ACCADEVA A HOLLYWOOD: Glorie spezzate - Dorothy Dandridge pt. 3 Lotta per il successo

venerdì, agosto 02, 2024

Benvenuti a un nuovo appuntamento con Glorie spezzate, la serie dedicata alle storie di dive che ci hanno lasciato troppo presto. Dopo aver esplorato l'infanzia (qui) e il tumultuoso matrimonio di Dorothy Dandridge (qui), oggi vi racconto il momento più luminoso della sua carriera: l'ascesa al successo culminata con la notte degli Oscar del 1955, quando fu candidata per il ruolo di Carmen Jones.
Dorothy Dandridge, una donna di straordinario talento, sfidò le barriere razziali di Hollywood, diventando la prima attrice afroamericana a essere nominata come miglior attrice protagonista. In questo articolo, scopriremo come la sua determinazione e il suo carisma la portarono alla ribalta, trasformandola in un'icona del cinema.
Seguitemi in questo viaggio tra i momenti chiave della sua carriera e le sfide personali che dovette affrontare per lasciare un'impronta indelebile nella storia del cinema.

Il successo di Dorothy Dandridge non è solo una storia di glamour e luci della ribalta; è una saga di lotta e resilienza contro le avversità più oscure. Dopo un matrimonio tumultuoso con Harold Nicholas e le incessanti difficoltà legate alla salute della figlia Lynn, Dorothy si trova sull'orlo del baratro. Non molto tempo dopo aver tentato il suicidio in Svezia con un'overdose di pillole, la disperazione la colpisce ancora durante una tournée in Svizzera.
È una fredda notte alpina, e Dorothy si trova da sola nella sua camera d'albergo, con il peso della sua angoscia che sembra insostenibile. Le mura della stanza si stringono intorno a lei, amplificando il senso di disperazione e solitudine. Senza vedere una via d'uscita, Dorothy prende una decisione drammatica. Con mani tremanti, apre una confezione di pillole e le ingoia tutte, sperando di mettere fine al suo dolore.
Mentre le ore passano, la sua visione si offusca e i suoni diventano indistinti. La consapevolezza lentamente svanisce, e Dorothy viene trovata in stato di incoscienza, trasportata d'urgenza in ospedale. I medici le praticano una lavanda gastrica, lottando per salvarle la vita. È un momento critico, ma Dorothy sopravvive ancora una volta, emergendo dal bordo dell'abisso.
Ricoverata e lentamente in via di guarigione, Dorothy riflette sulla profondità della sua disperazione e sulla necessità di riprendere il controllo della sua vita. Questa esperienza la costringe a confrontarsi con il suo desiderio di vivere. Tornata negli Stati Uniti, decide di affrontare i problemi lasciati irrisolti. Finalmente trova risposte alle angosce sulla salute di Lynn, quando la dottoressa Ethel Harrington le spiega che sua figlia ha danni cerebrali irreversibili, probabilmente causati dalla mancanza di ossigeno durante il parto. Questa chiarezza, sebbene dolorosa, permette a Dorothy di affrontare la realtà e di prendere la difficile decisione di affidare Lynn a cure specialistiche.
Nel 1950, Dorothy decide di porre fine al suo matrimonio con Harold Nicholas per concentrarsi completamente sulla sua carriera. 
Determinata a trasformare il dolore in forza Dorothy continua a frequentare l'Actor's Lab di Los Angeles, un luogo dove alcuni dei più rispettati attori americani insegnano e studiano. Qui, apprende metodi innovativi di recitazione, studiando Stanislavski e il concetto di Michael Chekhov sul "centro dell'energia". Partecipa a produzioni come Casa di bambola, Scandalo a Filadelfia e Gaslight, lavorando a stretto contatto con altri attori neri, tra cui Juanita Moore, che fornirà una intensa interpretazione nel film Lo specchio della vita del 1959 accanto a Lana Turner.

