di carta, un dettaglio che richiamava l'umiltà delle origini del ranch.


Nella Sala da biliardo, due imponenti tavoli attendono gli ospiti per sfide all'ultimo colpo. La stanza è decorata con un soffitto spagnolo del XV secolo, dipinto con scene di vita cortese, mentre lungo la parete troviamo un raro arazzo Millefleur fiammingo del XV secolo e un caminetto francese. Qui, uomini e donne si sfidavano a biliardo o pool, e la nipote di Marion Davies, Pat Lake — che molti ritengono fosse la figlia segreta di Hearst e Davies — ricordava che queste partite erano un momento di grande convivialità tra gli ospiti.


Nell'ala ricreativa ci accoglie anche il sontuoso Teatro privato di Hearst, con i suoi 50 posti a sedere, pronto a proiettare le anteprime più esclusive. Le pareti sono rivestite di damasco rosso e sono adornate da statue dorate che conferiscono alla sala un’eleganza classica.
In questo teatro, Hearst proiettò anche una copia di "Via col vento", che aveva ottenuto mesi prima della premiere ufficiale ad Atlanta. Ogni sera il film veniva proiettato due volte, una per gli ospiti e una per la servitù.
In caso foste di passaggio e desideriate vivere l'esperienza, con una spesa di circa 950$ è possibile organizzare una cena con proiezione privata all’interno di questa storica sala, un’opportunità unica per rivivere il lusso dei tempi di Hearst.

Concludiamo il piano terra con la visita alla Cucina, l'unica della tenuta A pranzo, gli ospiti potevano servirsi a buffet, mentre la cena offriva un menù diverso ogni sera, attentamente deciso da Hearst il quale anticipava per iscritto anche il titolo del film che sarebbe stato proiettato nel teatro privato. Praticamente tutto il cibo servito – manzo, cervo, pollame, pesce, uova, verdure e frutta – veniva prodotto nella tenuta stessa, garantendo freschezza e sapore autentico. Lo staff comprendeva il capo chef, il suo assistente, il pasticciere e lo chef per i dipendenti, affiancati da due maggiordomi e un team di camerieri. Al piano interrato si trovava la Cantina dei vini, protetta da pesanti porte di ferro e accessibile solo tramite le chiavi che Hearst custodiva personalmente, dove conservava una collezione di bottiglie pregiate, anche durante il proibizionismo.

Ora saliamo ai Piani Superiori, dove l'atmosfera diventa più intima e personale, riservata principalmente agli ospiti e alla famiglia di William Randolph Hearst. Situata esattamente sopra l'Assembly Room, la Main Library, destinata agli ospiti, presenta un soffitto basso decorato in stile ispano-moresco e pannelli di legno lungo le pareti che rendono l’ambiente accogliente e tranquillo, contiene oltre 5.384 volumi, inclusa una collezione di 150 vasi greci.  

Proseguiamo fino al terzo piano di Casa Grande, dove si nascondono gli spazi più intimi e personali.

La Gothic Suite è composta dalla camera da letto di Hearst, dalla camera di Marion Davies e da una zona salotto. Questa suite, completata nel 1927, riflette appieno l'amore di Hearst per l'arte gotica e i dettagli storici. Il soffitto della camera di Hearst è uno dei tesori più preziosi dell’intero castello, un'opera d'arte risalente al XIV secolo, proveniente da Teruel, in Aragona, Spagna, composto da archi a coste in legno policromo. Sebbene sia dominata da tonalità scure, la stanza è sapientemente illuminata grazie alle finestrature di cleristorio e da eleganti lanterne marocchine.Le pareti della camera sono adornate con fotografie di famiglia e opere religiose rinascimentali, un riflesso degli interessi personali di Hearst. Tra queste spicca una preziosa "Madonna con Bambino" della scuola senese di Duccio di Buoninsegna, uno dei pezzi più pregiati dell'intera collezione di Hearst.
 

Nella camera di Marion Davies, il protagonista è un elegante letto intagliato, con una testiera in legno riccamente decorata. Il soffitto ha un intricato disegno geometrico a stelle dorate su fondo blu, un omaggio al gusto moresco. 

La Gothic Library era il luogo dove William Randolph Hearst trascorreva gran parte delle sue giornate, immerso nei suoi libri e nei suoi studi. Questo spazio, ricco di fascino gotico, è decorato con un prezioso soffitto spagnolo del XV secolo, sapientemente inserito tra archi di cemento e dipinto da Camille Solon. Le librerie fiorentine con grate decorative custodiscono una vasta collezione di libri storici, testimoni della passione di Hearst per la cultura e l'arte.

Situata nelle torri campanarie, la Celestial Suite è stata descritta da Hedda Hopper che ci ha dormito spesso come uno “scrigno”. Composta da due camere ottagonali e un salottino, la suite è dotata di finestre i cui vetri sono stati trattati per far apparire la stanza sempre illuminata dal sole, anche nelle giornate nuvolose. Questa suite ha ospitato personaggi illustri come Winston Churchill e George Bernard Shaw. 

