Ritratti - Thomas Mitchell

venerdì, giugno 07, 2024

C'è un anno, il 1939, che spicca nella storia di Hollywood per aver prodotto alcuni dei film più iconici di tutti i tempi. In quei 12 mesi, mai prima né dopo, sono stati realizzati così tanti capolavori del cinema: "Via col vento" (di cui vi ho parlato qui), "Il mago di Oz" (trovate qui il mio articolo), "Ombre rosse" (ve ne ho parlato qui), "Mr. Smith va a Washington", "Donne", "Cime tempestose", "Notre-Dame", "Avventurieri dell’aria" e "Ninotchka" (straordinario film con Greta Garbo, trovate il mio articolo qui).
C'è un attore, Thomas Mitchell, che tra le tante stelle di Hollywood, è comparso in ben cinque di questi leggendari film in un solo anno. Una presenza straordinaria che testimonia il suo talento e la sua versatilità sul grande schermo.
Se questo vi sembra impossibile, mettetevi comodi, perché oggi vi racconto la storia dell’uomo che ha dato vita ad alcuni dei personaggi più indimenticabili della storia del cinema. La sua carriera, che spazia dal giornalismo al teatro, e dai film ai primi giorni della televisione, è un viaggio affascinante che merita di essere scoperto.



Un mancato reporter

Thomas John Mitchell nasce l'11 luglio 1892 a Elizabeth, New Jersey, come ultimo di sette figli di James e Mary Mitchell, due immigrati irlandesi. In famiglia viene chiamato affettuosamente Tommy. Cresce in un ambiente in cui il giornalismo è una tradizione di famiglia: sia il padre che il fratello maggiore, John, sono giornalisti. Dopo la morte del padre, Thomas segue le orme dei suoi cari e inizia a lavorare per il Newark Journal, dove suo fratello è caporedattore.
Sebbene collabori con diverse testate giornalistiche e trovi inizialmente soddisfazione nel mestiere, Tommy si rende presto conto che il suo vero talento risiede altrove. Nel tempo libero, si dedica a scrivere e interpretare sketch comici per il teatro vaudeville, scoprendo una passione profonda per la recitazione. Questa passione lo spinge a dedicare sempre più tempo ed energie al teatro, fino a quando decide di abbandonare il giornalismo per seguire il suo sogno di diventare attore.
Nel 1913, Thomas compie il grande passo e si unisce alla compagnia itinerante "The Coburn Players" di Charles Coburn, accettando qualsiasi ruolo pur di migliorare le sue capacità attoriali. Questo periodo è cruciale per lui, poiché gli permette di accumulare esperienza e di dimostrare una versatilità che sarà determinante per la sua futura carriera. Il vero debutto a Broadway avviene nell'ottobre del 1916 con lo spettacolo "Under Sentence", dove recita insieme a due futuri giganti di Hollywood, Frank Morgan ed Edward G. Robinson. Il successo a Broadway gli consente di ottenere ruoli sempre più importanti fino al 1926, quando interpreta il protagonista in "The Wisdom Tooth".
Nonostante un primo approccio al cinema nel 1923 con il film muto "Six Cylinder Love", Mitchell decide di concentrarsi sul teatro fino alla metà degli anni '30. La sua dedizione al palcoscenico gli permette di affinare ulteriormente il suo talento, preparandolo per il grande salto verso Hollywood.

