Accadeva a Hollywood: La censura ai tempi del Codice Hays
giovedì, ottobre 22, 2015
L'altro giorno, mentre guardavo al cinema il film Lo stagista inaspettato, e nello specifico una scena in cui Robert De Niro era seduto sul letto, con un piede appoggiato a terra, mi è subito tornata alla mente una regola a tal proposito prevista dal Codice Hays, il rigidissimo insieme di regole che censurava i film a Hollywood, rimasto in vigore dal 1934 al 1967.
Anche se in realtà il suo nome era "Production Code", è passato alla storia con il nome del suo promotore, nonchè presidente della Motion Pictures Producer and Distributors of America, Will Hayes.
La maggior parte delle regole
previste da questo Codice, lette al giorno d'oggi, non può che far
ridere o far cadere le braccia dallo sgomento, ma in quegli anni rese la
vita veramente difficile a chi realizzava i film.
Sostanzialmente
questo Codice aveva lo scopo di ristabilire “la più alta moralità e il
più alto livello artistico nella produzione cinematografica”.
Bisogna
specificare che si trattava di un codice di auto-regolamentazione, non
imposto dall'autorità pubblica, che però gli studi di Hollywood decisero
di adottare per evitare un'eventuale la censura governativa.
Venne
nominato Joseph Breen come direttore della commissione di censura, il
quale aveva il potere di intervenire direttamente sulla sceneggiatura,
inimicandosi ovviamente i registi e i produttori di Hollywood.
Joseph Breen |
l codice Hays Will Hays |
Alcune regole presenti nel Codice Hays:
"La simpatia del pubblico non dovrà mai essere indirizzata verso il crimine, i comportamenti devianti, il male o il peccato."
"La Legge, naturale, divina o umana, non sarà mai messa in ridicolo, né
sarà mai sollecitata la simpatia dello spettatore per la sua violazione".
"La ridicolizzazione della religione fu proibita; i ministri del culto
non potevano essere rappresentati come personaggi comici o malvagi."
"Le scene di omicidio
dovevano essere girate in modo tale da scoraggiarne l'emulazione nella
vita reale, e assassinii brutali non potevano essere mostrati in
dettaglio".
La santità del matrimonio e della famiglia
doveva essere preservata
sopra ogni cosa, pertanto si stabiliva che:
"I film non dovranno concludere che le forme più basse
di rapporti sessuali sono cose accettate o comuni". L'adulterio e la
prostituzione, per quanto si riconoscesse potessero essere necessari
per la trama, non dovevano essere presentati come un'opzione
attraente. Le scene di passione non dovevano essere introdotte se non
necessarie per la trama. "Baci eccessivi e lussuriosi vanno evitati",
assieme ad altri atteggiamenti che "potrebbero stimolare gli elementi più
bassi e grossolani".
Erano vietate le allusioni alle "perversioni sessuali" (all'epoca era considerata tale anche l'omosessualità) e alle malattie veneree.
Uomini
e donne non potevano essere filmati a letto insieme, anche i coniugi
dormivano in letti gemelli (singoli), o comunque uno dei due doveva
sempre avere
almeno un piede sul pavimento.
La nudità era vietata così come non si poteva mostrare la biancheria intima: " le scene di svestimento devono essere interrotte all’inizio e nessun
compiacimento deve trasparire in chi si toglie i vestiti";
l’ombelico
doveva restare nascosto. Non si poteva mostrare neonati nudi ed era
vietata la rappresentazione del parto. Inoltre non potevano essere
filmati i servizi
igienici.
La bandiera degli Stati Uniti d'America
doveva essere trattata rispettosamente, così come i popoli e la storia
delle altre nazioni.
Era presente una apposita sezione sul linguaggio, nella quale venivano
indicate le parole e le espressioni che assolutamente non potevano
essere utilizzate perchè ritenute sgradevoli ed offensive.
Una delle prime a essere letteralmente messa sotto processo nel 1933 fu
Betty Boop, la bambolina animata creata dalla penna di Max Fleischer, a
causa del suo aspetto considerato troppo provocante: la gonna a metà
coscia che lasciava vedere la giarrettiera, il seno prosperoso e la
bocca carnosa ("in un essere così minuscolo si trovavano riuniti tutti
gli elementi della provocazione dei sensi"). A causa del codice di
autoregolamentazione il personaggio venne drasticamente cambiato, i
vestiti diventarono più coprenti, le curve del corpo meno accentuate.
Tarzan e la compagna, film del 1934, con Johnny Weissmuller e Maureen O'Sullivan, prodotto dalla Major Metro-Goldwyn-Mayer, nel quale il costume di Jane (Maureen O'Sullivan), ritenuto troppo rivelatore fu sostituito con uno più coprente.
Il film del 1939 Via col vento ebbe una realizzazione molto travagliata (di cui intendo
parlare prossimamente in un post apposito), alla quale si aggiunse
proprio nella fase finale, un'ultima “dannata” battaglia da vincere.