 
Nonostante i suoi sforzi, i ruoli significativi rimangono limitati per le attrici afroamericane. Nel 1949, Dorothy nota con frustrazione il cambiamento nell'industria cinematografica con l'uscita di film come Home of the Brave, Lost Boundaries, Intruder in the Dust e Pinky. Pinky racconta la storia di una giovane donna nera dalla pelle chiara che, dopo aver vissuto come una bianca nel Nord, deve decidere se attraversare la linea del colore al suo ritorno nel Sud. Dorothy è considerata per il ruolo, ma la parte va a Jeanne Crain, un'attrice bianca. Questo episodio la fa dubitare che Hollywood sia pronta a dare a una giovane donna nera seria il posto che merita.
Similmente, il rifacimento di Show Boat nel 1951 vede un altro ruolo chiave per un'attrice nera, quello della mulatta Julie, interpretato da una bianca, Ava Gardner. Questi eventi la portano a dubitare sempre più delle sue possibilità di successo in un'industria ancora così discriminante. La frustrazione di Dorothy è acuita dalle restrizioni della censura, che vieta la rappresentazione di relazioni interraziali sullo schermo, rendendo ancora più difficile per lei ottenere ruoli significativi accanto ad attori bianchi.
Nonostante le delusioni, Dorothy non si arrende.
La svolta decisiva nella sua carriera arriva grazie all'incontro con Phil Moore, un talentuoso arrangiatore e compositore che ha già contribuito al successo di numerose star. Sarà lui a guidarla verso una nuova fase della sua carriera, trasformandola in una delle più grandi stelle dei nightclub americani.
Moore ha già lavorato con Dorothy in passato, quando faceva parte delle Dandridge Sisters. Il loro incontro, casuale ma fortuito, avviene proprio nel momento in cui Dorothy è alla ricerca di un rilancio professionale.
Un pomeriggio, Dorothy incontra Phil Moore e gli spiega il suo desiderio di tornare a lavorare nei nightclub. Phil vede in Dorothy un potenziale immenso e decide di aiutarla. La presenta a Charlie Morrison, il proprietario del nightclub Mocambo. Morrison, noto per il suo occhio per il talento, organizza un'audizione per Dorothy. Impressionato dalla sua performance, accetta di darle una possibilità.
Moore inizia a lavorare con Dorothy, componendo arrangiamenti su misura per lei e definendo il suo look distintivo. Preferisce che indossi abiti stretti e aderenti, che mettono in risalto la sua figura, ma sempre con un'eleganza raffinata. La sua grazia naturale e la sua presenza magnetica fanno il resto. Phil non si limita solo alla musica; si occupa anche delle acconciature e del trucco di Dorothy, assicurandosi che ogni dettaglio contribuisca a creare un'immagine impeccabile.

Durante questo periodo, Dorothy si esibisce con la band di Desi Arnaz, ottenendo un successo immediato. La sua carriera nei nightclub decolla, portandola a esibirsi nei locali più prestigiosi della West Coast.
Nel frattempo, Dorothy continua a lavorare per risolvere i suoi problemi personali. Si rivolge all'avvocato Robert Butts per formalizzare il divorzio da Harold Nicholas, ottenendo finalmente la custodia di Lynn e un assegno di mantenimento mensile. La situazione di Lynn resta complicata, ma Dorothy trova un'assistente adeguata in Helen Calhoun, che si occupa della bambina con dedizione.
Dorothy si trasferisce in un duplex su Hilldale Avenue a Hollywood, dove vive al piano inferiore, mentre Phil Moore occupa l'appartamento al piano superiore. Questo arrangiamento le permette di concentrarsi sulla carriera, mentre Phil la guida e la supporta in ogni aspetto della sua vita professionale. Moore fa anche da coach ad altre stelle come Ava Gardner e Marilyn Monroe, che frequenta spesso il duplex per le lezioni.
 
Un giorno, Marilyn arriva da Phil visibilmente turbata. Confida a Phil e Dorothy che alcune fotografie "audaci" scattate qualche anno prima stanno per essere pubblicate. Phil guarda le foto e rassicura Marilyn che non danneggeranno la sua carriera. Dorothy, vedendo le immagini, le trova belle e cerca di confortare Marilyn. Le foto, pubblicate in seguito da Hugh Hefner su Playboy, non causano alcun danno significativo alla carriera di Marilyn, diventando invece iconiche.
Dorothy continua a crescere professionalmente, grazie anche al supporto incondizionato di Phil Moore. La loro collaborazione porta risultati straordinari, trasformandola in una delle stelle più brillanti del panorama dei nightclub americani.
 