Il Debutto a Hollywood

Dopo anni di successi teatrali, la metà degli anni '30 segna per Thomas Mitchell il passaggio definitivo al cinema. Nel 1936, la Columbia Pictures gli offre un contratto vantaggioso, che accetta soprattutto a causa delle difficoltà economiche derivanti dalla Grande Depressione che hanno colpito duramente il teatro di Broadway.
Nei suoi primi tre film, Mitchell ha ruoli minori, ma significativi: è in "Craig’s Wife" accanto a Rosalind Russell, Billie Burke e Jane Darwell, in "Adventure in Manhattan" con Jean Arthur e Joel McCrea, e in "Theodora Goes Wild" con Irene Dunne e Melvyn Douglas, tutti usciti nel 1936. Tuttavia, il suo vero debutto avviene nel 1937 con due dei più grandi registi di Hollywood: Frank Capra, nel film Orizzonte perduto, e John Ford, in Uragano. Con Capra, Mitchell interpreta Henry Barnard, un uomo d'affari imbroglione, mentre nel film di Ford veste i panni del dottor Kersaint, una performance che gli vale la nomination all'Oscar come Migliore attore non protagonista.
Il 1937 è anche l'anno in cui Thomas si sposa con Rachel Hartzell, con la quale avrà una figlia di nome Anne. Sebbene il matrimonio duri solo due anni, la nascita della figlia rappresenta un periodo importante nella vita personale di Mitchell.
Un altro film significativo del 1937 è Cupo tramonto di Leo McCarey. In questo commovente dramma, Mitchell interpreta uno dei cinque figli di una coppia di anziani costretti a separarsi dopo aver perso la loro casa a causa di un debito non pagato. La situazione diventa insostenibile, portando alla decisione di mettere la madre in un ospizio e di mandare il padre in California da un'altra figlia. Il film è un ritratto struggente delle difficoltà della vecchiaia e delle dinamiche familiari.
Il 1938 vede Mitchell in Crociera d'amore, un film che, pur non essendo memorabile, apre la strada al 1939, l'anno che non solo sarà ricordato come l'anno d'oro del cinema, ma che diventerà anche l'anno d'oro di Thomas Mitchell.

L'anno del trionfo

Ma perché il 1939 viene considerato l'anno d'oro del cinema? Non solo per i film straordinari che ha prodotto, ma per ciò che rappresentano nel loro insieme – il mito di Hollywood e un momento unico nella cultura di massa americana. Quest'anno ha visto la nascita di film iconici come "Gone With the Wind" e "The Wizard of Oz", che hanno stabilito standard insuperabili nei loro generi. Era l'epoca d'oro del sistema degli studi di Hollywood, dove la collaborazione tra grandi star, registi di talento e artigiani esperti ha prodotto autentiche magie cinematografiche. Questo sistema permetteva una produzione di qualità eccelsa, con film che sapevano catturare l'immaginazione del pubblico come mai prima.
In quel periodo, il cinema era il principale mezzo di intrattenimento di massa, unendo milioni di persone in un’esperienza condivisa. Questo ha permesso ai film di quell'anno di avere un impatto culturale profondo e duraturo. Inoltre, segnava la ripresa economica dopo la Grande Depressione e rappresentava un periodo di trasformazione per l'industria cinematografica.
I film di quest'anno hanno contribuito a creare e perpetuare la mitologia di Hollywood come "fabbrica dei sogni". Scene e citazioni di questi film sono diventate parte integrante dell'immaginario collettivo. Hanno stimolato conversazioni culturali e politiche complesse, riflettendo sulle dinamiche sociali dell'epoca e cementando il 1939 come un periodo insuperabile nella storia del cinema, un momento in cui l'industria cinematografica ha operato al massimo delle sue capacità per creare esperienze teatrali indimenticabili.
Per Thomas Mitchell, il 1939 rappresenta l'apice della sua carriera. Questo anno lo vede coinvolto in cinque dei più grandi film di tutti i tempi, dimostrando la sua straordinaria versatilità e talento.
Uno degli aspetti più straordinari della partecipazione di Mitchell a questi film è il fatto che sia riuscito a prendere parte a tutti essendo le riprese praticamente in contemporanea:  Ombre rosse è stato girato dal novembre del ’38 al 7 gennaio del ’39, Avventurieri dell’aria dal 20 dicembre 1938 al 24 marzo 1939, Via col vento dal 26 gennaio del ‘39 all’11 novembre del ’39, Mr. Smith va a Washington dal 3 aprile ’39 al 7 luglio ’39 e Notre Dame dal 10 luglio 1939 al 28 ottobre dello stesso anno.

