L'angolo dei film: Testimone d'accusa

venerdì, marzo 22, 2024

Una delle mie più grandi passioni sono i legal drama. C'è un fascino particolare in quelle storie, un intreccio di logica e passione che si svela tra le mura di un'aula di tribunale, capace di tenerti incollata allo schermo, sospesa in un limbo tra ciò che è giusto e ciò che è vero. Ma tra tutti questi, c'è un film  che mi ha rapito il cuore più di ogni altro: "Testimone d'Accusa" del 1957. 
Questo film, con la sua storia densa di colpi di scena e un cast stellare guidato da Charles Laughton e Marlene Dietrich, ha incantato e tenuto con il fiato sospeso intere generazioni di spettatori.

Questo non vuole essere solo un articolo; è un invito a sedervi accanto a me, a condividere il calore di una passione che arde vivace e a scoprire insieme come "Testimone d'Accusa" abbia tessuto la sua tela di classico intramontabile. Vi racconterò di come è nato da un racconto di Agatha Christie, di come si sia trasformato in un'opera teatrale prima di diventare il film che oggi conosciamo e amiamo. Vi svelerò aneddoti del set e vi parlerò degli attori che hanno dato vita a personaggi indimenticabili, in un viaggio che spero possa essere per voi altrettanto avvincente quanto lo è stato per me.
Il titolo originale è Witness for the Prosecution ed è un film del 1957 diretto da Billy Wilder con protagonisti Marlene Dietrich, Tyrone Power e Charles Laughton.

La trama in breve: Sir Wilfrid Robarts è un famoso avvocato penalista che rientra a casa dopo un periodo di degenza all'ospedale dal quale esce con: molte raccomandazioni sul non affaticarsi troppo, e Miss Plimsoll un'infermiera incaricata che ciò avvenga. Tuttavia a casa dell'avvocato arriva un suo collega che vorrebbe affidargli il caso di Leonard Vole, un uomo accusato dell'omicidio di una ricca vedova. Inizialmente Robarts rifiuta, ma alla fine si lascia convincere e affianca il collega Brogan-Moore nella causa. Il caso si dimostra più complicato del previsto, soprattutto quando si presenta la moglie di Vole, la tedesca Christine Helm, che sembra nascondere qualcosa.
Scene dal film

Foto promozionali

Trailer originale:
 
Nel trailer appare Charles Laughton nei panni di se stesso, che si rivolge direttamente al pubblico: "Vi sfido a scoprire tutti i colpi di scena". Poi compare un messaggio che, in un’epoca in cui è consentito entrare al cinema in qualunque momento del film, comunica agli spettatori che per non rovinare la sorpresa finale non sarebbe stato permesso di entrare negli ultimi 10 minuti.