La Doge Suite prende il nome dai lussuosi appartamenti dei dogi veneziani. Il suo elemento distintivo è il balcone in marmo istriano, ispirato a quello del Palazzo Ducale di Venezia, da cui si gode una splendida vista sui giardini e sull'oceano.
Il soffitto proviene da un palazzo italiano del XVIII secolo, precedentemente acquistato dall'architetto Stanford White per la sua casa a New York. Dopo la sua morte, Hearst lo acquistò durante un'asta. Le pareti, rivestite di seta blu, fanno da cornice a un ambiente che evoca lo splendore del barocco. 

Gli esterni spettacolari

Usciamo dagli interni di Casa Grande per esplorare i magnifici spazi esterni, dove arte e natura si incontrano in armonia. La grande terrazza, affacciata sull’oceano, presenta un laghetto con nifee e pesci, con al centro una scultura di Galatea sul delfino di Giovanni Ansiglioni, non lontano da una copia delle Tre Grazie di Antonio Canova .


Casa Grande è collegata ai cottage circostanti attraverso un viale pavimentato, l'Esplanade. È qui che sorge una delle fontane più particolari della tenuta: una fontana in stile Art Deco, decorata con antiche statue della dea egizia Sekhmet, risalenti alle dinastie egizie del XVIII e XIX secolo (circa 1550-1189 a.C.). 

Passeggiando per il viale delle azalee, che Cary Grant aveva affettuosamente soprannominato "il viale degli amanti", ci si ritrova in un’area tranquilla e ombreggiata, adornata da panchine di marmo, perfette per concedersi un momento di relax in un ambiente naturale e intimo.
Attraversando la Terrazza panoramica si scende lungo una maestosa doppia scalinata che porta all'imponente Piscina di Nettuno, una delle meraviglie di Hearst Castle. Lungo il percorso si incontrano due porte che nascondono 24 spogliatoi con altrettante docce, perfettamente integrate nell’architettura monumentale.
Il colonnato curvo, che avvolge l'area, incornicia il tempio romano al centro della scena, la cui facciata è decorata con un complesso scultoreo raffigurante il Dio Nettuno. 


Al centro della vasca è posizionata la statua della Nascita di Venere, realizzata dallo scultore Charles Cassou. Intorno alla piscina si trovano altre quattro statue che rappresentano ninfe, cigni e cherubini. Di notte, l'illuminazione veniva garantita da eleganti lampade ispirate all'antica Roma.
La Piscina di Nettuno è comparsa nel film Spartacus con Kirk Douglas e nel video musicale di Lady Gaga per la canzone G.U.Y..
 


Ma se pensate che a William Randolph Hearst potesse bastare una sola piscina, vi sbagliate di grosso! Vi presento la Piscina Romana, una splendida piscina al coperto situata proprio dietro i campi da tennis (ah, non ve l'avevo detto? Sì, ci sono anche quelli!). Hearst commissionò a Julia Morgan la sua realizzazione, traendo ispirazione da due monumenti italiani che aveva visto durante i suoi viaggi: le Terme di Caracalla e il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna.
Interamente rivestita di mosaici blu, con tessere di vetro fuse con fogli d'oro, questa piscina è decorata con creature mitologiche marine come sirene e mostri marini, mentre alle pareti si trovano otto statue raffiguranti divinità e atleti romani. Completano il tutto lampade scolpite a mano in marmo e alabastro.
 

Credete che Hearst si sia accontentato di avere nel proprio ranch cavalli e bufali? Il suo zoo privato era decisamente da togliere il fiato. Parliamo di una vera e propria collezione di animali esotici: leoni, tigri, giaguari, elefanti, giraffe, cammelli, yak, zebre, scimmie, ma non finisce qui! C'erano persino antilopi e canguri che scorrazzavano nella tenuta.

 

 Le feste leggendarie e gli ospiti famosi

Ogni anno, il 30 aprile, Marion Davies organizzava una festa indimenticabile per il compleanno di William Randolph Hearst, coinvolgendo le più grandi star di Hollywood in celebrazioni sfarzose e a tema.

  • 1932: Festa dei Bambini

In questa festa, gli ospiti dovevano travestirsi da bambini, regalando momenti di puro divertimento. Clark Gable, solitamente icona di virilità, fece ridere tutti vestito da boy scout, mentre la sempre sofisticata Joan Crawford sorprese tutti in un adorabile abito da bambina, completo di cappellino e cerchio. Tra gli invitati spiccavano anche Douglas Fairbanks, Bette Grable, Constance Bennett, Norma Shearer insieme al marito Irving Thalbergche contribuirono all’atmosfera giocosa della serata.