Nel 1951, Dorothy ottiene il ruolo di Melmendi, una giovane regina africana, nel film Tarzan sul sentiero di guerra. Sebbene non sia il ruolo drammatico di grande rilievo che sperava, è comunque un passo avanti nella sua carriera cinematografica. Il suo personaggio è dignitoso e ben sviluppato, un cambiamento rispetto ai ruoli stereotipati offerti alle attrici nere fino a quel momento. La scena in cui Melmendi è legata e imbavagliata suscita particolare interesse, anche se le restrizioni della censura vietano di mostrare le sue gambe divaricate per evitare connotazioni sessuali troppo esplicite.
L'apparizione di Dorothy in Tarzan sul sentiero di guerra le vale la sua prima copertina su Ebony nell'edizione di aprile 1951. Ebony è una rivista di punta per la comunità afroamericana, che celebra le conquiste e le aspirazioni dei neri americani, a differenza di riviste come Life, che tendono a rappresentare la cultura mainstream bianca. Essere in copertina di Ebony non solo segnala un riconoscimento importante all'interno della comunità afroamericana, ma rappresenta anche un segnale di successo e accettazione più ampi.
Nel 1953, Dorothy ottiene un altro ruolo importante nel film Bright Road. Basato su un racconto breve, il film racconta la storia di una giovane insegnante, interpretata da Dorothy, che cerca di comprendere e aiutare uno studente problematico in una scuola rurale del Sud. Questo ruolo le offre l'opportunità di mostrare il suo talento drammatico in un contesto più realistico e toccante.

Accanto a lei, nel ruolo del giovane insegnante maschio, c'è Harry Belafonte. Belafonte, con il suo carisma naturale e il talento per la recitazione e il canto, diventa il partner perfetto per Dorothy sullo schermo. La loro chimica è palpabile, e il film riceve buone recensioni per la sua rappresentazione autentica delle esperienze afroamericane.

Il regista di Bright Road, Gerald Mayer, è un altro elemento chiave nel successo del film. Mayer, che crede fermamente nel talento di Dorothy, lavora a stretto contatto con lei per assicurarsi che la sua performance sia convincente e naturale.  Ed è allora che scatta la scintilla tra lei e il regista, ma questa relazione deve essere tenuta nascosta per evitare gossip e scandali. La loro relazione durerà circa un anno. L'esperienza con Bright Road non solo consolida la reputazione di Dorothy come attrice seria, ma la prepara anche per il ruolo che definirà la sua carriera: quello di Carmen Jones. 


Durante questo periodo, Dorothy continua a vivere e lavorare intensamente, ottenendo sempre più attenzione dai media e dal pubblico. La sua carriera nei nightclub prospera, e le sue esibizioni al Mocambo diventano leggendarie, attirando un pubblico sempre più vasto e diversificato.
Dorothy firma anche un contratto con la MCA, una delle agenzie più potenti di Hollywood, che la rappresenta in modo efficace e le garantisce numerosi ingaggi nei club più prestigiosi. Dopo un'esibizione particolarmente acclamata al Mocambo, la rivista Life pubblica il 23 marzo del 1953 un articolo su di lei, definendola "la più bella cantante nera a lasciare il segno nei nightclub dai tempi di Lena Horne", articolo corredato dalle foto di Edward Clark.
Ma c'è anche l'altro lato della medaglia. Dorothy è al culmine della sua carriera come intrattenitrice e si esibisce come headliner all'Hotel Last Frontier di Las Vegas. Negli anni '50, Las Vegas è una città segregata e ai performer neri è vietato soggiornare negli hotel o usare gli ascensori pubblici e le sale da pranzo. Era una situazione paradossale per qualsiasi performer nero; non importava quanto fossi famoso o quanto fosse alto il tuo stipendio, c'era una linea molto netta su dove potevi e non potevi andare. Quando Dorothy pretese una stanza, il Last Frontier temporaneamente sospese il divieto per gli ospiti neri, ma quando minacciò di usare la piscina, la direzione dell'hotel trovò un'immediata necessità di svuotarla per riparazioni. Questo era ciò che doveva affrontare. Usciva sul palco ed era una dea, ma quando lo spettacolo finiva, era costretta a usare le porte sul retro o gli ascensori per le merci, o in questo caso non poteva usare la piscina. 
Negli anni '50, l'America è stretta nella morsa delle cacce alle streghe del senatore Joseph McCarthy, che cerca infiltrati comunisti nel governo e nella società. Molti artisti, tra cui Lena Horne, sono inclusi in Red Channels, una lista nera che danneggia gravemente le loro carriere. Sebbene Dorothy non sia direttamente coinvolta, la MGM solleva domande sulle sue affiliazioni politiche passate e sulla sua partecipazione a raduni e attività sociali. Dorothy si difende rispondendo a tutte le domande, ma rifiuta fermamente di firmare un giuramento di lealtà.
 