"Testimone d'Accusa" nasce da un racconto breve di Agatha Christie, originariamente pubblicato con il nome "Traitor's Hands" sulla rivista Flynn's il 31 gennaio 1925. La narrazione, fin dalle prime righe, rivela il talento unico della Christie nel tessere trame avvincenti, gettando le basi per quello che diverrà un classico del dramma giudiziario. Nel 1933, il racconto si ripresenta con il titolo definitivo "The Witness for the Prosecution" nella raccolta "The Hound of Death", destinata esclusivamente ai lettori britannici. Solo nel 1948, la storia varca l'Atlantico, raggiungendo il pubblico americano nella raccolta "The Witness for the Prosecution and Other Stories".
Agatha Christie stessa trasforma il suo racconto in un'opera teatrale che vede la luce a Londra il 28 ottobre 1953 al Winter Garden Theatre, preceduta da una prova generale a Nottingham il 28 settembre. La messa in scena, sotto la guida attenta di Sir Peter Saunders, cattura immediatamente l'attenzione di Hollywood grazie al suo indiscutibile successo. Tale è la popolarità dello spettacolo che, in meno di due mesi, "Testimone d'Accusa" sbarca a Broadway, debuttando il 16 dicembre 1953 al Henry Miller's Theatre di New York, dove si esibisce fino al 30 giugno 1956, sotto la produzione congiunta di Gilbert Miller e Peter Saunders.
Le diverse case di produzione si lanciano in una battaglia per accaparrarsi i diritti cinematografici, ma è lo stesso produttore dello spettacolo teatrale Gilbert Miller a spuntarla, assicurandoseli per la somma considerevole di 325.000 dollari, cifra stupefacente per l'epoca. La sagacia dell'investimento si rivela poco dopo, quando il produttore indipendente Edward Small gli offre 430.000 dollari aggiudicandoseli, avendo intuito l'enorme potenziale della trama ingegnosa di Agatha Christie al botteghino. Small, deciso a realizzare il progetto, coinvolge Arthur Hornblow Jr., già noto per la sua precedente collaborazione con Billy Wilder in "Frutto proibito" (1942) e per il successo di "Oklahoma!" (1955), confermando la sua reputazione di produttore di spicco. 
Ancora senza un regista, i produttori hanno già in mente chi sarà la protagonista del loro film, la "testimone d'accusa": Marlene Dietrich. La diva, simbolo degli anni '30 insieme a Greta Garbo (ritiratasi però nel 1941), non si è mai allontanata dal grande schermo, continuando a incantare il pubblico con le sue interpretazioni negli anni Quaranta e Cinquanta. Emergendo come musa di Josef von Sternberg in film iconici quali L'angelo azzurro e Shanghai Express, la Dietrich ha saputo incarnare l'essenza della donna enigmatica e seducente. In questo nuovo progetto, dimostra di essere ben lontana dall'essere un'attrice al tramonto. È proprio lei a insistere affinché Billy Wilder sia scelto come regista del film, ricordando la loro precedente collaborazione in Scandalo Internazionale e sottolineando che avrebbe accettato la parte solo con lui alla regia.
 
 
 

Billy Wilder, il regista scelto, non ha certo bisogno di presentazioni. Di origine austriaca, fa parte di quel flusso di talenti europei che ha trovato rifugio in America per sfuggire alle persecuzioni naziste, Wilder ha dimostrato una versatilità incredibile, passando con disinvoltura dalla commedia al dramma come in Frutto proibito, La fiamma del peccato, Viale del tramonto, Sabrina, Quando la moglie è in vacanza, L’appartamento, A qualcuno piace caldo

Inizialmente si pensa a William Holden per il ruolo di Leonard Vole, ma la sua partecipazione non si concretizza, portando così l'attenzione su Tyrone Power. Quest'ultimo, dapprima titubante, viene infine persuaso da una proposta allettante: un doppio ingaggio sia per "Testimone d'accusa" che per "Salomone e la regina di Saba", con un cachet di 300.000 dollari per ciascun film. Power, già noto dagli anni '30 per interpretazioni di eroi avventurosi in capolavori come "Jesse il bandito", "Il segno di Zorro" e "Sangue e arena", conferisce al film un fascino misterioso e un carisma indiscutibile. Durante le riprese in Spagna di "Salomone e la regina di Saba", un fatale attacco di cuore coglie Power di sorpresa in un duello con George Sanders, portando alla sua prematura scomparsa. Yul Brynner viene chiamato a sostituirlo, sebbene alcune sequenze distanti di Power rimangano nel film.
 
Charles Laughton, interpretando Sir Wilfrid Robarts, si posiziona al cuore della narrazione come un avvocato di rara astuzia, appena rientrato da un periodo di convalescenza a seguito di un infarto. Deciso a prendere in carico il caso, Sir Wilfrid trascura gli avvertimenti dei medici che lo invitano a stare lontano dalle tensioni delle aule giudiziarie. Laughton, colosso della recitazione, si immerge nel personaggio con una passione confinante con l'ossessione. Per arricchire l'autenticità della sua interpretazione, si ispira a Florance Guedella, celebre avvocato londinese noto per le sue memorabili prestazioni nei controinterrogatori, che in passato aveva rappresentato sia Laughton che la Dietrich.

Laughton, riconosciuto come uno dei più grandi attori per la profondità emotiva e la complessità dei personaggi interpretati, infonde in Sir Wilfrid un'aura di maestria retorica. La sua abilità nell'oratoria, quella che i francesi chiamano "tirade", trova pochi rivali, forse solo Orson Welles si è leggermente avvicinato. Questa padronanza nell'arte della parola diventa una componente cruciale del personaggio, trasformando ogni scena in tribunale in un'esibizione memorabile.
Charles Laughton, non avendo mai sperimentato problemi cardiaci, arriva a simulare un attacco di cuore nella piscina di casa, scatenando il panico in Elsa Lanchester, sua moglie, e in un ospite, per poi rivelare la natura simulata del suo malore solo dopo averli allarmati.
 