Ombre rosse, diretto da John Ford, rappresenta una delle pietre miliari del genere Western nonchè un punto di riferimento per l’intera cinematografia per le tecniche di ripresa molto innovative per l’epoca. A caratterizzare questo film oltre ad un eccellente cast composto da John Wayne, Claire Trevor, John Carradine e Andy Devine, è la valenza simbolica della diligenza che trasporta i passeggeri dall’Arizona a Lordsburg sotto la minaccia di un attacco indiano: trasportando persone appartenenti a due diverse categorie sociali, i benestanti e gli emarginati, rappresenta una metafora della società stessa. Il Dottor Josiah Boone, interpretato da Thomas Mitchell, rientra nella seconda categoria ed è un medico dedito all’alcol e malvisto da tutti perché considerato inaffidabile. Nella prima parte del film Mitchell evidenzia l’aspetto comico dell’accanito bevitore, come quando cerca di scroccare da bere nel saloon o quando prova ad ingraziarsi Peacock il commesso viaggiatore rappresentante di liquori. A metà della storia però si verifica la trasformazione del personaggio: un improvviso parto richiede il suo intervento ed a quel punto il Dott. Boone si ricompone e mantenendo la lucidità riesce a salvare due vite, riscattando la propria rispettabilità. Grazie alla sua performance in questo film Mitchell conquista l’Oscar come Migliore attore non protagonista e queste sono le sue parole quando nel 1940 riceve da Spencer Tracy l’ambita statuetta: “Non credevo di essere stato così bravo. Non ho preparato nessun discorso… sono troppo sconclusionato”.   


Il secondo film di Mitchell quell’anno è Avventurieri dell’aria di Howard Hawks, nel cui cast troviamo Cary Grant, Jean Arthur e Rita Hayworth. Al porto di Barranca, nell’America meridionale,  il pilota Geoff Carter insieme ad altri 4 colleghi si occupa del servizio postale. Un giorno Bonnie una ballerina in tournèe conosce i piloti e si rende ben presto conto della pericolosità del loro mestiere. Il collega di Geoff, nonché suo migliore amico, Kid (Thomas Mitchell), è un pilota con alle spalle una lunga esperienza che però ultimamente ha problemi alla vista che compromettono le sue capacità di volo. Il porto sarà teatro di amori, tragedie, sensi di colpa ma anche redenzione. Il ritratto che propone Mitchell di Kid è quello di un uomo burbero ma fondamentalmente buono, un amico leale che seppur non voglia rinunciare a combattere le proprie battaglie, è pronto a sacrificarsi per i compagni.


Uno dei ruoli sicuramente più famosi di Thomas Mitchell è quello di Gerald O'Hara, padre di Rossella, in Via col vento. Gerald è un uomo di mezza età di origine irlandese (e in questo Mitchell riesce ad essere molto convincente perchè può attingere alle origini irlandesi dei propri genitori), perfettamente integrato nella Georgia del Sud dove vive una vita tranquilla come proprietario piantagioni nelle quali lavorano i neri come schiavi. All’inizio della storia è un uomo che difende i propri ideali con orgoglio sprezzante, ma con il prefigurarsi della disfatta del Sud e un grave lutto che colpisce la sua famiglia, Gerald perde la ragione e trascorre le giornate a bere. Rispetto agli altri film nei quali spesso il personaggio di Mitchell ha un’evoluzione dal negativo al positivo, qui abbiamo invece un uomo forte che viene lentamente distrutto, salvo poi riscattarsi per salvare la cosa a cui tiene di più, la propria casa, pagando però un prezzo altissimo. 