È in quel periodo che nella sua vita entra Peter Lawford, un affascinante attore britannico noto per i suoi ruoli nei film di Hollywood e membro del Rat Pack. Lawford, che ha spesso visto nei film ma che non ha mai incontrato di persona, è colpito dal suo talento e dal suo fascino. I due si incontrano per la prima volta a Las Vegas, dove Dorothy si esibisce come headliner all'Hotel Last Frontier. Lawford, impressionato dalla sua performance, chiede di conoscerla e immediatamente scoppiano scintille tra i due.
La loro relazione, tuttavia, è complicata. Sebbene Dorothy trovi in Peter una figura affascinante e romantica, sa che la madre di Lawford, Lady Lawford, non avrebbe mai acconsentito a un matrimonio tra il figlio e una donna di colore. Hedda Hopper, una delle più influenti giornaliste di gossip di Hollywood, fa trapelare la loro storia, alimentando le voci e i pettegolezzi. La relazione con Peter rappresenta per Dorothy una sfida emotiva e sociale, un simbolo della tensione razziale e delle barriere che deve affrontare anche nella sfera personale.
Scusate la bassa qualità ma è l'unica loro foto che ho trovato
In cerca di nuove opportunità, Dorothy inizia una tournée in America del Sud, con tappe a Rio de Janeiro e San Paolo. Durante il soggiorno in Brasile, frequenta per qualche giorno un banchiere brasiliano, ma presto entra in una spirale di crisi emotiva. Una sera, si trova seduta sul davanzale della finestra della sua camera d'albergo, meditando di buttarsi giù. In preda alla disperazione, chiama Morty Jacobs, il pianista che l'accompagna in tour. Jacobs si precipita da lei e, dopo averla fatta parlare, riesce a scongiurare il peggio, riportandola a una relativa calma.
 
Tornata negli Stati Uniti, Dorothy si concentra sulla sua carriera cinematografica. La grande occasione arriva con il film Carmen Jones, un adattamento dell'opera Carmen di Georges Bizet, diretto da Otto Preminger. La produzione del film è una pietra miliare, non solo per Dorothy, ma per l'intera comunità afroamericana.
Tornata negli Stati Uniti, Dorothy è determinata a trasformare il suo talento in un successo duraturo. La grande occasione si presenta con il film Carmen Jones, un adattamento dell'opera Carmen di Georges Bizet, diretto da Otto Preminger. Questo progetto rappresenta una pietra miliare non solo per Dorothy, ma per l'intera comunità afroamericana.
Preminger, noto per il suo occhio critico e la sua attenzione ai dettagli, inizia a comporre il cast scegliendo Harry Belafonte e Diahann Carroll per i ruoli di Joe e Myrt. Tuttavia, il casting per il ruolo della protagonista, Carmen, si rivela più complesso. Dorothy ottiene un provino grazie all'intercessione del suo manager Earl Mills e dell'agente Ingo Preminger, fratello di Otto.
Il giorno del provino, Dorothy si presenta vestita in modo elegante, con un abito blu navy e i capelli raccolti in una coda di cavallo. La sua presenza è sofisticata e impeccabile, trasmettendo un'aura di classe e raffinatezza. Ma quando Otto Preminger la vede, scuote la testa. "Troppo sofisticata," dice. Le offre invece la parte di Cindy Lou, un ruolo minore. Dorothy, determinata a dimostrare di essere adatta per Carmen, accetta di ripresentarsi per un altro provino.
Per il secondo provino, Dorothy decide di trasformarsi completamente. Si presenta con i capelli arruffati, un trucco scuro, una gonna stretta, una camicetta scollata e il dondolio dei fianchi più sexy della città. Non dovette nemmeno aprire bocca; appena Otto la vede, esclama: "È Carmen!" La sua trasformazione è così convincente che Preminger non ha più dubbi: Dorothy è perfetta per il ruolo.