  • 1933: 49er Party

In occasione del 70° compleanno di Hearst, fu organizzata la famosa 49er Party, ispirata alla febbre dell’oro del 1849. Il tema richiamava l'epoca dei pionieri americani, e la tenuta fu decorata con covered wagons (i carri coperti utilizzati dai pionieri per attraversare l'America nel XIX secolo). La MGM inviò sarte e costumisti per rendere perfetto ogni dettaglio, mentre star come Louella Parsons parteciparono con abiti a tema. L’atmosfera era scintillante, con gli ospiti che indossavano costumi da veri pionieri.

  • 1934: Festa Tirolese

Nel 1934, Hearst Castle si trasformò in una festa ispirata ai costumi tirolesi, dove gli ospiti indossavano abiti tradizionali alpini. Gloria Swanson, Jean Harlow, e Constance Bennett sfoggiarono costumi colorati, mentre Harpo Marx animava la serata con i suoi scherzi. L’atmosfera evocava la bellezza delle Alpi e il fascino della cultura tirolese.

  • 1938: Personaggi Storici

Il tema del 1938 fu "personaggi storici", e Norma Shearer arrivò vestita da Maria Antonietta, direttamente dal set del suo ultimo film “Marie Antoinette”. Tuttavia, la scelta non fu ben accolta da Marion Davies, che si sentì offesa poiché Hearst aveva sperato che quel ruolo andasse a lei. L’abito voluminoso di Norma costrinse persino a rimuovere le porte per farla entrare, e la pesante parrucca la fece lasciare la festa in anticipo, con un forte mal di testa. Alla festa era presente anche Hedy Lamarr con Reginald Gardiner, e l’attrice indossava anche lei uno dei meravigliosi abiti realizzati dallo stilista Adrian per “Marie Antoinette”.
 

Oltre alle feste, Hearst Castle fu il palcoscenico di scherzi e momenti esilaranti tra le star di Hollywood. Uno degli aneddoti più divertenti riguarda Cary Grant e il figlio di William Randolph Hearst, William Jr.. I due, grandi amici, si divertivano spesso a fare burle. Un giorno, decisero di salire su un aereo e lanciare farina sulla pista di atterraggio del piccolo aeroporto privato del ranch (ah, non ve l'avevo detto? Sì, Hearst Castle aveva anche un proprio aeroporto per far arrivare gli ospiti più illustri). Dopo aver cosparso di bianco tutta l'area, i due scherzosi amici si aspettavano di suscitare solo risate.
Tuttavia, William Hearst Senior non la prese affatto bene: infuriato, ordinò che le valigie di Cary Grant fossero immediatamente preparate e messe fuori dalla porta, segno che il loro scherzo aveva superato i limiti. Solo grazie all’intervento diplomatico di Marion Davies, Grant fu riammesso e il conflitto si risolse pacificamente.

Un altro episodio divertente riguarda Harpo Marx, che durante una festa rubò le pellicce delle signore e le mise sulle statue del giardino, provocando risate generali e lasciando sbalordite le invitate che cercavano i loro preziosi indumenti.

Tra gli altri ospiti ricordiamo James Stewart, Greta Garbo, Bette Davis, Charlie Chaplin, David Niven, Carole Lombard, i fratelli John e Lionel Barrymore con le rispettive mogli, Gary Cooper, Barbara Stanwyck solo per dirne alcuni.

 Un’eredità senza tempo

Dopo la morte di William Randolph Hearst nel 1951, il castello, un tempo simbolo del suo potere e lusso, fu donato allo Stato della California, diventando nel 1957 un parco storico statale e una delle attrazioni turistiche più amate.
E Julia Morgan? Dopo aver realizzato Hearst Castle, proseguì la sua carriera, firmando oltre 700 progetti, molti per organizzazioni femminili che la supportarono in un settore dominato dagli uomini. Si ritirò nel 1951 e, nel 2014, 57 anni dopo la sua morte, è diventata la prima donna a ricevere, seppur postuma, la Gold Medal dell'American Institute of Architects, sigillando così per sempre la sua eredità nell'architettura.
Hearst Castle non è solo pietra e mattoni, è il sogno di due persone che hanno osato immaginare l’impossibile. William Randolph Hearst ha voluto costruire più di un semplice castello; ha voluto lasciare un segno indelebile nel mondo. E Julia Morgan, con il suo talento, lo ha reso realtà, creando qualcosa di più grande di entrambi: un luogo che vive oltre il tempo.
Oggi, mentre attraversiamo le sue stanze o ammiriamo i suoi giardini, siamo testimoni di una storia che ha saputo intrecciare potere, arte e visione. Hearst Castle è un ricordo vivente di un'epoca irripetibile, e ci ricorda che i sogni, se abbastanza audaci, possono sopravvivere ai loro creatori, continuando a ispirare per generazioni. 

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