Sempre in quel periodo Mitchell prende parte al film Mr. Smith va a Washington di Frank Capra. Il soggetto del film è una storia inedita di Lewis R. Foster intitolata “The Gentleman from Montana” e racconta di un giovane pieno di ideali che si scontra con la corruzione che vige nel Senato Americano. Capra inizialmente vorrebbe farne un sequel per È arrivata la felicità del ’36 con Gary Cooper, ma non essendo l’attore disponibile deve “ripiegare”, facendo una scelta vincente, sulla coppia James Stewart e Jean (che ha già diretto nel ’36 in L’eterna illusione). In questo film Thomas Mitchell, che ritrova Jean Arthur dopo Avventurieri dell’aria,  interpreta il giornalista Diz Moore, e sebbene il suo sia un ruolo secondario Mitchell riesce a presentare in maniera convincente l’evoluzione del suo personaggio: all’inizio è un reporter cinico che al pari dei suoi colleghi non esita a sbeffeggiare Smith considerandolo una pedina in mano al partito, ma con il procedere della storia si rende conto della buona fede dell’uomo e sposa la sua causa anche quando tutta la stampa viene messa a tacere dai potenti. Diz è innamorato di Clarissa, la segretaria del senatore, alla quale ha più volte chiesto di sposarlo e quando lei, innamorata di Smith, si ubriaca con lui e decide di accettare la sua proposta, inizialmente è contento ma poi realizza i veri sentimenti della donna e si fa da parte.  

Il quinto e ultimo film a cui prende parte Mitchell nel 1939 è Notre Dame del regista William Dieterle, trasposizione del romanzo “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo. È la storia della zingara Esmeralda (Maureen O’Hara) che per evitare l’arresto chiede asilo rifugiandosi dentro la cattedrale di Notre Dame, aiutata dal deforme campanaro Quasimodo (Charles Laughton). Thomas Mitchell interpreta Clopin, l’ambiguo capo dei gitani (che inizialmente cela la propria identità), patrigno di Esmeralda, che con coraggio guida i propri compagni a insorgere contro lo strapotere e le ingiustizie perpetrate dalla nobiltà, ed è disposto a sacrificare la propria vita per difendere ciò in cui crede.

al min. 11.50 c'è il discorso di accettazione all'Oscar per "Ombre rosse"
 

Un successo dopo l’altro

Dopo l’intenso 1939 Mitchell continua a lavorare, prendendo parte a film come La nostra città del 1940 diretto da Sam Wood, Lungo viaggio di ritorno dov’è insieme a John Wayne diretto da John Ford, e nel 1941 è protagonista di Fuori dalla nebbia di Anatole Litvak. Il 1941 è anche l’anno del suo secondo matrimonio: il 30 giugno si sposa con Anne Stuard Breswer con la quale rimarrà per tutta la sua vita.
Nel 1942 prende parte al film d’avventura sui pirati Il cigno nero di Henry King insieme a Tyrone Power e Maureen O’Hara e al film a episodi di Julien Duvivier Destino sulla storia di uno smoking sfortunato, nel cui cast troviamo Star del calibro di Charleys Boyer, Henry Fonda, Charles Laughton, Ginger Rogers e Rita Hayworth: Mitchell è nel primo episodio insieme Boyer e la Hayworth
Nel 1944 è il patriarca nel film La famiglia Sullivan, una storia drammatica che racconta le vicende di 5 fratelli arruolati in guerra, e riprende i panni del dottore (indossati in Ombre rosse) per il film drammatico Le chiavi del Paradiso con protagonista Gregory Peck sulla vita di un missionario. Nel 1945 Mitchell è il protagonista de Gli ammutinati di Sing Sing nel quale interpreta un severissimo giudice. L’anno 1946 lo vede come personaggio secondario in due grandi successi, Lo specchio scuro con Olivia De Havilland che interpreta un difficile doppio ruolo di due gemelle, e La vita è meravigliosa di Frank Capra insieme a James Stewart e Donna Reed. In questa favola morale di Capra Thomas Mitchell  interpreta lo Zio Billy, il fratello del padre di George Bailey (Stewart) che presenta caratteristiche buffe come il fatto di dimenticarsi sempre le cose o di circondarsi di vari animali come corvi e scoiattoli, ma nei momenti drammatici sa presentare perfettamente il ritratto dell’uomo disperato sull’orlo del baratro.