Elsa Lanchester, che nella vita reale condivide con Laughton un legame profondo sia affettivo che artistico, interpreta nel film l'infermiera, un ruolo ideato appositamente per l'adattamento cinematografico e assente nella versione teatrale. Famosa per le sue interpretazioni iconiche, tra cui quella nella "Moglie di Frankenstein", Lanchester introduce nel film una dimensione di cura e premura nei confronti di Sir Wilfrid, intrecciando ulteriormente le loro esistenze sia dentro che fuori dalla scena.
 
Con la formazione del cast ormai in corso, anche la trama sulla carta inizia a prendere vita sotto la sapiente guida di Billy Wilder. I drammi giudiziari, che sul palcoscenico affascinano il pubblico permettendogli di immergersi completamente nelle vicissitudini narrate, incontrano delle insidie non da poco quando trasposti sul grande schermo, sfidando in particolare il pericolo di cadere in un'eccessiva verbosità. Wilder, con occhio critico, si impegna a forgiare una sceneggiatura che sappia destreggiarsi abilmente tra queste trappole. Decide di non avvalersi della collaborazione del suo fedele Charles Brackett, con cui aveva condiviso trionfi come "Ninotchka" e "La fiamma del peccato", né di I.A.L. Diamond, con cui aveva tessuto "Arianna" e che avrebbe ritrovato in future avventure cinematografiche. Sceglie invece lo sceneggiatore Harry Kurnitz, noto per il suo fervore per i gialli e la sua passione per la cultura britannica.
 
Wilder e Kurnitz ben presto percepiscono la necessità di infondere nella storia una vena di leggerezza. Introducono dunque la figura dell'infermiera Plimsoll, costantemente in apprensione per la salute di Sir Wilfrid, il quale si dibatte tra le grinfie di acciacchi cardiaci. Quest'astuta mossa non soltanto insuffla humor nella narrazione, ma arricchisce altresì l'intreccio tra i personaggi, conferendo profondità. La sottotrama medica che avvolge Sir Wilfrid aggiunge un ulteriore strato di tensione, mantenendo lo spettatore sull'orlo della sedia non solo per le sorprendenti rivelazioni della trama, ma anche per l'incognita della tenuta fisica dell'avvocato di fronte alle sfide del processo. L'humor trova terreno fertile anche nella relazione a tratti conflittuale tra Sir Wilfrid e Miss Plimsoll, la quale si adopera con ogni mezzo per distoglierlo dai suoi amati sigari e brandy, tessendo così un legame di leggerezza e profondità narrativa.

Inoltre, Wilder, conscio dell'impossibilità di includere Marlene Dietrich in un film senza valorizzarne appieno il fascino, inserisce un flashback ambientato nella Germania post-bellica che offre alla Dietrich l'occasione di dilettarsi in uno dei suoi inconfondibili numeri musicali, mostrando al contempo le sue leggendarie gambe. Questi ritorni al passato offrono una pausa dalla staticità delle scene in aula, svelando retroscena sui personaggi e arricchendo la loro storia. 