La lavorazione del film è intensa e difficile. Otto Preminger, noto per il suo atteggiamento esigente, pretende il massimo da Dorothy. Ogni scena è una sfida, ma Dorothy affronta ogni difficoltà con una determinazione incrollabile. Nonostante le pressioni, tra i due inizia un'amicizia particolare, che si evolve in una complessa relazione professionale e personale.
Durante la produzione di Carmen Jones, Dorothy appare sulla copertina di Life magazine, un segnale del suo crescente riconoscimento nel mondo dello spettacolo. In un'intervista rilasciata durante questo periodo, Dorothy riflette sul suo percorso, dicendo: "Penso che sia stato davvero il dolore per mia figlia e il fallimento del mio matrimonio a costringermi a fare successo nella mia carriera. Dovevo tenermi occupata. Mi sono gettata nel lavoro. È una terapia meravigliosa. Non hai tempo di sentirti dispiaciuta per te stessa."
Grazie al successo di Carmen Jones, la Fox offre a Dorothy un contratto di tre anni con l'accordo che avrebbe fatto un film all'anno, con uno stipendio crescente da $75,000 a $125,000. Era un accordo non esclusivo, il che significava che Dorothy era libera di fare film per altri studi. Il suo nome sarebbe apparso sopra il titolo, un segno di riconoscimento e rispetto per il suo talento.
Paradossalmente, Zanuck e l'industria cinematografica in generale la considerano principalmente per ruoli etnici non neri, negandole il posto come donna nera contemporanea nel cinema. L'idea prevalente è che Dorothy possa recitare nei film, ma Hollywood non è ancora pronta a farla recitare in film dove una donna nera è il personaggio centrale.
Mentre Dorothy si trova a Denver, l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences annuncia le nomination per gli Academy Awards del 1954 in una trasmissione della NBC il 12 febbraio. Dorothy è nominata come miglior attrice protagonista per il suo ruolo in Carmen Jones, insieme a Judy Garland per È nata una stella, Audrey Hepburn per Sabrina, Grace Kelly per La ragazza di campagna e Jane Wyman per Magnifica ossessione. Dorothy fa preparativi per partecipare alla cerimonia degli Academy Awards accompagnata dalla sorella Vivian.
 
La nomination di Dorothy è storica: solo due afroamericani erano stati precedentemente nominati per gli Oscar, Hattie McDaniel, che vinse come Miglior Attrice Non Protagonista nel 1939 per Via col vento, ed Ethel Waters, nominata come Miglior Attrice Non Protagonista nel 1949 per Pinky. L'Academy aveva anche assegnato un Oscar speciale a James Baskett per la sua performance come Uncle Remus nel film Disney del 1946 I racconti dello zio Tom, anche se molti membri dell'Academy si erano opposti a causa del personaggio stereotipato.
 
La ventisettesima cerimonia di consegna degli Oscar si tiene al RKO Pantages Theatre di Los Angeles, condotta da Bob Hope, e contemporaneamente al Century Theatre di New York dove a presentare è l'attrice Thelma Ritter (questo sdoppiamento della cerimonia viene introdotto per permettere agli attori candidati di partecipare nonostante in quel momento sono impegnati in spettacoli di Broadway).