Nel febbraio del 1949 Mitchell torna a teatro partecipando alla tournèe nazionale dello spettacolo "Morte di un commesso viaggiatore" di Arthur Miller, mentre nel 1952 viene scelto per interpretare il Sindaco cittadina di Hadleyville Jonas Henderson nel film western di Fred Zinnemann Mezzogiorno di fuoco con Gary Cooper e Grace Kelly.

Un nuovo inizio in TV e il ritorno a teatro

Durante gli anni ’50 Mitchell mostra la sua grande versatilità sapendosi adattare al nuovo mezzo di comunicazione in ascesa: la televisione. Dal ’51 infatti prende parte ai primi show televisivi come Studio One, Lux Video Theater e The O. Henry Playhouse, e questo fa sì che arrivi ad essere amato anche dalle nuove generazioni.  Il 5 febbraio del 1953 durante la cerimonia degli Emmy Awards gli viene assegnato il Premio come Migliore attore  (nella sua carriera avrà altre 2 nomination agli Emmy). Tra il 1954 e il 1955 sarà protagonista in uno show tutto suo chiamato Mayor of the town, costituito da 39 episodi.
Il 1953 è l’anno che riporta Mitchell al suo primo amore, il teatro, grazie al musical “Hazel Flagg”, basato sul film del 1937 Nulla sul serio con Carole Lombard. Grazie alla sua interpretazione il 29 marzo dello stesso anno Mitchell vincerà il Tony Award come Migliore attore in un Musical, diventando il primo in assoluto a vincere la “Tripla Corona della Recitazione”, per aver conquistato rispettivamente i tre maggiori riconoscimenti per un attore, Oscar, Tony ed Emmy.

Gli ultimi anni

Nel ’54 torna sul grande schermo: è l’acerrimo nemico di Charlton Heston nel film d’avventura Il segreto degli Incas, uno dei primi che la Paramount gira realmente presso degli scavi archeologici in Perù, e di nuovo interpreta l’ubriacone nel western La storia di Tom Destry diretto da George Marshall.
Nel ’56 è diretto da Fritz Lang Quando la città dorme, trasposizione del romanzo di Charles Einstein sugli omicidi perpetrati negli anni ’40 da William Heirens, soprannominato il “killer del rossetto” perché lasciava sulla scena del delitto un messaggio scritto appunto con il rossetto. Il film vuole essere una critica al potere dei media e la sete di potere e qui Mitchell interpreta uno dei 3 giornalisti che deve scoprire l’identità dell’assassino per poter ottenere la promozione a direttore esecutivo. Insieme a lui in questo film ci sono Dana Andrews, George Sanders e Vincent Price.
La carriera cinematografica di Mitchell si conclude nel 1961, anno in cui è in Ossessione amorosa di John Sturges e soprattutto in un’altra delle favole morali di Frank Capra, Angeli con la pistola, un film che ha un posto speciale nel mio cuore. Si tratta del remake di un altro film dello stesso Capra girato agli inizi della sua carriera, Signora per un giorno. È la storia di Dave “lo sciccoso” un gangster di New York che decide di aiutare Annie una povera venditrice di mele a fingersi una gran signora perché sua figlia Louise, che ha vissuto fino a quel momento in Spagna dove la madre a fatica l’ha mantenuta in un collegio, sta venendo a trovarla insieme al fidanzato e suo padre, un Conte spagnolo. Nella versione del ’61 c’è un cast eccezionale: Bette Davis nei panni di Annie, Glenn Ford in quelli di Dave, Hope Lange è Regina Martin, Peter Falk è lo scagnozzo Carmelo, Edward Everett Horton è il maggiordomo e Ann-Margret è Louise. A loro si aggiunge Thomas Mitchell che interpreta il giudice (truffatore) Henry Blake che si finge il marito di Annie. Come ne La vita è meravigliosa anche qui Mitchell sfoggia tutto il suo repertorio da caratterista: dall’aria truffaldina quando raggira il suo avversario durante una partita a biliardo, a quando finge di essere il patrigno affettuoso per Louise, a quando consola Annie nel momento della disperazione.