Per non parlare dell’entrata in scena della Dietrich, quando Sir Wilfrid ipotizza che la moglie di Vole possa reagire all’arresto del marito piangendo come una disperata o addirittura svenire e lei fa il suo ingresso dicendo “Non svengo mai perchè non sono sicura di cadere con grazia, e non annuso i sali perchè mi gonfiano gli occhi”. Cioè, parliamo dell'immensità di questa entrata? Divismo all’ennesima potenza.
Venendo ai ruoli secondari di "Testimone d'Accusa", tre nomi spiccano per il loro contributo singolare al film. Norma Varden, nel ruolo della signora French, porta sullo schermo un volto familiare, sebbene non abbia mai rivestito ruoli da protagonista. La sua presenza in "Gran Premio" come professoressa Sims e in "Tutti insieme appassionatamente" come Frau Schmidt, la rende familiare al pubblico. Nel film, il suo personaggio di vedova benestante è centrale per la trama, e Varden porta la giusta dose di eleganza e mistero al ruolo.
Una O'Connor, dal canto suo, porta nel film la sua ineguagliabile capacità di dare vita a personaggi esilaranti e talvolta irascibili, tornando sul grande schermo dopo la sua partecipazione originale a Broadway. Con ruoli memorabili come Minnie in "La moglie di Frankenstein" e la domestica Norah in "Il sergente e la signora", O'Connor dimostra una versatilità che arricchisce la tessitura di "Testimone d'Accusa" con tocchi di genuina umanità, come l’esilarante scena in cucina quando è scettica sull’uso dello sbattitore per uova inventato da Vole o durante il suo interrogatorio.
John Williams, nei panni del procuratore, porta avanti la sua reputazione di interprete impeccabile di funzionari e investigatori, consolidata in collaborazioni precedenti con Hitchcock e Wilder. La sua performance in "Il caso Paradine" lo ha condotto a lavorare nuovamente con Hitchcock in "Il delitto perfetto", dopo che il regista lo ebbe visto brillare nello stesso ruolo a teatro, ruolo che gli valse un Tony Award. Williams, che ha inoltre condiviso la scena con Audrey Hepburn in "Sabrina", ha interpretato personaggi di spicco anche in "Caccia al ladro" e "Merletto di mezzanotte", confermando la sua maestria nell'incarnare figure di autorità naturale e compostezza inalterabile.

Il copione di Laughton si rivela un tesoro di appunti minuziosi; ogni sera, l'attore si attarda per discutere con Wilder le scene previste per il giorno seguente, sperimentandole in un'infinità di varianti. Eppure, sul set, Laughton sorprende tutti, dando vita a nuove interpretazioni sul momento. Spinto dalla volontà di immergersi pienamente nei meandri della trama, si cimenta persino nel recitare le parti di tutti i giurati, afferrando così l'essenza di ciascun personaggio, al punto che Wilder si ritrova ad accogliere i suoi suggerimenti. La dialettica di Laughton, la sua padronanza nell'arte del discorso, lascia Wilder letteralmente incantato; come lo stesso regista ammette, "Laughton non si limitava a pronunciare parole, lui diceva qualcosa". L'introduzione del monocolo, altro tratto distintivo mutuato da Guedella, diventa un espediente narrativo che Laughton inserisce abilmente nella trama, creando un test per i suoi clienti, sebbene destinato a mostrare le sue debolezze.

Dopo l'esperienza in "Testimone d'Accusa", Wilder avrebbe desiderato affidare a Laughton il ruolo del barista in "Irma la dolce", ma le condizioni di salute dell'attore subiscono un drastico peggioramento, portandolo alla morte nel '62, all'età di 63 anni, a causa di un tumore alla cistifellea.
Foto sul set

 
I movimenti di cinepresa e le tecniche di ripresa in "Testimone d'Accusa" di Billy Wilder svolgono un ruolo cruciale nel sottolineare la tensione narrativa e l'intensità emotiva del film. La regia di Wilder, abile nel bilanciare dramma e umorismo, si avvale di metodi cinematografici che immergono lo spettatore nella profondità della storia.
L'uso di primi piani si rivela fondamentale per cogliere le sfumature espressive dei personaggi in momenti decisivi, offrendo uno sguardo intimo sulle loro reazioni e sui turbamenti interni, e arricchendo la trama con ulteriori livelli interpretativi.
Wilder utilizza inoltre la cinepresa per seguire i personaggi nel loro movimento, come nelle sequenze in cui Sir Wilfrid Robarts naviga l'ambiente della sala del tribunale o interagisce con figure chiave, conferendo dinamismo alle scene e creando un coinvolgimento diretto dello spettatore.
La regia fa ampio uso di inquadrature che esplorano la prospettiva e la profondità di campo, stabilendo il contesto e sottolineando la complessità delle situazioni. L'uso strategico di luci e ombre, che ricorda lo stile noir, accentua ulteriormente l'atmosfera di mistero e sospetto che pervade il film.
Un momento particolarmente significativo per il suo impatto narrativo è la scena in cui Sir Wilfrid nota i sigari nella tasca dell'avvocato. Questa inquadratura non solo evidenzia un dettaglio cruciale per lo sviluppo della trama, ma serve anche a rafforzare il carattere astuto di Sir Wilfrid, capace di cogliere gli indizi più sottili e di usarli a suo vantaggio. 
La creazione della scenografia è stata affidata all'art director Alexandre Trauner, il quale si è trovato di fronte all'ardua sfida di riprodurre il famoso tribunale di Old Bailey di Londra, situato lungo la strada omonima, un tempo fiancheggiata dalle mura fortificate della City. Il tribunale è noto per la sua imponente architettura, sovrastata da una cupola sulla quale troneggia la statua della Giustizia, opera dello scultore inglese Frederick Pomeroy, che raffigura una figura femminile con una spada in una mano e una bilancia nell'altra, simboli universali della giustizia.
 