David O. Selznick, il produttore, dovette lottare per poter usare una
parola nel film che allora era tabù, cioè “damn”. Il codice di
produzione vietava specificatamente l'uso di questa parola e il
direttore della commissione di censura Joseph Breen non volle
autorizzare la battuta finale di Gable “Frankly, my dear, i don't give a
damn” (Francamente, mia cara, non me ne frega un dannato niente). Ma
Selznick riteneva di vitale importanza il mantenimento di questa battuta
perciò scavalcò Breen e si rivolse direttamente a Will Hays in persona
(il censore di Hollywood), facendogli notare che nell'Oxford English
Dictionary “damn” non veniva definita una bestemmia ma soltanto un
volgarismo, avvalorando poi questa tesi citando numerose riviste a larga
tiratura che facevano ampio ricorso a questa parola. Hays cedette e la
battuta venne inserita nel film, anche se Selznick per aver tecnicamente
violato un articolo del codice di produzione, dovette pagare una
sanzione di 5.000 dollari.
Il film Casablanca del 1942, con Ingrid Bergman e Humphrey Bogart,
diretto da Michael Curtiz, ha come oggetto la relazione adultera tra i
due protagonisti: il regista dovette sopportare parecchi interventi da
parte della commissione per la censura e pare che sia questo uno dei
motivi per cui il film non ebbe il lieto fine, in quanto la censura non
avrebbe mai accettato la riunione dei due amanti come epilogo della
storia.
Nel film
western del 1943 Il mio corpo ti scalderà di Howard Hughes ed in
particolare nelle locandine prozionali del film, veniva messo in risalto
il seno prosperoso di Jane Russell, pertanto la commissione non diede
il certificato di approvazione al film che venne bandito dalle sale
cinematografiche per alcuni anni dopo l'uscita, anche se alla fine il
regista riuscì a convincere Joseph Breen che in realtà non era stata
violata nessuna norma del codice e pertanto il film fu presentato al
pubblico.
Nel 1953 per il film Gli uomini preferiscono le bionde di Howard
Hawkes con Jane Russell e Marilyn Monroe, fu l'abito indossato da
quest'ultima nella scena della canzone "Diamonds are a girl best
friends" ad essere censurato perchè considerato troppo trasparente e fu
sostituito con quello rosa shocking con il grande fiocco.
Ci fu però qualche abile regista che riuscì ad aggirare abilmente la censura con qualche stratagemma, ricorrendo ad allusioni, metafore od espedienti tecnici.
Ernst
Lubitsch il padre delle commedie sofisticate degli anni '30 fece del
suo tratto distintivo il ricorrere all'allusione, lasciando intuire al
pubblico cosa sarebbe accaduto tra due amanti proiettando semplicemente
la loro silhouette sul letto, oppure inquadrando i due letti gemelli di cui uno però disfatto, se non addirittura limitandosi ad
inquadrare la porta chiusa della camera da letto dopo l'ingresso dei due
amanti.
Scena del film Mancia competente |
Anche
il maestro del brivido Alfred Hitchcock nei suoi film riuscì ad
aggirare le norme del Codice Hays. In Notorius, l'amante perduta del
1946 con Ingrid Bergman e Cary Grant, riuscì ad eludere la censura sulle
scene appassionate, girando al contempo il bacio più lungo della storia
del cinema fino a quel momento, quasi 4 minuti. Lo stratagemma di
Hitchcock fu interrompere la sequenza del bacio tra i due amanti ogni
tre secondi circa, per poi farla riprendere qualche attimo dopo, facendo parlare uno dei protagonisti o cambiando inquadratura. Ne
risulta un sensuale e prolungato scambio di effusioni, senza però andare
contro i precetti del Codice.
Per quanto riguarda Psycho, il suo capolavoro del 1960, con Janet Leigh e Anthony Perkins, Hitchcock decise di girarlo in bianco per smorzare la brutalità delle scene in cui viene mostrato il sangue, e infatti nella realtà venne usato del cioccolato fuso. Per la celebre scena dell'accoltellamento nella doccia ricorse alla tecnica del montaggio serrato, ovvero far credere allo spettatore ciò che in realtà non vede, e infatti non c'è un solo fotogramma in cui si vede il coltello che colpisce il corpo.
Nel film Quando la moglie è in vacanza, il capolavoro di Billy Wilder del 1955 con Tom Ewell e Marilyn Monroe, l'adulterio non poteva essere per nessuna ragione oggetto di commedia. Gli autori, Wilder e Axelrod, affrontarono l'enorme sfida di dover parlare dei sensi di colpa del tradimento senza che il tradimento fosse consumato. Venne loro in mente l'idea di inventarsi un'espediente, il tuttofare Gaetano, un personaggio "disturbatore" che sarebbe entrato a sproposito nel momento clou per sbollire l'eccitamento dei protagonisti allontanando quindi il pericolo dell'adulterio. Wilder e Axelrod terminarono la sceneggiatura non troppo soddisfatti del proprio lavoro, ma il film sbancò al botteghino e diventò una leggenda.
Con la fine degli anni '50, anche a causa dell'avvento della televisione, Hollywood comprese la necessità di dover offrire agli americani quel che la televisione non avrebbe potuto fare (in quanto soggetta ad una censura ancora più dura). Con la fine degli anni '60 il codice venne completamente abolito.
NOTARE BENE: Nel 1954 Joseph Breen vinse il Premio Oscar alla carriera per la sua consapevole, aperta e nobile gestione del Motion Picture Production Code.
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