Alla fine degli anni ’50 scopre di avere un cancro ma a discapito del fisico più indebolito Mitchell è un professionista attaccato al suo lavoro e non rinuncia ai propri impegni televisivi.
Nel 1961 l’attore inizia il tour per la pre-produzione di Broadway  “Prescription Murder” uno spettacolo di mistero in tre atti ambientato a New York e basato su un precedente lavoro televisivo dal titolo Enough Rope andato in onda come uno degli episodi del The Chevy Mystery Show negli anni ‘50.  In quel particolare episodio viene introdotto per la prima volta il personaggio del Tenente Colombo. Il cast è di tutto rispetto: Joseph Cotten, Patricia Medina, Agnes Moorehead, e a vestire i panni del detective è proprio Thomas Mitchell. Dalla storia sarebbe dovuto emergere di più il personaggio del Dott. Flemming interpretato da Cotten ma alla fine sarà Mitchell a dominare la scena. Quando l’attore si ammala e non è più in grado di prendere parte allo show, la produzione è costretta a chiudere lo spettacolo che non può continuare senza di lui. Nel ’68 l’emittente NBC ne realizzerà una serie televisiva intitolata Colombo con protagonista Peter Falk (di cui vi ho parlato qui).  Il 22 novembre del ’62 è ospite del Perry Como nella puntata speciale dedicata alla Festa del Ringraziamento e sarà la sua ultima apparizione pubblica, perché l’attore si spegnerà il 17 dicembre a causa del mesotelioma peritoneale del quale era affetto.

Vi ho voluto parlare di Thomas Mitchell perché personaggi come Gerald O'Hara in "Via col vento", lo Zio Billy in "La vita è meravigliosa" e il Giudice Blake in "Angeli con la pistola" mi hanno profondamente colpito. Mitchell ha saputo conferire a questi ruoli una fragilità disarmante che mi ha toccato direttamente al cuore.
Dopo il trionfo del 1939, Mitchell ha continuato a brillare in numerosi film, dimostrando una versatilità incredibile e lasciando un'impronta indelebile nel mondo del cinema. La sua capacità di interpretare una vasta gamma di personaggi, dal comico al drammatico, ha reso ogni sua performance unica e memorabile.
Con il passaggio alla televisione negli anni '50, Mitchell ha conquistato nuovi fan e ricevuto importanti riconoscimenti, dimostrando ancora una volta la sua straordinaria adattabilità e il suo talento ineguagliabile. Nonostante la malattia che lo ha colpito negli ultimi anni, Mitchell ha continuato a lavorare con passione e dedizione, lasciando un'eredità duratura nel mondo dello spettacolo.
Spero che questo racconto vi abbia fatto apprezzare un po' di più questo straordinario attore, capace di dare vita a personaggi complessi e indimenticabili. La sua storia, le sue interpretazioni e il suo impatto culturale continuano a vivere attraverso i film che ha interpretato, incantando e, aggiungo una mia piccola speranza, ispirando nuove generazioni di spettatori.

ULTIMO MA NON PER IMPORTANZA

Se volete rimanere aggiornati sui miei articoli potete iscrivervi alla Newsletter che ho creato, è sufficiente cliccare su questo link https://blogfrivolopergenteseria.substack.com basta inserire la vostra mail e cliccare Subscribe, riceverete via mail la conferma dell'avvenuta iscrizione e ogni settimana quando uscirà un nuovo articolo sul blog verrete avvisati. Vi ringrazio per sostenermi sempre!

You Might Also Like

0 commenti