A causa delle restrizioni che impedivano l'uso del vero tribunale e la realizzazione di fotografie all'interno, Trauner ha dovuto affidarsi alla sua abilità e immaginazione per ricreare questo luogo iconico. Armato di carta e matita, ha prodotto una serie di schizzi dettagliati che hanno poi guidato la costruzione del set all'interno degli studi della Goldwyn a Hollywood. Questa replica, realizzata in scala e dotata di un soffitto alto 22 piedi, ha richiesto l'uso di materiali pregiati come la quercia austriaca o il mogano, nonostante ci sia qualche incertezza sulla specifica tipologia di legno utilizzata. Il costo totale per questa fedele riproduzione ha raggiunto i 75.000 dollari, attestando l'impegno nel curare ogni dettaglio, benché Trauner abbia umilmente osservato che "la realtà è meglio del falso".

Oltre al tribunale, Trauner ha esteso la sua maestria anche ad altre ambientazioni del film, come il cabaret in cui compare Christine, ispirato al Lorelei Club presente in Scandalo internazionale.
 
I costumi indossati da Marlene Dietrich sono realizzati dalla costumista Edith Head. Nella sua autobiografia The Doctor Dress, la Head condivide un momento di fitting con Marlene Dietrich per "Testimone d'accusa", sottolineando l'importanza di scegliere i costumi giusti che definiscano il personaggio senza trasformarsi in un semplice travestimento. Ha raccontato di come si sia arrivati a provare 40 diverse bluse per trovare quella perfetta dimostrando un processo di selezione estremamente meticoloso. Dirà: "La moda è un linguaggio. Alcuni lo conoscono, alcuni lo imparano, altri non lo sapranno mai. Ma la Dietrich lo sapeva fin dalla nascita. Sembra l'incarnazione di tutte le riviste di moda messe insieme". Head ha affermato che l'attrice "detiene il record di resistenza per essere rimasta in piedi otto ore e dieci minuti durante un'unica sessione di prova costumi".
 
I costi di produzione ammontano a 2 milioni di dollari: ai 435.000 dollari necessari per acquisire i diritti cinematografici dell'opera di Agatha Christie, si sommano i compensi degli attori: 150.000 dollari per Tyrone Power e 100.000 dollari per Marlene Dietrich. Sorprendentemente, Charles Laughton, nonostante il suo ruolo centrale e l'attenzione critica, riceve un compenso di soli 75.000 dollari. La riproduzione accurata del tribunale di Old Bailey di Londra, curata dal designer Alexandre Trauner, incide significativamente sul budget. Testimone d'Accusa" riscuote un incasso vicino ai 4 milioni, dimostrando un successo notevole al botteghino.
 
Al termine di ogni proiezione, durante i titoli di coda, si leva la voce di un annunciatore: "La direzione di questa sala cinematografica suggerisce, per assicurare il massimo intrattenimento dei vostri amici che non hanno ancora visto il film, di non divulgare a nessuno il segreto del finale di 'Testimone d'Accusa'.
 