È il 30 marzo 1955, e l'aria è elettrica mentre una limousine scura si ferma davanti al Century Theatre di New York. Dorothy Dandridge, accompagnata dalla sorella Vivian, scende dalla vettura avvolta in un abito aderente e una stola di pelliccia. Il suo sorriso è radioso, e i flash dei fotografi esplodono in una sinfonia di luci, catturando ogni dettaglio del suo look impeccabile. Dorothy sembra un milione di dollari, splendente come solo le vere stelle del cinema sanno fare.
Il tappeto rosso è gremito di celebrità e giornalisti. Mentre Dorothy cammina verso l'ingresso del teatro, le grida dei fan e le domande dei reporter la avvolgono. Nonostante l'apparente calma e sicurezza, dentro di sé Dorothy sente una miscela di eccitazione e nervosismo. Questa notte potrebbe essere il culmine della sua carriera, una serata che non solo riconoscerebbe il suo talento, ma farebbe la storia per tutte le attrici afroamericane.
Entrando nel teatro, Dorothy e Vivian sono accolte da un mare di volti famosi.
Dorothy trova il suo posto e cerca di rilassarsi, ma il cuore le batte forte. Sa che è una serata storica: solo due afroamericani sono stati precedentemente nominati per un Oscar, Hattie McDaniel e Ethel Waters. E ora, lei è in quella stessa posizione, un passo più vicina a rompere un'altra barriera.
La cerimonia inizia e l'energia nella sala è tangibile. Dietro di lei c'è Eva Marie Saint, candidata come Migliore attrice non protagonista per il film di Elia Kazan Fronte del porto, mentre seduta accanto a lei c'è sua sorella Vivian.
Bob Hope conduce la serata con il suo consueto umorismo. Le presentazioni dei premi si susseguono, e ogni volta che un nome viene chiamato, Dorothy applaude e sorride, ma la sua mente è costantemente sul momento che sta per arrivare.
Ma quella sera c'è un per Dorothy c'è un'altra prima volta: è la prima attrice afroamericana a presentare un premio alla cerimonia — per il Miglior Montaggio Cinematografico — e la sua presenza sul podio è un trionfo di per sé.

Finalmente, William Holden sale al podio per presentare il premio alla Miglior Attrice. Dorothy sente il cuore accelerare mentre afferra la mano di Vivian. Il silenzio nella sala è totale. Holden prende la parola e dice "Come stavo dicendo l'anno scorso" e viene interrotto da Bob Hope che gli sussurra qualcosa all'orecchio. A quel punto guarda l'orologio e dice "A quanto pare non abbiamo più tempo", un inside joke perchè quando l'anno prima stava ritirando il premio per il film Stalag 17, gli era stata messa fretta e il suo ringraziamento si era limitato a un Grazie. Questo siparietto fa sì che Holden passi direttamente al nome della vincitrice senza elencare il nome di tutte le candidate. Dorothy trattiene il respiro mentre ascolta le parole dell'attore: "E il premio va a... Grace Kelly per La ragazza di campagna."
Dorothy rilascia il respiro e sorride. Applaude calorosamente mentre Grace Kelly si avvia verso il podio. Anche se una parte di lei è delusa, l'altra parte è fiera. Sa che essere nominata è già un enorme riconoscimento del suo talento e un passo avanti per tutte le attrici afroamericane.
 
Dopo la cerimonia, Dorothy mantiene il suo sorriso radioso mentre interagisce con colleghi e fan. Sa che questa serata sarà ricordata, non solo per chi ha vinto, ma per il coraggio e la grazia con cui ha rappresentato la sua comunità. Per gli afroamericani che guardano gli awards in televisione, la semplice apparizione di Dorothy è un'altra occasione storica.  
Se avete voglia di rivivere l'atmosfera di quella serata ecco un video che mostra l'apertura della cerimonia.
Quella notte, Dorothy torna a casa con un senso di orgoglio e realizzazione. Sa che il cammino davanti a lei è ancora lungo, ma ha dimostrato che il talento e la determinazione possono rompere le barriere più alte. Il viaggio è appena iniziato, e Dorothy è pronta a continuare a lottare per il riconoscimento e il rispetto che merita.

CONTINUA...

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