Arrivano gli Oscar del 1958, e il film è nominato in sei categorie, tra cui Miglior Film, Miglior Regista per Billy Wilder, Miglior Attore Protagonista per Charles Laughton, Miglior Attrice Non Protagonista per Elsa Lanchester, Miglior Montaggio e Miglior Sonoro: purtroppo non porterà a casa neanche una statuetta, ma la Lanchester riuscirà a conquistare il Golden Globe, mentre Charles Laughton vincerà il David di Donatello come Miglior Attore Straniero nel 1958.
Si è molto discusso della mancata candidatura all’Oscar di Marlene Dietrich, e una delle motivazioni potrebbe essere che la straordinarietà della sua performance abbia sofferto della politica di segretezza attuata per mantenere l’effetto sorpresa sul pubblico nel finale del film.
 
Alfred Hitchcock ha confidato: "In diverse occasioni, mi è capitato di sentire persone esprimere il loro entusiasmo per 'Testimone d'Accusa' del 1957, attribuendomelo erroneamente invece che a Billy Wilder. E Wilder, dal canto suo, mi ha raccontato di come ci siano stati che lo hanno interrogato sul 'Caso Paradine' del 1947, pensando fosse opera sua."
Una menzione speciale al doppiaggio italiano. In questo film ci sono gran parte dei giganti di quell'epoca davvero immensa: Giorgio Capecchi è Charles Laughton, Giuseppe Rinaldi (voce di Jack Lemmon, Rock Hudson e Paul Newman) che qui è Tyrone Power, l'immensa Andreina Pagnani (già voce di dive come Lana Turner, Bette Davis e Gloria Swanson) che qui doppia Marlene Dietrich e la coppia straordinaria di Lydia Simoneschi (che fa Norma Varden) e Emilio Cigoli (l'avvocato Mason).


QUOTES
Miss Plimsoll: Che stupenda giornata. Val la pena avere un po’ di nebbia solo per apprezzare di più il sereno. Forse c’è troppa corrente, devo chiudere il vetro?
Deve chiudere soltanto il becco. Se sapevo che parlava tanto non sarei uscito dal coma.

Miss Plimsoll Le due e trenta. L’ora del nostro pisolino.
Sir Wilfrid: Se ne vada.
Miss Plimsoll: Facciamo nanna. Ora andiamo su, ci spogliamo, ci sdraiamo
Sir Wilfrid: Noi? Che disgustosa prospettiva.
Sir Wilfrid: Lo sa, Miss Plimsoll, che nel mio letto di dolore ho seriamente pensato di strangolarla con uno dei suoi tubi di gomma? Poi avrei confessato il delitto e mi sarei assunto per la difesa.

Leonard: Stamane non avevo nessun avvocato, ora ad un tratto ne ho tre. Forse dovremmo spieghare a Sir Wilfrid che non ho molto denaro e non sarò in grado di pagare laute parcelle.
Sir Wilfrid: Prenderemo un quarto avvocato per farle causa.

Sir Wilfrid: Milord, posso anche rammentare al mio dotto amico che la sua teste, per sua stessa ammissione, ha già violato tanti giuramenti che sono sorpreso che la Bibbia non le sia schizzata di mano quando ha giurato?
 
Sir Wilfrid: Ucciso? Lo ha giustiziato.

CLIP:
 
Ritorno a casa

Inumano, illegale e anti-igenico

Il test del monocolo

Chiudendo con queste righe, mi auguro di avervi trasmesso una scintilla della mia passione per "Testimone d'Accusa". Ora, con una nuova prospettiva, spero che vi lanciate a rivedere questo capolavoro, scoprendo quei dettagli unici che lo rendono così speciale. Che le mie parole vi guidino a un apprezzamento più profondo, a una visione rinnovata. È questo il regalo che desidero lasciarvi: un invito a guardare ancora, a sentire di più, a vivere il film come non avete mai fatto prima.
 
  
ULTIMO MA NON PER IMPORTANZA
Se volete rimanere aggiornati sui miei articoli potete iscrivervi alla Newsletter che ho creato, è sufficiente cliccare su questo link https://blogfrivolopergenteseria.substack.com/
basta inserire la vostra mail e cliccare Subscribe, riceverete via mail la conferma dell'avvenuta iscrizione e ogni settimana quando uscirà un nuovo articolo sul blog verrete avvisati. 
Vi ringrazio per sostenermi sempre!

You Might Also Like

1 commenti

  1. Brava Bava Brava mi hai proprio convinto a rivedere il film con altri occhi. Grazie

    RispondiElimina